Vedere dei velivoli schiantarsi sul World Trade Centre rappresentò uno spartiacque nell’opinione pubblica occidentale, non solo statunitense. Quando, l’undici di settembre del 2001, vennero attaccati diversi luoghi simbolo negli States, tra cui le Torri Gemelle e il Pentagono si diffuse a chiarissime lettere un messaggio pressoché inedito in tutti i paesi NATO. Per la prima volta un’organizzazione completamente autonoma e senza alcun tipo di controllo nazionale aveva dichiarato guerra a uno stato del nostro emisfero, portando a termine una serie di attacchi complessi e ben coordinati.
Quella tragedia ci spinse, in un mondo occidentale che si stava “allargando”, a ripensare i nostri sistemi di sicurezza. Questi attentati hanno aperto la fase di “Guerra di quarta generazione”, ossia scontri con nemici facili da combattere, ma difficili da individuare e il nostro sistema militare ha dovuto adattarsi in medias res durante campagne dalla durata pressoché ventennale.
La nascita di questo tipo di nemico, fortemente asimmetrico nelle tecnologie militari ma molto ben nascosto ricalca sotto certi versi l’idea di “guerriglia” con la differenza che, se le formazioni paramilitari (dai partigiani italiani ai contras in Sud America) agivano generalmente come proxy di uno Stato, ciò non accade con le organizzazioni terroristiche. Esse sono completamente autonome, autofinanziate con traffici illeciti e “donazioni” di privati che, comunque, non hanno la possibilità di controllare queste organizzazioni in cui, alla matrice politica, si è sostituita quella religiosa.
Quello che è accaduto, assieme a un ammodernamento delle forze armate di tutta la NATO è stato un generale risveglio del comparto dell’intelligence che si era “addormentato” dopo la fine, nel ’91, dell’Unione Sovietica. Dopo quella prima stagione stragista e gli interventi militari, si andò in tutto il mondo libero incontro a una ristrutturazione completa e generale dei propri comparti informativi e militari alla luce di quanto appreso.
Perché, alla base dello shock dell’11 settembre, vi è sostanzialmente il fatto che quegli attacchi ci colsero impreparati, e generarono una sorta di paranoia in tutto l’asse atlantico che non sapeva chi sarebbe stato il prossimo. Alla luce di questo, si pensò a modernizzare i nostri servizi segreti, dotandoli di nuove capacità, tecnologie e competenze per aiutarci a neutralizzare nemici lontani, facili da attaccare, ma molto difficili da vedere.
Foto copertina: World Trade Center (fonte: Wikipedia)