L’approvazione è avvenuta nel cuore della notte tra martedì e mercoledì. L’autonomia differenziata è legge all’esito di una maratona alla Camera dei Deputati che – con 172 sì, 99 voti contrari e un astenuto – ha dato il via libera definitivo. La legge “spacca Italia” proietta dunque il Paese verso scenari ancora tutti da decifrare, in particolare per il Mezzogiorno che si interroga sulle prospettive che potrebbero derivare da questo provvedimento. La manifestazione in piazza Santi Apostoli, a Roma, ha messo in luce la contrarietà delle opposizioni di governo rispetto all’autonomia differenziata.
Il pensiero di De Luca
Tra i primi ad esprimere un’opinione fortemente contraria all’autonomia era stato il governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che ieri ha ribadito il suo sconforto. “No, non è un’Italia più giusta né un’Italia più forte, è un’Italia a rischio. – il commento di De Luca – Il Governo andava di corsa stanotte, loro come sapete soffrono di insonnia. Non sapevano che fare stanotte e hanno approvato questo decreto”. Il governatore della Campania, il 16 febbraio scorso, aveva organizzato una manifestazione di protesta a Roma, con oltre 5000 persone e 500 sindaci in piazza contro l’autonomia differenziata e il mancato sblocco del Fondo Sviluppo e Coesione.
Il ddl
Il ddl sull’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario è una legge puramente procedurale per attuare la riforma del Titolo V della Costituzione messa in campo nel 2001. In 11 articoli definisce le procedure legislative e amministrative per l’applicazione del terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione.
La determinazione dei Lep
Tra gli aspetti che generano maggiori dubbi, c’è quello relativo alla determinazione dei Lep. In particolare, “la concessione di una o più forme di autonomia è subordinata alla determinazione dei Lep, ovvero i criteri che determinano il livello di servizio minimo che deve essere garantito – è specificato nel testo – in modo uniforme sull’intero territorio nazionale. La determinazione dei costi e dei fabbisogni standard, e quindi dei Lep, avverrà a partire da una ricognizione della spesa storica dello Stato in ogni Regione nell’ultimo triennio”.
Controrisorgimento
De Luca a più riprese ha ricordato l’importanza di definire in ampio anticipo i Lep, i livelli essenziali delle prestazioni da garantire su tutto il territorio nazionale. Una valutazione dettata anche dal rischio di ritrovarsi dinanzi all’ipotesi, qualora non fosse possibile accordarsi sul loro finanziamento, di rideterminarli sulla base della spesa storica attuale. Il pericolo di ampliare il divario tra Nord e Sud, dunque, è concreto. E la sensazione di un “Controrisorgimento” in atto è sempre più palpabile.