Intervista esclusiva
Tutto è possibile: Sergio Marchionne e il Rugby insegnano
Incontrare l’autore di un best seller è speciale, scoprire poi che c’è dietro anche tanto altro è un piacere. Scoprire altresì che gioca a Rugby è una soddisfazione.
L’intervista, finalizzata a raccontare il libro su Sergio Marchionne, ci ha fatto scoprire molto altro.
Tommaso Ebhardt è nato a Treviso e ha giocato nel Tarvisium Rugby. Nonostante l’età (gennaio 1975), l’impegnativa attività professionale e la famiglia, gioca ancora a rugby nei Dragold del Parco Sempione di Milano, una società nata dieci anni fa dalla volontà di alcuni papà di giovani figli giocatori. Una volta alla settimana dismette i panni di scrittore, giornalista e direttore e si catapulta in mischia insieme ad altri personaggi malati dei valori, dei riti e delle emozioni della palla ovale. Rispetto per tutti, paura di nessuno.
Il rugby non è lo sport della finzione, è uno sport di verità, che crea empatia.
Forse anche questo avrà ispirato la scrittura del best seller su Sergio Marchionne?
La passione dà senso alla vita, consente di pensare l’impossibile e qualche volta permette di raggiungere buoni risultati.
Ebhardt Hawaiano? No, ma suona uno strumento musicale speciale, uno di quelli della famiglia delle chitarre e originario delle Isole Hawaii: l’Ukulele.
Tommaso Ebhardt è direttore milanese di una delle reti di canali satellitari e via cavo più importanti al mondo, una di quelle che impattano sui mercati finanziari e influenzano economia e finanza: Bloomberg News.
Bloomberg è una multinazionale con sede a New York e comprende TV, agenzia di stampa, radio, internet e pubblicazioni editoriali.
Fu fondata da Michael Rubens Bloomberg, una personalità di grande rilievo non solo nel mondo statunitense. Per 12 anni sindaco repubblicano di New York, poi indipendente e, secondo Forbes, nel 2022 uno degli uomini più ricchi al mondo.
Tommaso Ebhardt ha seguito per dieci anni Sergio Marchionne, tallonandolo da vicino nelle belle e nelle cattive stagioni, probabilmente senza mai placarlo, ma certamente acquisendo la capacità di “sistemare le cose” per aumentare le aspettative di vita e fare la differenza.
Mai accontentarsi.
Dopo la laurea in Economia Politica alla Bocconi, inizia la professione di giornalista e per amore della moglie Anna si trasferisce a Padova lavorando a Serenissima Televisione occupandosi di sport. Nel frattempo gioca a rugby e dopo un anno di colloqui approda a Bloomberg come giornalista televisivo fino ad arrivare alla direzione della redazione di Milano.
Perché hai scritto il libro proprio su Sergio Marchionne?
Perché dopo essergli stato vicino per così tanti anni e dopo la sua morte, ho voluto raccontare, soprattutto nel nostro paese, chi era il vero Sergio Marchionne.
Come ne esce Sergio Marchionne dal tuo libro? Quali insegnamenti possiamo trarre…
Il primo insegnamento è crederci. E, crederci fino in fondo permette di arrivare dove si vuole. Tutto è possibile. E lui lo ha dimostrato partendo dal nulla.
Sergio Marchionne, figlio di un maresciallo dei Carabinieri, nato a Chieti, domiciliato in Svizzera nel Canton Zugo e vissuto in Canada fin dall’età di 14 anni. Laurea in filosofia a Toronto, giurisprudenza a York, una terza laurea in discipline commerciali (bachelor of commerce) e un master in business administration, sempre in Canada.
Ha esercitato come procuratore legale, avvocato ed esperto contabile.
A livello internazionale è famoso per aver ricoperto ruoli manageriali prestigiosi.
In Italia, ma non solo, è stimato per aver guidato la Fiat all’interno di un gruppo globale, decuplicando il valore in Borsa e trasformando un’azienda italiana sull’orlo del fallimento in una importante società d’insieme. Nel 2006 ha ricevuto l’onorificenza di Cavaliere del lavoro.
Ha ricoperto molti incarichi, non solo nelle attività attinenti alla famiglia Agnelli.
Nel 2011 è apparso nell’elenco del periodico statunitense Time e ripreso dal Sole 24 ore, al 51° posto tra le persone più influenti al mondo.
Tommaso Ebhardt prosegue…
L’altro insegnamento che Marchionne mi ha lasciato è fondamentale. E’ importante la passione per la propria attività professionale, ma non bisogna dimenticarsi delle persone che ci vogliono bene e inoltre è fondamentale prendersi cura di se stessi. Marchionne ha avuto una passione troppo totalizzante e purtroppo è venuto a mancare troppo presto…
Sergio Marchionne aveva 66 anni quando è morto, il 25 luglio 2018, a causa di una malattia con cui combatteva da tempo.
Una curiosità, un aneddoto …
Quando FIAT compra Chrysler.
Io lavoro tutta la notte e insieme a mia figlia Matilde la mattina dopo dovevamo andare a sciare. L’avevo promesso e così l’accompagno. Poi inizia un periodo complicato, seguo e cerco Marchionne dappertutto, in Svizzera, Detroit, in giro per il mondo e non riesco a portare a casa nessun vero scoop. Dopo tre settimane torno a casa e trovo un regalo e un biglietto di Marchionne scritto a mano e indirizzato a Matilde in cui scriveva “Mi dispiace di aver rubato il tuo papà durante le vacanze di Natale, spero mi potrai perdonare”.
Ecco, questo fa capire l’umanità della persona.
Prossimi progetti futuri?
Portare in giro un monologo sul rugby, diventerà uno spettacolo che presenterò quanto prima a Rovigo.
Altro…
Sto lavorando ad una nuova versione del libro su Marchionne dopo cinque anni dalla sua scomparsa. Uscirà con un capitolo integrativo in cui, incontrando i protagonisti di quel periodo, cercherò di dare una risposta alla domanda: “Cosa resta quando tutto passa?”.
La famiglia e gli impegni lo richiamano, noi lo ringraziamo per il tempo e la disponibilità.
Lo incontreremo per l’uscita del secondo libro aggiornato su Sergio Marchionne. Buon lavoro.
Tommaso Ebhardt Sperling & Kupfer, 30 aprile 2019 – 288 pagine