Il 22 dicembre del 2010 le Nazioni Unite hanno proclamato il 22 maggio “Giornata Mondiale della Biodiversità” (International Day of Biological Diversity).
La data è stata scelta per ricordare il giorno in cui nel 1992 fu adottata a Nairobi la “Convention on Biological Diversity”, un trattato internazionale, ratificato da 196 Paesi, volto a tutelare e usufruire di un’equa ripartizione delle risorse genetiche del Pianeta.
Per la Giornata Mondiale della Biodiversità del 2023, il Segretariato della Convenzione sulla Diversità Biologica ha scelto come tema “Dall’Accordo all’azione: ricostruire la biodiversità”. L’intento è aumentare la comprensione e la consapevolezza delle problematiche della Biodiversità.
Allo stato attuale la Terra è l’unico pianeta conosciuto nel quale prospera la vita.
Potremmo supporre che se un extraterrestre visitasse il nostro pianeta, rimarrebbe stupito e sconcertato dall’enorme diversità delle forme di vita esistenti. La ricca varietà di organismi viventi con cui gli esseri umani condividono il pianeta non cessa di stupire e affascinare neppure noi. Si fa fatica a credere che ci siano più di 20.000 specie di formiche, 300.000 specie di coleotteri, 28.000 specie di pesci e quasi 20.000 specie di orchidee.
Nella nostra biosfera l’immensa diversità (o eterogeneità) esiste non solo a livello di specie ma a tutti i livelli di organizzazione biologica che va dalle macromolecole all’interno delle cellule, ai biomi. Biodiversità è il termine reso popolare dal sociobiologo Edward Wilson per descrivere la diversità combinata a tutti i livelli dell’organizzazione biologica.
Le più importanti sono: la Diversità Genetica, ovvero, una singola specie potrebbe mostrare un’elevata diversità a livello genetico nel suo areale di distribuzione. L’India ha più di 50.000 ceppi geneticamente diversi di riso e 1.000 varietà di mango, per citarne una.
Per parlare ancora di diversità, a livello di specie, si possono prendere ad esempio alcune specie di anfibi che hanno una maggiore diversità nella stessa catena montuosa dei Ghati. Infatti gli anfibi nella parte sud-ovest della penisola indiana hanno una maggiore diversità di specie rispetto a quelli dei Ghati orientali.
Citiamo ancora la Diversità Ecologica a livello di ecosistema; le regioni tropicali e sub-tropicali, ad esempio, con i loro deserti, le foreste pluviali, le mangrovie, le barriere coralline e le zone umide, hanno una maggiore diversità di ecosistemi di un paese scandinavo come la Norvegia.
Ci sono voluti milioni di anni di evoluzione per accumulare questa ricca diversità in natura, ma potremmo perdere tutta questa ricchezza in meno di due secoli, se gli attuali tassi di perdita di specie continueranno a salire. La Biodiversità e la sua conservazione sono ora questioni ambientali vitali di interesse internazionale; sempre più persone, in tutto il mondo, iniziano a rendersi conto della criticità della questione, in relazione alla nostra sopravvivenza e al nostro benessere su questo pianeta.
Durante i tre miliardi di anni dall’origine e diversificazione della vita sulla terra ci sono stati cinque episodi di estinzione di massa riguardanti le specie. In che modo la “Sesta estinzione”, attualmente in corso, è diversa degli episodi precedenti? La differenza sta nei dati, si stima che i tassi di estinzione delle specie siano da 100 a 1.000 volte più veloci che nell’era pre-umana e le nostre attività siano responsabili dell’incremento della velocità. Gli ecologisti dichiarano che se il trend attuale continua, quasi metà di tutte le specie sulla terra, potrebbe essere spazzata via entro i prossimi 100 anni.
Tra le cause importanti che mettono a rischio la biodiversità vi è la perdita e la frammentazione degli habitat naturali che causa l’estinzione di animali e piante. Il più drammatico esempio di perdita dell’habitat fa riferimento alle foreste pluviali dell’Amazzonia, il cosiddetto “Polmone Verde del Pianeta”, che ospita milioni di specie: le foreste vengono rasate al suolo per favorire la coltivazione della soia o per la conversione in prati per l’allevamento di bovini. Altra concausa della perdita di biodiversità, è il sovrasfruttamento delle risorse naturali. Si pensi all’attività di pesca incontrollata che mette in pericolo alcune specie ittiche commercialmente importanti o quando in alcuni habitat marini, vengono introdotte specie aliene, involontariamente o deliberatamente per vari scopi, causando il declino o l’estinzione di specie indigene.
Quando una specie si estingue, le piante e le specie animali ad esse associate in modo obbligatorio si estinguono: l’estinzione dell’uno porta inevitabilmente all’estinzione dell’altro.
Perché dovremmo conservare la biodiversità?
Molteplici sono le ragioni, la maggior parte di esse sono utilitaristiche e altre etiche. Preminente è il concetto di biodiversità da cui dipende la stessa sopravvivenza dell’umanità e il presupposto etico di rispetto delle condizioni esistenti, per donarle integre alle future generazioni. Quindi biodiversità, che oltre ai benefici diretti per l’approvvigionamento di cibo, di fibre, di legna da ardere e fabbricazione di prodotti farmaceutici, ci fornisce benefici indiretti che riceviamo attraverso servizi eco-sistemici come: l’impollinazione, il controllo dei parassiti, la stabilità del clima e il controllo delle inondazioni.
Preservare la Biodiversità, prendersi cura della meravigliosa varietà della vita della Terra è un dovere imprescindibile per gli esseri umani che hanno a cuore la vita stessa, con responsabilità e alto senso morale.