Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è intervenuto alla cerimonia in occasione del centenario della nascita di don Lorenzo Milani che si è svolta a Barbiana. Dopo i saluti di Filippo Carlà Campa, Sindaco di Vicchio, di Eugenio Giani, Presidente della Regione Toscana e di Agostino Burberi, ex allievo, Presidente della Fondazione don Milani, hanno preso la parola Yasmine Laktaoui, studentessa della scuola milaniana di Calenzano e volontaria educatrice, S.Em. Rev.ma il Cardinale Matteo Maria Zuppi, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana e Rosy Bindi, Presidente del Comitato nazionale per il centenario della nascita di don Lorenzo Milani. La cerimonia si è conclusa con l’intervento del Presidente Mattarella che ha detto, evidenziando il ruolo fondamentale di Don Lorenzo, in termini pedagogici, di educazione e di formazione per una intera generazione che è stato: “Testimone coerente e scomodo per la comunità civile e per quella religiosa del suo tempo. Battistrada di una cultura che ha combattuto il privilegio e l’emarginazione, che ha inteso la conoscenza non soltanto come diritto di tutti ma anche come strumento per il pieno sviluppo della personalità umana”.
E ancora, il Capo dello Stato, ha riconosciuto a Don Milani di: “Essere stato un segno di contraddizione, anche urticante, significa che non è passato invano tra di noi ma che, al contrario, ha adempiuto alla funzione che più gli stava a cuore: far crescere le persone, far crescere il loro senso critico, dare davvero sbocco alle ansie che hanno accompagnato, dalla scelta repubblicana, la nuova Italia”.
Infine, “Don Lorenzo avrebbe sorriso di fronte a una rappresentazione come antimoderno, se non medievale, della sua attività. O, all’opposto, di una sua raffigurazione come antesignano di successive contestazioni dirette allo smantellamento di un modello scolastico ritenuto autoritario. Nella sua inimitabile azione di educatore – e lo possono testimoniare i suoi “ragazzi” – pensava, piuttosto, alla scuola come luogo di promozione e non di selezione sociale. Una concezione piena di modernità, di gran lunga più avanti di quanti si attardavano in modelli difformi dal dettato costituzionale”.