Vivere la vita in città è un’avventura difficile. Perché renderla ancora più difficile per sé e per gli altri?
Milano, metà mattina di un giorno di giugno. Camminiamo in due affiancati sul marciapiede di via Monte di Pietà tra turisti e varia umanità. Dall’angolo con via Verdi sbuca improvvisamente una giovane signora. Ci scostiamo, non per educazione ma per avere salva la vita.
La signora è in bicicletta, non rallenta, non chiede scusa e procede arrogante sul marciapiede.
Incontenibile dalla mia bocca esce un rimprovero. In risposta la giovane signora, senza voltarsi, toglie garbata la mano destra dal manubrio e alza al cielo il dito medio.
Uno degli innumerevoli quotidiani episodi che colorano ormai la vita dei pedoni milanesi, in centro come in periferia.
L’uso delle due ruote come mezzo di trasporto quotidiano è in costante aumento, incoraggiato da iniziative come il bike sharing e le piste ciclabili sempre più numerose. Tuttavia, mentre molti ciclisti rispettano le regole stradali e pedalano con cautela, non possiamo negare l’esistenza di alcune cattive abitudini che possono mettere a rischio la sicurezza di tutti.
Esploreremo ora alcune di queste cattive abitudini e cercheremo di sensibilizzare alla necessità di un comportamento più responsabile.
L’ignoranza delle regole stradali: uno dei principali problemi è l’ignoranza delle regole stradali.
Molti pedoni e automobilisti lamentano un comportamento incosciente dei ciclisti che ignorano i semafori rossi, procedono contromano, attraversano in velocità le strisce pedonali o corrono sui marciapiedi come la signora di via Monte di Pietà. Questo atteggiamento irresponsabile non solo mette in pericolo il ciclista stesso, ma anche gli altri utenti della strada.
L’uso del cellulare: come automobilisti e pedoni, anche i ciclisti sono spesso tentati di utilizzare il cellulare durante la guida.
Mandare messaggi, guardare video o rispondere alle chiamate può distrarre il ciclista e ridurre la sua capacità di reagire tempestivamente a situazioni di emergenza. È essenziale che i ciclisti mettano il loro telefono da parte mentre sono in sella per garantire una guida sicura. E per l’amore di Dio, ma soprattutto il vostro, toglietevi cuffie e auricolari…
L’assenza di dispositivi di sicurezza adeguati: non indossare un casco protettivo o non avere luci e riflettori adeguati sulla bicicletta sono cattive abitudini che molti ciclisti milanesi sembrano avere. La mancanza di dispositivi di sicurezza adeguati aumenta il rischio di lesioni gravi in caso di incidenti. È importante ricordare che il casco può fare la differenza tra una caduta lieve e un grave trauma cranico.
Il parcheggio indiscriminato: un’altra cattiva abitudine che si osserva spesso è il parcheggio indiscriminato delle biciclette.
Molti ciclisti lasciano le loro bici in luoghi inappropriati, bloccando marciapiedi, accessi agli edifici o addirittura ostruendo le piste ciclabili stesse.
La mancanza di cortesia e rispetto reciproco: la convivenza armoniosa tra ciclisti, pedoni e automobilisti richiede cortesia e rispetto reciproco.
Purtroppo, talvolta si assiste a comportamenti aggressivi da parte dei ciclisti, come utilizzare insulti e gesti offensivi verso gli altri utenti della strada. Questo tipo di atteggiamento non fa che alimentare conflitti e aumentare la tensione tra le diverse categorie di utenti. È essenziale che i ciclisti si impegnino a essere cortesi, rispettosi e pazienti, favorendo così un clima di convivenza pacifica sulle strade milanesi.
È necessaria una maggiore educazione stradale per i ciclisti, che comprenda la conoscenza delle regole, l’importanza dei dispositivi di sicurezza e l’adozione di un comportamento responsabile.
Allo stesso tempo, le autorità locali devono impegnarsi nella creazione di infrastrutture più sicure e funzionali per i ciclisti, nonché nell’implementazione di controlli più efficaci per scoraggiare comportamenti pericolosi. Il tema dei controlli e delle sanzioni è fondamentale ma, lo sappiamo, non crea popolarità e consenso politico. In genere chi fa rispettare le regole non prende voti…Chi ha orecchie per intendere, intenda!
Solo attraverso una combinazione di sforzi individuali e collettivi sarà possibile rovesciare le cattive abitudini dei ciclisti a Milano, favorendo un’esperienza di guida sicura e piacevole per tutti, e consolidando la città come un modello di mobilità sostenibile e rispettosa dell’ambiente.
E abbiamo parlato solo dei ciclisti! La prossima volta che dite, parliamo dei monopattini elettrici? Un incubo per tutti.
Foto by Nicole Marantelli