Parlare di Terra Siciliane implica un tuffo nel passato e nelle anfore di vino. Infatti la Sicilia è una delle Regioni italiane più ricca di antiche tradizioni, non solo vinicole come dimostrano i numerosi reperti archeologici e i molteplici documenti con riferimento ai vini siciliani.
Fin dal IX-IV secolo a.C. i Fenici navigavano e commerciavano olio e vino. Le anfore e le brocche ritrovate dimostrano anche i passaggi di Greci e Romani. Differenti tipi di vini si sono alternati nei secoli. Perfino il passaggio di Giuseppe Garibaldi nel 1862 lasciò il segno: il marsala dolce fu denominato appunto “Garibaldi dolce”. Sperimentazioni e produzioni si susseguono fino ad oggi. I vini pregiati sono di qualità e prodotti in quantità e il protagonista indiscusso può essere considerato il Nero d’Avola.
Ma la Sicilia non è solo vino, è anche terra di arancini e cannoli.
Per questo motivo abbiamo incontrato alla Fiera dell’Artigianato di Milano 2022 Francesco La Giglia proprietario della società Terra Siciliae il cui nome ricorda e riporta agli antichi splendori siciliani.
Sig. Francesco come sta andando qui in Fiera di Milano?
La Fiera sta tornando ai livelli pre-Covid, noi partecipiamo qui da otto anni e devo dire che abbiamo avuto una buona affluenza e i partecipanti apprezzano i prodotti in generale ed in particolare i nostri.
Lei è indubbiamente siciliano, ma non produce vino da commercializzare, almeno per ora, di cosa si occupa qui alla Fiera dell’Artigianato e come è nata la sua idea imprenditoriale?
L’idea nasce sui banchi dell’Università insieme al mio socio. Siamo laureati in Agraria e concluso gli studi abbiamo pensato di creare una nostra attività. E da qui nascono, fra gli altri prodotti a catalogo, i cannoli e gli arancini con l’obiettivo di far conoscere le specialità siciliane in giro per il mondo.
Il 2023 porterà novità a Terra Siciliae? E quali innovazioni proporrà ai suoi clienti?
Sì, ci saranno novità sia in termini di nuovi prodotti e sia in termini di sviluppi aziendali. Infatti l’idea è proprio quella di aprire un primo punto vendita di Street Food Siciliano a Milano.
Di cosa si occuperà Street Food Siciliano a Milano?
Sarà come un artigiano in fiera per 365 giorni all’anno, probabilmente a partire da febbraio-marzo, dove proporremo tutti i nostri prodotti, compreso il nostro panettone.
Qual è il prodotto andato per la maggiore qui in Fiera?
Senz’altro i cannoli, ma gli arancini sono stati una novità e hanno avuto un buon successo.
Lei è giovane, ma è già riuscito a realizzare questa impresa di successo, anche dopo o forse soprattutto grazie agli studi universitari. Cosa consiglierebbe ai giovani?
Se avete un’idea imprenditoriale, un progetto e una base anche minima di capitale procedete. Se volete realizzare un sogno, percorretelo. Non fermatevi anche se ci sono mille difficoltà, anzi milioni di problemi. Otterrete anche grandi soddisfazioni personali.
A noi sta a cuore il fenomeno delle aziende italiane comprate da stranieri dove la proprietà non è più nazionale ma finisce all’estero. Lei vede problemi per i nostri prodotti e il nostro Made in Italy?
Questo è un grosso problema su cui ragionare perché nel food Made in Italy esiste da tempo e soprattutto nel Made in Sicilia. Qui gli stranieri (cinesi, arabi…) possono copiare tutto dei nostri prodotti, ma fortunatamente non il nostro micro clima. Noi abbiamo l’Etna, il mare… Quello non può essere riprodotto. L’unica loro opportunità è acquistare un’azienda in loco per poter dire Made in Italy oppure Made in Sicilia, ma poi le tasse vengono pagate all’estero così come la proprietà. L’Italia diventa solo una terra di sfruttamento e l’azienda diventa Made in Italy solo di nome, ma di fatto, di capitale e anche di passione nel lavoro è straniera.
E senza la passione non c’è azienda che cresca, che vada avanti. E’ così anche nel food.
Ma la sede che aprirete a Milano avrà proprietà italiana, sarete ancora voi, oppure…
Assolutamente si, saremo noi, venite a trovarci.