Parlare di Sardegna significa molte cose, determina molte sfaccettature e implica venire a conoscenza di segreti ancestrali mai rivelati e assunti dalle tradizioni popolari. Profonde leggende avvolgono la terra dei nuraghi e il popolo sardo.
Villasimius (Crabonaxa in sardo) ha origini antichissime come dimostrano le domus de jena, tombe preistoriche scavate nella roccia, risalenti al periodo prenuragico e databili al II millennio a.C.. Il Comune, collocato nel sud della Sardegna, possiede una posizione strategica e sfruttata dai mercanti fenici già 700 anni prima di Cristo. I fenici costruirono santuari, i punici 500 anni prima di Cristo li distrussero e poi la dominazione romana lasciò tracce di passaggi non ininfluenti sulla vita dell’isola. Il tutto avvolto in segreti e leggende custoditi nei siti archeologici e interrati nelle spiagge.
Oggi Villasimius è una nota località turistica dove non c’è solo mare, spiagge, porceddu e la prelibata sa costedda (tipica focaccia a base di pomodori e/o cipolle), c’è anche altro, ad esempio la Coltelleria Artigianale di Efisio Spiga incontrato alla Fiera dell’Artigianato di Milano 2022.
Sig. Efisio, lei, dal nome, è indubbiamente sardo. Di cosa si occupa e come va qui in Fiera?
Sì, sardo sono, (sorride ndr) produco coltellie questa è una bellissima Fiera, noi la aspettiamo tutto l’anno, qui vengono molti visitatori. Possiamo dire che la trasferta qui in Continente ne è valsa la pena, è stata positiva.
Da dove nasce l’idea di creare questi suoi pregiati coltelli artigianali sardi?
Nasce da una passione che avevo fin da bambino, quando c’erano i coltellini. Possederne uno faceva sentire importanti e quindi poi, diventando più grande, ho deciso di coltivare la passione, creare, costruire e realizzare le opere con l’aiuto della mia manualità.
Per l’anno prossimo, cosa prevede?
Nonostante le previsioni pessimistiche delle televisioni nazionali, noi siamo positivi. Speriamo di migliorare. Come artigiano devo dire che abbiamo patito parecchio negli anni passati, ma siamo sempre alla ricerca della novità per soddisfare i nostri clienti.
Qual è il coltello che ha lei piace di più e ha maggiore richiesta fra i suoi clienti?
Il coltello di cui ho più richiesta direi senza dubbio il famoso e tipico coltello sardo sa pattada
Poi, degli altri Suoi prodotti cosa ci può dire?
Produco il famoso coltello a lama mozza (sa lametta), il coltello a quattro dita senza punta, così chiamato a seguito del Decreto Giolitti del 1907 che spesso veniva anche usato dai minatori per radersi.
Poi abbiamo anche il pregiato coltello arburese con la tipica pancia e usato per scuoiare. Questo coltello veniva anche usato dai militari della Brigata Sassari, a volte per essere inserito nelle baionette.
Cosa possiamo dire ai giovani?
Ai giovani consiglio di impegnarsi per tenere alte le nostre tradizioni anche perché non so se dopo di noi ci sarà ancora qualcuno che vorrà ancora fare questo mestiere. Questo, però, non è solo un problema di un settore come il nostro, bensì è legato un po’ a tutto l’artigianato.
Lei cosa ne pensa del fenomeno delle aziende italiane finite in mano straniera? La proprietà finisce all’estero con il rischio per i nostri prodotti del Made in Italy?
Quello delle aziende straniere è un fenomeno in essere, che sta già succedendo, ha preso piede da qualche anno. Perché molte aziende straniere si sono fatte avanti.
Il nostro prodotto è un’opera italiana di nicchia e gli stranieri lo vedono come prodotto da copiare. Tutti i giorni vediamo aziende straniere produrre i nostri coltelli, ma sono delle forzature, delle riproduzioni di bassa lega e fra l’altro il cliente finale a volte non si accorge della fregatura.
Qual è la domanda che più spesso Le fanno i suoi clienti?
Quella che più spesso ci fanno i nostri clienti, quando vengono a visitare i nostri prodotti è se conviene venire in Fiera. Io rispondo che sono anni che partecipo all’Artigiano in Fiera e ogni volta torniamo contenti. Qui si fanno buoni affari.