Ultimo rapporto di Transcrime
I minorenni denunciati per atti di violenza sono incrementati del 14%.
Questo il quadro delineato dall’ultimo rapporto di Transcrime per il triennio 2019-2022.
Incidono: mancanza familiare, abbandono precoce della scuola e scarne relazioni sociali.
Giovani deviati
C’è chi li definisce giovani devianti e chi membri di una banda giovanile.
Ai più sono note come baby gang, ossia gruppi ristretti di individui, la maggior parte minorenni e con età compresa tra i 15 e i 17 anni, coinvolti in attività criminali e devianti gratuite.
Tra i principali atti di violenza: risse, percosse e lesioni; furti o rapine in pubblica via; atti di bullismo e spaccio di stupefacenti.
Transcrime
Transcrime (centro di ricerca interuniversitario sulla criminalità transnazionale delle Università Cattolica di Milano, Alma Mater Studiorum di Bologna e di Perugia), in collaborazione con il Ministero dell’Interno e della Giustizia, ha pubblicato al termine del 2022 un approfondimento sul fenomeno.
I numeri
Il dato è inequivocabile: +14% di denunce rivolte a giovani per atti di violenza gratuita.
Nello specifico sono in aumento le percentuali di omicidi (+35%), attentati (+53,8%), tentati omicidi (+65,1%), percosse (+50%), rapine (+75,3%) e furti in pubblica via (+91,2%).
Ad aggravare il bilancio, un + 21% di violenze sessuali.
Soltanto nel primo quadrimestre 2022 sono stati pubblicati 1.909 articoli su giornali e agenzie aventi come oggetto violenze giovanili.
Baby gang
Un fenomeno, quello delle baby gang, che si estende nelle piazze e aree metropolitane dell’intera penisola, con un leggero incremento nella zona settentrionale.
La mancanza familiare
Secondo i risultati di Transcrime, tra i motivi principali alla base della devianza giovanile vi è il tentativo di compensare la mancanza di dialogo familiare.
La rabbia dei teenager nasce “Dalla mancanza di ascolto in famiglia e dal non sentirsi amati … Molti genitori sono impegnati con i loro bisogni, non hanno la fermezza e l’ascolto necessari … perché sono gli stessi adulti ad essere insoddisfatti e insicuri della loro vita” (Marta Del Bono, educatrice).
Il ritmo frenetico della vita quotidiana
Un monito nei confronti di mamme e papà, spesso vittime di un sistema frenetico che privilegia il successo economico a discapito della comprensione dei figli. “Il fenomeno delle gang giovanili nasce da una società che si attiene su un registro adolescenziale narcisista e che non vuole crescere … dobbiamo spaventarci del nostro nascondere la testa sotto la sabbia” (Giovanna Capello, psicoterapeuta).
L’abbandono scolastico
Il problema delle gang giovanili è alimentato anche dal precoce abbandono scolastico, dove lo scarso livello di istruzione incontra la mancata ambizione personale dei ragazzi.
L’incapacità della scuola di coinvolgere gli adolescenti con progetti prossimi al mondo del lavoro e gli scarsi investimenti nelle infrastrutture e nella digitalizzazione sono gli scogli che disincentivano di più la rotta accademica.
Il Rapporto Censis
In particolar modo per i ragazzi delle famiglie meno abbienti, propensi ad abbandonare la scuola una volta raggiunta la soglia dell’età dell’obbligo (16 anni). Il Rapporto Censis 2022 attesta che il 12,7% di giovani italiani non arriva al diploma (contro una media europea ferma al 9,7%).
Difficoltà empatiche
Molti ragazzi vivono disagio nei confronti di una società spesso incapace di comprendere i loro stati d’animo e insensibile nell’offerta di momenti di dialogo.
Trovandosi in un limbo ricco di fragilità e debolezze, i giovani sono alla continua ricerca di stimoli per vincere la noia. Se la cura di Angelina Mango prevede una dose di sana “cumbia”, ossia di danza ritmata africana, la violenza sembra essere l’espressione manifestata dalle gang. “L’incapacità di provare emozioni o di essere empatici deriva da una condizione di esclusione sociale” (Malucelli, psicoterapeuta), dove la criminalità assume le sembianze di un’illusoria forma di riscatto.
(Baby gang, fonte: Repubblica, foto copertina)