Die Gegenwart wird Geschichte: die Maueröffnung
9 novembre 1989, avevo 12 anni, incollata davanti alla televisione, guardavo le immagini dei berlinesi accalcati attorno a quel muro che per 28 anni aveva diviso est e ovest, famiglie, vite.
Da allora la storia sarebbe cambiata
1948-1949, 425 giorni di ponte aereo, un lungo periodo in cui gli americani e i paesi loro alleati portarono generi di prima necessità alla popolazione di Berlino Ovest, circondata dai sovietici che avevano chiuso gli accessi ai drei Sektoren, quello controllato dai francesi, quelli inglese e per ultimo quello presidiato dagli americani. Si era solo all’inizio della guerra fredda e probabilmente non si pensava sarebbe durata per più di 30 anni.
Berlino si sveglia divisa a metà
“Sie verlassen di amerikanische Sektor” – state lasciando il settore americano: una delle ben note indicazioni che si trovavano a Berlino in concomitanza del passaggio dal settore americano all’est della città
13 agosto 1961, Berlino si sveglia divisa a metà, est e ovest.
Lungo 155 km e alto 3,6 mt, il Muro circondò la parte ovest della città per 28 anni, impedendo la libera circolazione delle persone.
Venne fatto erigere sotto la presidenza di Walter Ubricht, Presidente della Germania dell’Est. Inizialmente le autorità sostenevano si trattasse di una barriera antifascista; di fatto non venne costruito per proteggere chi vi si trovava rinchiuso, ma servì a rinchiudere una popolazione, non solo fisicamente, ma anche dal punto vista ideologico.
Passare a Ovest
Per 28 anni in molti cercarono di passare da Berlino Est (divenuta capitale della DDR, Deutsche Demokratische Republik) a Ovest.
Dati forniti dalla DDR dicono che in questo lungo lasso di tempo vennero uccise 133 persone intente ad oltrepassare il Muro, per raggiungere i propri cari, ma soprattutto per raggiungere la libertà.
John Fitzgerald Kennedy
“Ich bin ein Berliner” la famosa frase pronunciata dall’allora Presidente americano John Fitzgerald Kennedy durante la visita del 1963 a Berlino Ovest, fu non solo un simbolo di vicinanza alla condizione in cui si trovava la città, ormai divisa, ma una sfida verso l’Unione Sovietica che persisteva nell’aumentare il divario fra occidente e blocco comunista.
La caduta del blocco comunista
L’apertura del Muro di Berlino il crollo del simbolo della cortina di ferro, e la caduta del blocco comunista furono conseguenti
Con l’elezione a Segretario Generale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica di Michail Sergeevič Gorbačëv, il modo conosce due nuove parole, Perestrojka e Glasnost.
La prima significa ristrutturazione, la seconda trasparenza, simboleggiavano una serie di riforme attuate dall’ex Unione Sovietica.
Perestrojka e Glasnost
Perestrojka puntava a riformare l’economia e la politica, la Glasnost a dare maggior libertà di comunicazione.
L’intento di Gorbačëv era quello di dare un governo meno accentratore e con lo scioglimento del Comecon e del Patto di Varsavia, di fatto, vennero meno i vincoli dei paesi satelliti all’URSS.
Le riforme furono parte integrante della dissoluzione del regime Sovietico, ma fu proprio la caduta del Muro di Berlino il simbolo forte di ciò che accadde il 3 ottobre del 1990, ossia l’unificazione delle due Germanie, Est e Ovest.
L’anno successivo si arrivò al crollo dell’Unione Sovietica
Le mappe sugli atlanti, le cartine geografiche appese nelle scuole cambiarono e il mondo ne uscì radicalmente trasformato.