“Nessuno entra, nessuno esce, noi siamo nessuno“.
Questa la realtà nel campo di lavoro nel quale sono rinchiuse numerose donne che devono lavorare per estrarre l’unica fonte di energia rimasta sul pianeta: il sale. Fra le tante prigioniere, Ani e Bianca, le protagoniste, due ragazze tanto diverse quanto unite.
Il sale brucia e consuma la pelle
I corpi delle lavoratrici; il campo di lavoro ne annienta le menti. Gli Integri, le guardie, ricordano tanto i nazisti nei campi di concentramento. Unico desiderio è la fuga: “cercate il cammino, cercate la via. Brucerà e resteranno le ceneri dei loro desideri“: queste le grida della Pazza: l’unica che sa indicare la via d’uscita: “Per fuggire bisogna rompere le regole. È sempre stato così.. si creano nuove realtà, cominciano le rivoluzioni”.
Dopo la fuga
(non è spoiler perché già anticipato nella quarta di copertina) una realtà fuori dal campo che è da sopravvissuti, quasi post apocalittico, con gruppi di ribelli e congreghe di streghe.
In questo racconto dal ritmo serrato e dialoghi intensi
E ricchi di termini pittoreschi, gli incontri di Ani e Bianca saranno l’occasione per le scrittrici di trattare tematiche a loro care come la giustizia, l’oppressione, le differenze sociali, la libertà.
Il romanzo è stato scritto da Tiffany Vecchietti, traduttrice e art director ma soprattutto amata sui social come Miss Fiction e da Michela Monti, già autrice di altri libri fantasy. Dalla lettura emerge l’impegno e la ricerca sia stilistica sia culturale alla base del racconto ma, in primis,il desiderio di trasmettere i valori che le scrittrici condividono nel quotidiano.
“le Strighe/streghe combattono fin dalla loro nascita, insegnando alle persone che tutti sono in grado di lottare per la propria libertà, ma non sempre le vittorie sono facili. Non sempre chi combatte torna a casa.”
Ho avuto la fortuna di poter fare qualche domanda alle autrici.
- “ Brucia la notte” come brucia il sale sulla pelle, come brucia il rogo delle streghe, brucia il tempo che non basta mai.. come nasce il titolo del romanzo?
Brucia la Notte, in maniera molto pratica, nasce prima di tutto dalla nostra necessità di identificare il file sul quale stavamo lavorando. Avevamo bisogno di un nome, ma eravamo ancora molto indecise a riguardo. Sapevamo solo che doveva essere qualcosa di incisivo, e che lo avremmo affrontato dopo.
Poi è successo quello che non ci aspettavamo, cioè che andando avanti quel titolo provvisorio calzava sempre meglio addosso al libro, alla nostra responsabile del progetto è piaciuto, quindi Brucia la Notte è rimasto così, perché era diventato davvero giusto.
- “Fantasy distopico femminista” (non mi piace incasellare i romanzi ma giusto per dare un’indicazione al lettore). Dalle prime pagine emergono delle tematiche forti: l’oppressione fisica e mentale delle dittature ( nel campo di lavoro le donne lavorano perché “lo sanno fare meglio degli uomini” così viene detto da una lavoratrice in linea col regime), il tema della giustizia con racconto di Bruno’, ovviamente l’amicizia, la libertà.. c’è molta carne al fuoco ( a proposito di bruciare). E’ un libro “pop”perché avvincente e accessibile a molti possibili lettori ma ha un secondo livello di lettura più profondo. Soddisfatte? (“conosco” Tiffany ed è sempre molto critica quindi immagino quanto lavoro sia stato fatto per ogni pagina). Come vi siete trovate a lavorare in due?
Soddisfatte noi mai, siamo due pignole disperate ognuna a modo suo, ma è anche uno dei motivi per cui ci troviamo così bene a lavorare insieme.
Non sapevamo bene come ci saremmo organizzate, scrivere narrativa a quattro mani era un modo di lavorare che non avevamo mai sperimentato, ed è servito tempo per trovare il nostro equilibrio, però è stato tutto sorprendentemente piacevole e semplice. Sapevamo cosa volevamo ottenere insieme, l’abbiamo perseguito a forza di esperimenti, e soprattutto siamo sempre state allineate nel riderci sopra prendendoci in giro, soprattutto nei momenti di difficoltà. Questa è stata anche una forma di cura reciproca. Volevamo che fosse accessibile, che parlasse di temi complessi – sociali, politici e filosofici — in maniera assolutamente comprensibile perché sentivamo che era un aspetto da recuperare rispetto alle tendenze del presente.
- Se la prima parte del romanzo è più opprimente, angosciante, nel campo di lavoro; poi si apre un racconto più aperto e avvincente: nei dialoghi usate spesso termini del parlato, semplici ed entrano in scena più personaggi con storie e vite emozionanti. Quanto c’è del vostro vissuto nei personaggi? Per esempio il racconto di Bianca e Matteo a teatro è molto intimo e mi ha fatto pensare che una di voi avesse vissuto un’esperienza simile o avesse un grande amore per il teatro…
Le nostre personagge sono un misto di noi e delle persone che abbiamo incontrato nella nostra vita. Il nostro vissuto è quello che ci ha formate, e non è lo stesso di nessuna delle nostre eroine, ma le emozioni sono tante per tutte, alcune le abbiamo provate anche noi, e quando non le abbiamo provate ci siamo impegnate per capirle il più profondamente possibile. Scrivere usando punti di vista differenti ti fa vivere anche vite non tue, è un modo di affrontare le storie che arricchisce sia chi legge che chi scrive proprio per questo.
- Il romanzo è impregnato di magia. La scelta del sale come unica fonte d’energia rimasta è emblematico visto che il sale è alla base di numerosi rituali e pozioni delle streghe. Poi c’è la preveggenza, i tarocchi, le pozioni..Quanto c’è di magico nelle vostre vite? Quanto conta la magia o meglio, cos’è per voi la magia?
A volte crediamo che nella vita sia tutto magico, se per magia intendiamo le connessioni che le persone hanno tra di loro partendo dal nulla. La comprensione profonda di chi ci sta a fianco è magia, la sorellanza che siamo riuscite a costruire scrivendo un libro è magica, più di quanto si possa spiegare razionalmente.
Il pensiero magico è una delle chiavi di lettura attraverso cui guardiamo il mondo, che siamo carne e mente, ma anche intuizione, irrazionalità e visione. Nel pensiero magico risiede una carica intergenerazionale di vissuti, esperienze e tradizioni che non possono essere cancellate e banalizzate. Sono state una delle forme di resistenza dal basso più tenaci ed efficaci della storia. Noi questa genealogia non vogliamo solo rispettarla, ma celebrarla e portarla avanti.
La magia costruita come resistenza dal basso continua a radicarsi nelle pratiche di cura e sostegno non per forza materiali, ricordandoci continuamente quanto siano pratiche da recuperare in un mondo che mette sempre di più al centro gli aspetti materiali ma, allo stesso tempo, li rende esclusivi e inaccessibili. Ecco, la vera magia è forse continuare a resistere con tenacia e a opporsi al vuoto che inghiotte le vite di chi si sente escluso.
Grazie
Consiglio questo libro perchè è un “fantasy impegnato”: offre la magia e l’avventura del fantasy ma è ricco di spunti di riflessione.
Neo: da dipendenza. Attendo il seguito!