Perché è storica:
La cascina risale al Medioevo e in origine era un piccolo borgo. Fra il XII e il XIII secolo, si trovò ad essere una delle zone contese fra Milano e Pavia e quindi in un perenne stato di guerra. Nel XIII secolo vi si trovava un castello, con un recinto fortificato che dava riparo ai contadini in caso di guerra. Fino al 1246 il borgo era parzialmente soggetto alla giurisdizione della famiglia Brema (o de Bremis), che possedeva il castello e diversi terreni, esercitava diritti di signoria su parte del suo territorio e riscuoteva le decime su diverse terre. Altri feudatari che detenevano terre nell’area di Vione erano i Visconti. De Bremis e Visconti possedevano la maggioranza dei terreni di Vione, mentre le altre terre erano divise tra diversi altri signorotti. Vi era poi la famiglia Villani che, pur non possedendo terre nella zona di Vione, vi riscuoteva metà delle decime gravanti su tutto il suo territorio.
Tra il 1236 e il 1252 i monaci cistercensi dell’abbazia di Chiaravalle acquistarono dai feudatari locali tutte le terre, il castello e i diritti signorili e di decima del territorio di Vione, espulsero gli abitanti del villaggio e trasformarono Vione in una grangia (azienda agricola) del monastero di Chiaravalle. Le strutture preesistenti furono verosimilmente modificate e adattate alle nuove esigenze. Probabilmente l’intento iniziale dell’Ordine Cistercense era quello di gestire direttamente la grangia di Vione, facendovi lavorare, a titolo gratuito, i monaci, che avrebbero dovuto risiedere nelle case lasciate vuote dagli abitanti espulsi. Tuttavia, vista l’instabilità politica e le continue guerre e saccheggi, i monaci dovettero ricorrere, probabilmente fin da subito, ad una gestione indiretta, affittando ai contadini case e terreni.
Un documento del 1295 testimonia la presenza a Vione di 26 massari in affitto, mentre il primo contratto scritto tra il monastero e gli affittuari residenti a Vione risale al 1305. L’affitto era pari ad un terzo del raccolto, a metà dei frutti degli alberi dei frutteti, a 15 denari terzoli per ogni pertica di prato da pascolo e a metà del fieno prodotto. In più i contadini affittuari erano obbligati a pagare ai monaci decime e altre tasse e ad adempiere ad una serie di obbligazioni. Erano altresì tenuti ad obbedire ad un podestà nominato dall’abate di Chiaravalle.
Fecero visita all’oratorio cistercense di Vione San Carlo Borromeo (nel 1573) e il cardinal Federico Borromeo (nel 1615). Nel 1725 Vione venne accorpato al comune di Basiglio, mentre in precedenza faceva comune a sé. Ancora nel 1796 i cistercensi gestivano l’oratorio di Vione. Nel 1833 risultavano risiedere a Vione 260 persone. Fino agli Anni Settanta e Ottanta del XX secolo Vione risultava essere una fiorente cascina agricola, ma poi l’agricoltura della zona entrò in crisi. Nei primi anni Duemila la cascina era proprietà della Fondiaria Agricola Vione, ma versava in condizioni di abbandono. Un primo progetto di recupero venne ideato da una società immobiliare nel 2007, ma, in seguito alla crisi del mercato immobiliare, tale società fallì. Nel 2011 subentrò la famiglia Vidani, imprenditori dell’alluminio, che rilanciò il progetto di trasformare l’ex cascina in un borgo residenziale.
A quali funzioni è adibita oggi:
Oggi Cascina Vione è una gated community ad uso residenziale. Nella parte accessibile al pubblico sono presenti la biblioteca comunale di Basiglio e il ristorante Borgo di Vione, mentre nella parte riservata ai residenti è presente l’azienda agricola biologica Sac S.S. di Cardazzi Emilio Giovanni Davide e Marco.
Contatti:
Tel. Ristorante Borgo di Vione: 02 9075 4156
Cell. Sac S.S. di Cardazzi Emilio Giovanni Davide e Marco: 339 759 5276