Jean-François Champollion
Le ragioni dietro la Campagna d’Egitto, intrapresa dalla Repubblica Francese negli ultimissimi anni del ‘700, erano essenzialmente di politica interna ed esterna.
Gli esiti, culturali, sono stati inestimabili.
Decifrare un alfabeto
Decifrare un alfabeto è cosa non semplice, per questo innumerevoli lingue nel corso dei secoli sono irrimediabilmente andate perdute.
Alfabeti come quello cretese, o antichi caratteri indiani, meccanismi di scrittura di cui magari si ignora, ad oggi, perfino l’esistenza.
Messaggi da decodificare
Certo è che, nel corso dei secoli, si sono fatti differenti tentativi di comprendere delle lingue, magari confrontando i caratteri con quelli di linguaggi simili, cercando di capire quale suono (o oggetto) fosse associato ai vari grafemi.
Il metodo più sicuro e semplice è quello di utilizzare delle “tavole sinottiche” che contengano dei messaggi scritti nella lingua che si vuole decodificare e in una lingua nota, così da procedere alla comparazione. Tuttavia, un metodo apparentemente tanto semplice non è utilizzato tanto spesso dai glottologi a causa dell’oggettiva difficoltà a reperire simili tavole.
La Spedizione Francese in Egitto
Nel caso, infatti, di lingue antiche l’autore dei documenti utili a tale scopo è probabilmente morto da secoli, ragion per cui i suoi scritti, laddove siano conservati, sono veri e propri reperti archeologici, che non vengono ritrovati tutti i giorni.
La Spedizione Francese in Egitto, tra il 1798 e il 1799, malgrado si sia rivelata politicamente fallimentare nel “tagliare la via delle Indie” controllando uno snodo commerciale sulle rotte inglesi, ha avuto questo merito.
Jean-François Champollion
L’archeologo francese Jean-François Champollion, giunto a seguito della spedizione sotto la guida di Napoleone Bonaparte, all’epoca generale dell’esercito, ebbe questa rara occasione.
Egli fu testimone del ritrovamento della Stele di Rosetta, una pietra, oggi conservata al British Museum di Londra, recante un messaggio scritto sia in alfabeto egizio che in greco.
Quest’ultima, emersa dalla storia dopo millenni di oblio, fu in grado di consentire allo studioso di elaborare una parziale decifratura del linguaggio utilizzato all’epoca, avviando in una nuova fase la branca degli studi dell’egittologia.
I geroglifici
Si giunse, infatti, nel 1822 a decifrare in gran parte il linguaggio contenuto nei geroglifici.
A fronte di un fiasco politico, conclusosi con un nulla di fatto nella guerra contro l’Impero inglese, i francesi riuscirono, però, a riportare alla luce una lingua dimenticata per secoli facendone nuovamente dono all’umanità.