In Italia, esistono una serie di regole e orari a cui dobbiamo attenerci quando si parla di riscaldamento. La legge definisce i nuovi limiti temporali di esercizio degli impianti termici di climatizzazione alimentati a gas naturale e la riduzione di un grado dei valori massimi delle temperature degli ambienti riscaldati. Ma chi controlla che queste regole vengano rispettate?
La risposta è complessa e frammentata. Il decreto 102 del 2022, noto come decreto Cingolani, ha introdotto una serie di misure per il contenimento dei consumi energetici, tra cui anche una revisione del sistema di controllo del riscaldamento.
In base al decreto Cingolani, l’autorità competente per i controlli è l’ente locale, che agisce attraverso la polizia locale e gli ispettori tecnici accreditati.
Come ci spiega l’Avvocato Venghi, i controlli sul riscaldamento si concentrano soprattutto sugli amministratori di condominio per quanto riguarda gli impianti centralizzati e sulle attività commerciali. I controlli sulle singole abitazioni private sono invece esclusi, perché risulterebbero troppo difficili da effettuare.Â
Per quanto riguarda le scuole invece, esiste un vero e proprio paradosso. In questo caso la competenza è sempre degli enti locali, quindi della provincia, del comune o della città metropolitana, che dovrebbero fare dei controlli attraverso la polizia locale. Il paradosso in questione, sta nel fatto che gli enti che sono deputati ai controlli sulla temperatura nelle scuole, sono gli stessi che sono responsabili dell’obbligo di manutenzione degli impianti!
Alla luce di questi fatti, appare chiaro che il sistema di controllo del riscaldamento è complesso e frammentato. I controlli sono incentrati su alcuni ambiti, ma sono sporadici e non coprono l’intera popolazione. È necessario un sistema più efficiente e capillare, in grado di garantire il rispetto delle regole e la tutela della salute dei cittadini.