Con il recente disegno di legge n. 2493, si prevede di inserire le competenze non cognitive all’interno della didattica e si intende richiamare l’attenzione verso la dimensione, spesso trascurata, dell’educazione intesa come capacità di ex ducere, di tirare fuori le proprie competenze, valorizzarle e potenziarle. La proposta ha sicuramente dei limiti ma rappresenta un segnale importante per il mondo scuola perché riconosce che, l’istruzione non si esaurisce nella trasmissione di sole conoscenze. Tra i principali attori mondiali di sviluppo e sostegno, in termini di educazione e formazione collegate alle competenze non cognitive, possiamo annoverare il metodo FranklynCovey, oggi leader in questo settore. Anche in Italia, la metodologia Covey inizia ad affacciarsi e la sua esplicazione è ben rappresentata nel manuale, “The Seven Habit of Highly Effective People”. Applicabile a qualsiasi livello d’Istruzione e formazione e nell’ottica di uno sviluppo di efficacia personale, autodeterminazione ed educazione, il metodo ben si inserisce in quella che è la didattica dell’educazione finanziaria per i ragazzi e per gli adulti.La formazione dell’adulto su tali temi è particolarmente importante perché per educare un giovane all’efficacia e alla gestione delle risorse, personali e finanziarie, serve prima di tutto una formazione dell’adulto, che si fa poi modello ed esempio per i giovani. Per capire meglio di cosa si tratta abbiamo incontrato chi, oggi, sta promuovendo la metodologia nel nostro Paese. In prima battuta Erasmo Gatti di AIEF, l’Associazione Italiana Educatori Finanziari, al quale abbiamo chiesto come e perché è importante queste tematiche nelle scuole. “Da parte degli studenti (classi quinte delle elementari e classi della secondaria di primo grado) c’è stato tantissimo interesse e curiosità con tanta partecipazione attiva e interazione d’aula. Molto rilevante, direi, il fatto che successivamente alle sessioni di educazione finanziaria tante sono state le richieste di ritornare sugli argomenti trattati. L’obiettivo perseguito ha fatto si che si sia raggiunta la consapevolezza che l’economia e la finanza fanno parte della nostra vita. E anche la consapevolezza di una maggiore attenzione a queste tematiche è sicuramente aumentata così come il desiderio di aumentare a poco a poco le proprie conoscenze”. Con Eleonora Alfano, docente, pedagogista, referente didattica della Franklin Covey Education Italia abbiamo parlato di soft skills quali argomento ormai centrale a qualsiasi livello di formazione, soprattutto con gli adulti e le abbia chiesto come mai è così difficile introdurre realmente questi temi nella didattica delle scuole?” “I docenti italiani sono spesso molto esperti nelle loro discipline d’insegnamento, intuiscono la necessità di trattare i temi della gestione delle risorse, umane e anche finanziarie. Inserire però attività diverse dalla didattica tradizionale, presenta spesso forti limiti e timori: la paura di avere ancora qualcosa “in più” da fare, oltre all’enorme mole di lavoro già a carico, o, ancora, il timore di sperimentare, allontanandosi dal tracciato della tradizione. È importante, però, non dimenticare che l’educazione è compito della scuola, tanto quanto l’istruzione, e i docenti meritano di amare il loro lavoro in tutta la meraviglia che lo caratterizza: fantasia, creatività, passione, scientificità e tecnica. Dall’essere educatori, dall’Agenda 2030, dalle linee guida europee, ma soprattutto dagli occhi dei giovani che ci troviamo di fianco, abbiamo imparato tanto e continuiamo ogni giorno a imparare: perché sono proprio questi occhi a dirci quanto hanno bisogno del nostro aiuto per essere felici”.
Il punto rivista di un facilitatore
Un punto di vista fondamentale nello sviluppo di progetti tematici nelle scuole è sempre più quello delle famiglie. Simone Candiani, è un genitore e anche un facilitatore nelle scuole di “The 7 Habits of Highly Effective People”, il metodo sui temi dell’efficacia personale. “Cosa pensi riguardo il tema dell’educazione alle competenze trasversali nelle scuole e come vedresti, da genitore, una proposta di educazione finanziaria come strumento per sviluppare conoscenze e competenze per la gestione delle risorse finanziarie”? “Credo che le competenze non cognitive siano necessarie per la crescita armonica dei nostri figli. Da anni seguo i miei figli a scuola e credo che dalle famiglie possa e debba derivare un sostegno alla scuola e ai suoi attori. Come genitore e come rappresentante di classe, sono convinto che a scuola i nostri bambini e ragazzi possano avere l’opportunità di essere anche educati, guidati a valorizzare le loro inclinazioni e i loro talenti. Una scuola che riduca il lavoro dei docenti all’insegnamento delle varie discipline non è più adeguata. Educare non è da ritenere un compito al di fuori del loro ruolo. Gli insegnanti sarebbero maggiormente gratificati se potessero educare oltre che insegnare e ci sono oggi metodologie affidabili e pronte per fare questo. Altro tema molto importante ritengo sia l’inserimento di tematiche finanziarie di base per far sviluppare agli studenti, basilari conoscenza pratiche che gli permettano di intendere, meglio, il mondo e le dinamiche economiche familiari, nazionali e internazionali per avere una migliore comprensione degli avvenimenti”.