Parlare di economia vuol dire, in Italia, parlare di Trento: un festival che si svolge ogni anno per tre giorni, all’interno della bellissima città sulle alpi. All’edizione di quest’anno, però, assieme agli argomenti tecnici ne hanno fatti da padrone altri come la strategia, la politica, il futuro delle democrazie e persino la difesa.
L’edizione 2023, recentemente conclusa lo scorso 28 maggio a Trento, ha mostrato ancora una volta, se mai ce ne fosse stato bisogno, la necessità di discutere di temi economici con un confronto il più possibile costruttivo e aperto a tutti. Se, infatti, a leggere il titolo evocativo “Contro gli incappucciati della finanza” che raccoglie gli articoli del professor Caffè comparsi su L’Ora e Il Messaggero dal 1974 al 1986 viene da pensare a misteriosi figuri che tessono le loro trame segrete, vederli nella (relativa) riservatezza di una sala che può contenere meno persone di un’aula universitaria fa decisamente meno paura.
Parlare oggi di economia significa, infatti, addentrarsi in un campo che molte persone ritengono tedioso, molto tecnico, scientifico, ma nell’edizione di quest’anno, tra una conferenza del governatore Fazio della Banca d’Italia e un discorso di Alberto Forchielli su Taiwan, gli argomenti discussi sono andati ben oltre i tecnicismi come fisco o pareggi di bilancio. Viviamo, infatti, in un’epoca dove la multidisciplinarietà è stata accettata ampiamente, oltre al fatto che soffermarsi sui tecnicismi economici lo renderebbe sì un congresso per pochi eletti.
Proprio per questo ad oggi il Festival ha un ruolo fondamentale, di vetrina della comunità intellettuale in cui, sul sottofondo economico, si stagliano gli argomenti più diversi: geopolitica, cultura, intrattenimento, filosofia politica e persino sicurezza. Incastonati nella cornice di Trento autori (e attori) che vanno dal Generale Graziani, presidente di Fincantieri, fino al commentatore sportivo Pierluigi Pardo con l’iconico duo Parenzo-Cruciani, protagonisti de La Zanzara.
Un tema dunque che non è tanto il sapere come entità a sé stante, quanto il confronto tra i saperi e il modo in cui questi ultimi possono condizionare la vita dell’essere umano tra le sue mille sfaccettature. Se da un lato le democrazie appaiono influenzate negativamente da fenomeni economici quali la scomparsa della classe media, è altresì vero che la produzione di armamenti più avanzati può trasformarsi in un’opportunità, secondo alcuni, per vincere le sfide politiche che ci permetteranno di essere economicamente più forti (e stabili) in futuro. Si è visto insomma a Trento un mondo di studiosi, politici e intellettuali di ogni sorta che ha avuto, finalmente, l’occasione di aprirsi al pubblico e accoglierlo in una vera e propria “festa della conoscenza”.