Grande interesse per le automobili
L’11 luglio 1899 nasceva a Torino la Fiat.
Erano anni di grande fermento e di crescente interesse per le automobili: tra il 1898 e il 1908 in Italia nascono un centinaio di fabbriche automobilistiche, la metà delle quali a Torino.
Nel 1899 un gruppo di facoltosi torinesi accomunati dalla passione per l’automobile, dopo una attenta valutazione del mercato e delle sue potenzialità decidono di fondare la Società Anonima Fabbrica Italiana di Automobili Torino.
Il senatore Giovanni Agnelli
Gli investitori volevano realizzare una grande impresa automobilistica: niente spazio quindi per approcci artigianali o per sperimentazioni tecniche.
Tra loro c’era anche il senatore Giovanni Agnelli, capostipite della famiglia che si identificherà con Fiat e con la grande industria italiana.
8 automobili
Agnelli si era unito al gruppo all’ultimo momento prendendo il posto di Michele Lanza, ritiratosi dall’impresa perché in disaccordo con le decisioni dei fondatori.
Giovanni Agnelli diventa amministratore delegato.
Il primo anno si realizzano solo 8 automobili, ma la crescita produttiva è rapida.
Azionista di maggioranza
Nel 1906, quando Agnelli diventa azionista di maggioranza, la produzione era già salita a 1097 esemplari.
La società si trasforma e include come oggetto sociale, oltre alle automobili, i trasporti ferroviari, i mezzi di navigazione e gli aeroplani.
Il miracolo economico
Lo sforzo bellico e le guerre portano anche sviluppo industriale, ma comportano poi grandi difficoltà di riconversione.
Dopo una difficile ripresa post bellica la Fiat riprende la sua attività e il suo sviluppo. L’industrializzazione, di cui FIAT era un elemento primario, va di pari passo con la trasformazione economica e sociale dell’Italia.
Dalle campagne all’industria
Grandi masse di italiani si spostano dalle campagne soprattutto del sud per raggiungere i poli industriali del nord.
Lo stabilimento Fiat di Mirafiori accoglie migliaia di lavoratori.
Altri lavoreranno negli altri stabilimenti o nelle fabbriche del gruppo.
Il miracolo economico italiano
Sono gli anni del miracolo economico italiano.
Migliorano le condizioni di vita e il sogno degli italiani diventa l’acquisto di una utilitaria FIAT.
Lo sviluppo delle infrastrutture italiane tiene conto di questa tendenza: nasce e si sviluppa la rete di autostrade a scapito della rete ferroviaria.
La marcia contro i sindacati
Negli anni ’70 i dipendenti Fiat arrivano a 1.740.000 unità, ma le crisi petrolifere rendono necessaria la riduzione del personale e forti sono le lotte sindacali negli stabilimenti del gruppo.
Famosa, nel 1980, è la marcia dei 40.000 impiegati e quadri intermedi che manifestavano contro i sindacati per interrompere uno sciopero che perdurava da 35 giorni in risposta ai 22.000 licenziamenti annunciati dall’azienda.
Da quel momento sono cambiati i rapporti sindacali, Fiat ha reagito automatizzando le linee produttive, ma non sempre è stata pronta a rispondere al mercato che stava cambiando.
Arriva così una crisi profonda. Fiat vive momenti di grande difficoltà che supera solo anni dopo con la guida di Sergio Marchionne.
La FIAT non esiste più
Sono passati 125 anni dalla fondazione di Fiat e da sempre la sua storia è stata strettamente legata alla storia d’Italia, della grande impresa, dello sviluppo economico e sociale del paese e del suo movimento operaio. Oggi però di Fiat resta solo il marchio.
La società non esiste più.
E’ diventata prima FCA (Fiat Chrysler Automobiles) poi è confluita con Peugeot in Stellantis.
Ci sono stati anni in cui Fiat era tra le più grandi realtà industriali d’Europa e sicuramente è stata la più grande azienda produttiva d’Italia.
Oggi Fiat è solo uno dei 14 brand di Stellantis anzi 15 se si considera anche la cinese Leapmotor).