A cura della redazione di ISPI Online Publications (Responsabile Daily Focus: Alessia De Luca, ISPI Advisor for Online Publications)
La Finlandia vira a destra e, con non poca sorpresa da parte del resto del continente, spodesta i socialdemocratici di Sanna Marin preferendogli due partiti di centrodestra e populisti. “Questa è una grande vittoria per Kokoomus. I finlandesi vogliono il cambiamento. Inizierò aprendo i negoziati con tutte le parti”, ha detto Petteri Orpo, ex ufficiale di riserva della forza di difesa nazionale e leader della Coalizione Nazionale che ha vinto le elezioni politiche, con il 20,8% dei voti, precedendo il Partito dei Finlandesi, formazione populista di destra di Riikka Purra (20,1%) e i socialdemocratici della ex premier Marin, arrivati terzi con il 19,9% delle preferenze. “La democrazia ha parlato. Il popolo finlandese ha votato e una celebrazione della democrazia è sempre una cosa meravigliosa”, ha detto Sanna Marin riconoscendo la sconfitta. Le elezioni si sono tenute a ridosso dell’ingresso nella Nato per il paese, fino a un anno fa considerato un campione di neutralità ma in cui la guerra in Ucraina ha provocato un repentino cambiamento nei sentimenti e timori dell’opinione pubblica. Rivolgendosi all’Ucraina, Orpo ha affermato che la solidarietà con Kiev rimarrà immutata: “Siamo al vostro fianco – ha detto – Non possiamo accettare questa terribile guerra. E faremo tutto il necessario per aiutare l’Ucraina e il popolo ucraino perché combatte per noi. Questo è chiaro”.
Serve un compromesso?
Se la Coalizione Nazionale si è assicurata 48 seggi in parlamento, al Partito dei Finlandesi – il secondo più votato – ne andranno 46 e ai Socialdemocratici 43. Questo significa che nessuna forza politica sarà in grado di formare un governo da sola, ma anche che i primi due partiti di centrodestra potrebbero riuscire a trovare un accordo che gli consenta di governare da soli senza dover negoziare una presenza dei Socialdemocratici nella maggioranza. Uno smacco per Marin che ha più volte attaccato il Partito dei Finlandesi per le sue posizioni sull’immigrazione e li ha definiti “un partito apertamente razzista”. A registrare grosse perdite, nel frattempo, sono stati tre degli altri partiti della coalizione uscente: il Partito di Centro, l’Alleanza di Sinistra e i Verdi. Questi ultimi in particolare hanno subito un vero e proprio crollo passando dall’11,5% delle preferenze e 20 seggi in parlamento al 7% dei voti e 13 seggi. I conservatori avranno la prima opportunità di formare un governo e, se ci riusciranno, Orpo, 53 anni, diventerà il prossimo primo ministro. In ogni caso il leader del Ncp dovrà decidere con chi allearsi e tutte le opzioni comportano una sfida: per un accordo con i socialdemocratici, dovrebbe trovare un compromesso in materia di politica economica mentre con il Partito dei finlandesi è probabile che affiorino divergenze sull’immigrazione.
Vittoria dei frugali?
La sconfitta della 37enne Marin, tra i leader più giovani al mondo, molto apprezzata per la sua gestione della pandemia, acclamata nei consessi europei per le sue opinioni progressiste, il deciso sostegno all’Ucraina e la campagna che ha portato la Finlandia ad un imminente ingresso nella Nato, è arrivata per molti come un fulmine a ciel sereno. In realtà i risultati del voto non si discostano molto dalle previsioni e dai sondaggi diffusi prima delle elezioni, che vedevano i tre partiti molto vicini tra loro. Secondo l’emittente pubblica Yle a tradire la premier sarebbe stata la gestione della politica interna e in particolare l’economia. Mentre la sua proposta prevedeva di continuare a investire nella crescita e nell’istruzione, i partiti di destra si sono impegnati a tagliare la spesa pubblica e contenere il debito nazionale. Con il 73% del PIL, il debito pubblico finlandese rimane ben al di sotto di quello degli altri paesi europei. Ma Petteri Orpo è riuscito a convincere i finlandesi che questo livello, cresciuto di circa dieci punti in quattro anni, è allarmante e che è indispensabile un piano di risparmio di 6 miliardi. Con un suo governo al potere in Finlandia, l’Europa può aspettarsi maggior rigore fiscale da parte di un paese che è già un membro non ufficiale del club dei cosiddetti ‘frugali’.
La sinistra europea si interroga?
Per i progressisti, svegliarsi con la perdita di Marin è stato un duro colpo e una chiara indicazione ai politici del continente che hanno gli occhi puntati sui sondaggi mentre l’aumento dell’inflazione agita gli elettori. “La sua sconfitta nel vendere ricette economiche di sinistra all’elettorato finlandese – cercando la crescita attraverso gli investimenti piuttosto che con i tagli, ad esempio – sarà notata in Europa”, scrive Politico, ricordando che neanche la socialdemocratica svedese Magdalena Andersson era riuscita a ottenere un secondo mandato alle elezioni dello scorso autunno, mentre la danese Mette Frederiksen si è assicurata la rielezione a novembre solo dopo una serie di brusche svolte politiche a destra. Mentre sulla stampa finlandese ed europea si moltiplicano le speculazioni sul futuro di Marin – al centro di attacchi misogini lo scorso anno dopo che erano circolate foto e video in cui la premier beveva e ballava con gli amici – è chiaro che Orpo sente di avere il mandato in tasca: “Questa è stata una grande vittoria”, ha detto ai suoi sostenitori, “il nostro messaggio è arrivato, il sostegno c’è e i finlandesi credono in noi”.