Cani e deiezioni
Oggi sono in città: Milano! Simbolo nazionale di operatività, impegno e possibilità. Bella! Girando tra le strade del centro puoi ammirare palazzi di epoche diverse, linee dritte e severe verso il cielo o fregi di marmo, ampi portoni in legno, atri che mettono soggezione, giardini nascosti. Tante meraviglie create dall’uomo in onore della bellezza. Se poi il sole illumina un cielo azzurro i colori delle facciate si vantano delle proprie sfumature. Che poesia architettonica!
Il naso all’in su
Il naso all’in su per ammirare le guglie del duomo che si intravedono tra i palazzi della piazza che sto attraversando, mi gusto il panorama. Ecco la madonnina così vicina al cielo, così brillante e preziosa per molti cuori. Voglio immortalare questa immagine per inviarla con un saluto ad amici. Niente social, piccole condivisioni in privato. Preparo la fotocamera del cellulare, meglio spostarsi un pochino per migliorare l’inquadratura, ancora un pochino… Aiuto! Il piede slitta, sbando ma rimango in equilibrio e guardo in giù. No! Non è possibile, non qui, non tra la storia e il futuro! Purtroppo, invece, sì. Ho calpestato deiezioni canine che poco gentili, per non dire altro, orgogliosi padroni, o padrone, di un sicuramente meraviglioso ed amatissimo esemplare, hanno lasciato come testimonianza del proprio passaggio.
L’ignaro animale
L’ignaro animale ha espletato quanto organizzato dal ciclo vitale di madre natura e non più libero tra prati e campi si è accontentato di un pezzo di asfalto, anche se poco più in là si nota una piccola aiuola. Che dirgli? Nulla. Ma, ai suoi ormai a me ben poco simpatici padroni, o padrone, che dire? Devo forse ringraziarli per questo esercizio di pazienza? Per questa difficile prova che mi chiede di perseverare nel pensiero positivo senza lasciarmi distrarre da facili insulti e da un linguaggio che poco si addice alla bellezza che mi circonda?
Innanzitutto la preghiera a chi decide di condividere la propria quotidianità con un simpatico uggiolante e scodinzolante peloso di munirsi, per le passeggiate, di quanto necessario per manifestare la propria educazione e il rispetto per gli altri che il convivere richiede.
Doveroso è sottolineare che per molti questa è ormai prassi quotidiana e li ringrazio di cuore e di suole. Che lezione trarne dunque? Sicuramente due. Una è di non smettere di guardare quanto di bello c’è intorno a noi. E l’altra?
Come recita una vecchia filastrocca: “…guarda in su, guarda in giù…” per il bacio meglio un’altra volta.