Intervista esclusiva
Il Personaggio
Andrea Zambonin detto Zambo
Possente seconda linea della franchigia federale delle Zebre con sede a Parma e giocatore della Nazionale Italiana di Rugby.
Segno zodiacale Vergine. Zambo è un tipo preciso, serio, attento e puntiglioso, quasi sempre perfezionista con un forte senso di responsabilità; non ha paura di portare avanti il senso del dovere e dell’ordine.
Di certo nel rugby, sarà così anche nella vita privata?
Vai tranquillo
Alla prima occhiata sembra quasi un freddo e serioso guerriero nordico dai capelli scuri e un combattente privo di emozioni. E questo sul campo da rugby aiuta, serve, soprattutto nelle rimesse laterali e negli scontri ravvicinati con gli avversari. Con al fianco un colosso così vai tranquillo, ma attenzione, solo se lui si fida e solo se ci vai d’accordo. Altrimenti son dolori. Meglio lasciarlo perdere, meglio non provare a tradirlo, diventa pericoloso.
Il mio nome è Zambo
Nato il 3 settembre 2000, è uno dei giovani giocatori in ascesa nel panorama nazionale, diventerà un seconda linea completo, non solo nella programmazione dei salti nelle rimesse laterali.
Zambo ti posso chiamare così?
Ci proviamo. La preoccupazione in certi casi è clausola vitale, anche perché dopo aver solo stretto cortesemente la mano ci si sente dei microbi ambulanti. La mano è gigante: quella di un vero rugbista.
Lui sorride e così noi siamo molto più tranquilli. Affabile risponde.
Sì, sì certo.
Ad un giocatore così, alto oltre due metri, la prima domanda è d’obbligo.
Zambo, perché un giovane di oltre due metri gioca a rugby? Questo è uno sport… scomodo… Magari il basket…
Sorride ancora. Un sorriso cordiale. Bene.
“La mia storia è simile a quella di molti altri giocatori di rugby.
Mio padre allenava a Vicenza. Da lì è nato tutto. Avevo sei anni e lui mi portava al campo. Così prima ho iniziato a vedere i ragazzi che lui allenava e poi ho provato. Ed eccomi qui.
Giocavo e mi divertivo anche con quelli più grandi di me. Poi è vero, ho praticato anche altri sport…”
Ma poi tornavi sempre al rugby
“Sì, sì, non l’ho mai abbandonato, praticavo in contemporanea altri sport.
Però il rugby era la mia passione preferita. Mi ci tuffavo dentro e mi piaceva”.
Ti tuffavi come ci si tuffa… in un amore…
“Sì. Come un amore esclusivo. Ora son qui a Parma con le Zebre, mi piace. Gioco da tutta la vita, sono contento”.
I grandi occhi scuri scintillano e si illuminano di gioia. Sorride.
I problemi degli oltre due metri
Torniamo un attimo ai 2 metri e passa. Ma come si fa a portarseli in giro? Scarpe, voli, vestiti…
Sorride.
“Eh sì! A volte è un po’ un problema. Ma sai, per le scarpe è abbastanza facile ho un 46. Pe i vestiti… insomma (sorride NdR) … Ma il letto è un disastro. Viaggiare in aereo è davvero dura, difficile. Andando a giocare in trasferta, quando magari non c’è molta gente sul volo chiediamo alle hostess se possiamo spostarci nei sedili di emergenza”.
Alto è bello, dicono
“Sì, ma essere alti è anche un bell’impegno!”
Sorride.
La rimessa laterale
Rimessa laterale (touche). Raccontaci tu, niente domande
“Nel nostro gioco ci sono ruoli specifici, precisi.
Uno di questi è proprio quello della rimessa laterale. In questo caso il gruppo preposto a partecipare al lancio e alla ricezione del pallone, accompagna il giocatore designato a guidare e organizzare il gioco. Tutti lo seguono.
Nel rugby, ascoltare ed eseguire non crea grossi problemi. Non ci sono grandi difficoltà a seguire un compagno quando ha un ruolo in campo e nella squadra.
Nel rugby c’è rispetto. Ognuno ascolta il parere del giocatore quando si esprime in merito alla sua parte da svolgere in campo. Esempio, si ascolta il capitano, oppure il tallonatore. C’è rispetto per i ruoli di ognuno.
Si ascolta anche il parere di un giovane nuovo quando arriva nel gruppo”.
Modesto. Un Guerriero riservato…
Le chiamate
In realtà è lui che spesso è leader della rimessa laterale. È lui che in campo spesso chiama le giocate e quindi indica ai compagni dove e come posizionarsi.
Pianificatore in campo, sarà così anche nella vita?
Come funzionano “le chiamate” in rimessa laterale?
“C’è un codice preciso. Ogni giocatore, oppure ogni allenatore, ha un proprio sistema di lavoro.
Ad esempio, se si chiama la giocata in un certo modo si fa un determinato movimento specifico, e se si chiama in un altro modo significa posizionarsi diversamente. E così via.
Oppure si divide la touche in zone, ad ogni zona si assegna un numero e si va a saltare in quella zona. Facendo movimenti concordati e previsti in allenamento”.
Un bel rompicapo per i non addetti ai lavori. Da fuori si vede solo uno che salta in cielo e prova a recuperare un pallone ovale.
Sergio Parisse
Partita storica quella con Tolone del 10 dicembre 2022 con il grande monumento e capitano della nostra nazionale Sergio Parisse.
Andrea Zambonin immortalato quando lo anticipa in rimessa laterale.
La carriera
Zambo supera i 100 kg, dice che dovrà strutturarsi ancora meglio fisicamente. Mettere “su massa muscolare”, ma attenzione a non perdere agilità e dinamismo.
Ha giocato nell’Accademia Nazionale “Ivan Francescato”, Rangers Rugby Vicenza, Rugby Calvisano. Ora qui a Parma, è un altro veneto ciò!
La sua carriera in nazionale è iniziata con U17, U18, U20 e poi il debutto con l’Inghilterra nel febbraio 2022. Oggi è nella rosa dei giocatori di interesse nazionale negli incontri del VI Nazioni, ha giocato nella storica vittoria a Roma con la Scozia del 9 marzo 2024.
Le due colonne di Piazza dei Signori
Zambo si presenta statuario, monumentale, come un signore rinascimentale.
Proprio come le due imponenti colonne di Piazza dei Signori a Vicenza.
Quella del Leone Alato di S. Marco, in ricordo della dominazione veneziana della città e quella del Cristo Redentore.
Piazza dei Signori, la piazza principale del centro storico di Vicenza.
Due colonne, proprio come le due indispensabili seconde linee di ogni squadra che si rispetti.
Loro due in mezzo alla piazza, le altre due in mezzo alle rimesse laterali.
Zambo, una seconda linea maestosa, manco l’avesse disegnato l’architetto del 1500 Andrea (omonimo del nostro) Palladio che a Vicenza transitò e creò.
Zambo, noi non lo sappiamo…
Zambo, un bel sorriso serio e intenso, da bravo ragazzo.
Dicono che forse è proprio per questo che in campo dovrebbe essere ancor più “cattivo, aggressivo”? Noi non lo sappiamo e non glielo diciamo, anche perché forse non è così.
Così, come non gli diciamo che forse sussurrano che lui è “un rugbista bello come un fotomodello”.
Noi ci zittiamo e invece gli domandiamo altro.
La settimana del rugbista professionista
Un rugbista professionista come te, come si organizza la giornata? Raccontaci a grandi linee com’è la tua settimana tipo, quella di un giocatore di alto livello.
“Sono giornate abbastanza piene. Ci alleniamo tutti i giorni.
Se ad esempio giochiamo il sabato, domenica è riposo e il lunedì abbastanza tranquillo. Andiamo al campo, proviamo le giocate, ma senza forzare, magari le analizziamo anche camminando. Il lunedì è il giorno caratteristico delle riunioni con lo staff in cui esaminiamo la partita precedente e prepariamo quella successiva”.
Martedì?
“Martedì è un po’ più impegnativo, soprattutto fisicamente. Ci sono le sessioni di allenamento praticamente complete, come ad esempio la conquista degli spazi, impatti, placcaggi… E poi alleniamo tutto l’elaborato campionario del rugbista”.
Sorride!
Mercoledì?
“Mercoledì è facoltativo, ma meglio esserci. Io vado in palestra e anche lì mi devo impegnare al massimo”.
Giovedì?
“È un po’ come il martedì ma senza contatto impegnativo, comunque si lavora”.
Venerdì?
“È il giorno di rifinitura. Si provano le giocate decisive che si faranno in partita e si definiscono i dettagli in campo. Si perfezionano nello stadio in cui si gioca. Qui a Parma oppure nello stadio in trasferta.
Sabato si gioca!”.
Il sogno di una seconda linea
Ogni giocatore ha un sogno, spesso per chi gioca a rugby è segnare una meta. Zambo ci è andato quasi vicino nella partita in Nazionale con la Romania.
Posizione in campo corretta, ricezione precisa, galoppata solitaria, sguardo periferico, bella mani, palla al compagno veloce. Meta.
Ma non basta. Anche se non sono molte le seconde linee che segnano, ne esistono alcune memorabili. Quella di John Eales con l’Australia, oppure quella di Eben Etzebet con gli Skarks contro gli Harlequins, con palla fuori da indecisione e dormita del mediano e via, dritto in meta.
Qual è la tua meta da sogno?
Sorride di gusto.
“Sì, da sogno proprio… Già per una seconda linea segnare una meta… è tanta roba”.
Ridiamo entrambi, è assolutamente proprio vero.
Però sognare non costa nulla
“Beh! Sarebbe bella un’azione, un po’ come la Romania. Il 10 che ti passa l’ovale, prendi il buco con un po’ di campo libero per correre e via, entri in area di meta e segni, magari in tuffo”.
Domanda culinaria
Il piatto preferito?
Pizza, 30 giorni al mese pizza.
Alla fine non possiamo esimerci…
Il primo segreto di Zambo
Molti ammiratori hanno notato un dettaglio segreto. Proviamo a chiedere cosa nasconde il segreto di Zambo.
Zambo, ci puoi svelare un tuo segreto?
Aggrotta le sopracciglia curioso, annuisce con un sorriso di circostanza.
“Quale segreto?”
Mostriamo un video. Lui in campo durante una mischia chiusa in cui si notano le fasciature ai polsi, c’è scritto qualcosa, forse delle iniziali. Forse le giocate, oppure qualcosa di misterioso…
Zambo, c’è gente che studia i tuoi video, che segreti sono questi?… È qualcosa che si può dire?
Sorride rilassato.
“Ah! Sì! Sì! Sono le iniziali dei miei nonni. C come Celina e B come Berto, nonno Alberto. D per Dina e S per Sergio. Ci tengo molto, ai miei nonni sono molto legato”.
Il segreto svelato
Il prossimo segreto, alla prossima puntata.
Grazie Grande Zambo, buon Rugby e in alto i cuori.
Foto Rugby by Vito Ravo