La storia e la memoria di 45 anni fa. In Italia accadde di tutto. A ripensarci, c’è da non crederci. Abbiamo colto i frutti e imparato alcune lezioni?
In sintesi.
Il 16 marzo 1978, il Presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro, fu rapito dalle Brigate Rosse mentre stava andando in Parlamento, dove il Presidente del Consiglio Giulio Andreotti avrebbe presentato il suo governo con i comunisti. Ufficialmente, i comunisti, sarebbero diventati partito di maggioranza per la prima volta nella storia italiana.
Dodici brigatisti uccisero i cinque uomini della scorta e rapirono l’ostaggio democristiano. Da quel momento le notizie su Aldo Moro si seppero solo dai comunicati emanati dai terroristi assassini.
Il 9 maggio, dopo 55 giorni di rapimento, il suo cadavere fu ritrovato nel bagagliaio di un’auto a Roma, a metà strada fra la sede della DC e quella del PCI.
Il corpo era crivellato da oltre dieci colpi al petto. Ma non bastò.
Nel 1978 morirono due Papi, si dimise un Presidente della Repubblica, ne venne eletto uno nuovo, i comunisti entrarono al governo, si svolse il congresso del Partito Socialista Italiano, si svolsero due referendum, uno sul finanziamento pubblico dei partiti e l’Italia entrò nel Sistema Monetario Europeo (SME).
Papa Paolo VI (Antonio Montini) morì il 6 agosto e i cardinali trovarono un accordo sul nome di Giovanni Paolo I (Albino Luciani) che rimase al soglio pontificio trenta giorni. A lui subentrò il Papa polacco: Giovanni Paolo II (Karol Wojtyla).
Il Presidente della Repubblica Giovanni Leone rappresentante del partito della Democrazia Cristiana (DC) venne invitato a rassegnare le dimissioni per presunte irregolarità dal Partito Comunista Italiano (PCI) del segretario Enrico Berlinguer. L’annuncio avvenne il 15 giugno 1978.
Il 25 novembre 2006 il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano affermò che, otto anni prima il Senato si era espresso per “il pieno riconoscimento della correttezza dell’operato” del Presidente Leone
Giovanni Leone fu sostituito da Sandro Pertini con il supporto determinante del nuovo segretario del Partito Socialista Italiano (PSI) di Bettino Craxi e il sostegno del Partito Comunista Italiano.
Il 21 marzo il governo italiano, presieduto dall’onorevole Giulio Andreotti (governo Andreotti IV), emana la prima delle leggi speciali (Decreto Legge n.59/78) in cui si legiferava fra l’altro di come chiunque commetta un fatto diretto o danneggi o distrugga impianti di pubblica utilità o ricerca o di elaborazione di dati, è punito, salvo che il fatto costituisca più grave reato, con la reclusione da uno a quattro anni. Ma non solo, il decreto prevedeva anche l’ergastolo ai sequestratori in caso di morte dell’ostaggio, l’estensione del fermo di polizia e di intercettazione telefonica, la possibilità di essere interrogati sena la presenza di un avvocato.
Il 1° ottobre i carabinieri del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa durante un’irruzione in un covo delle Brigate Rosse a Roma trovano rilevante materiale inerente al Caso Moro.
A dicembre viene approvata la legge che istituisce il Servizio Sanitario Nazionale.
Nel 1978 in Italia eravamo circa 56 milioni, contro i circa 60 attuali. Stranieri ed extracomunitari erano un fenomeno esotico e dall’estero non arrivavano così tanti turisti come oggi. L’economia italiana cresceva (+17%) e il debito pubblico non gravava sulle nostre teste come una spada di Damocle. La disoccupazione giovanile non arrivava al 23% circa.
In quell’anno particolare, nonostante l’Italia fosse attraversata da molti eventi complessi, si delineò un futuro anche se difficile da intravedere. Gli italiani passarono attraverso tragedie e traumi.
Oggi, ne abbiamo memoria e ne abbiamo fatto tesoro?