La tematica fiscale è vasta e complessa.
La tematica tributaria di Confartigianato è affidata alla Direzione Politiche fiscali guidata dal Dr. Andrea Trevisani.
La Direzione contribuisce ad elaborare le strategie confederali, interviene nelle sedi in cui si definiscono e dove si attuano interventi in materia fiscale (Parlamento, Governo, Pubblica Amministrazione).
Le priorità della Direzioni sono riconducibili all’elaborazione di proposte per ridurre il carico fiscale, per semplificare gli adempimenti, sostenere la reddittività delle piccole imprese, garantire trasparenza e certezza al rapporto tra fisco e contribuenti.
La Direzione guidata dal Dr. Trevisani fornisce indicazioni e assistenza alle Associazioni del Sistema Confartigianato.
Direttore Trevisani, buongiorno e grazie per la sua disponibilità
Sorride professionale.
Parliamo del concordato preventivo biennale, argomento delicato e attuale.
Servono spiegazioni chiare e semplici.
Ci affidiamo a lei Direttore Trevisani, cos’è il concordato preventivo biennale e a chi si rivolge?
“Innanzitutto va chiarito che il concordato preventivo biennale è uno strumento proposto dall’Amministrazione Finanziaria e rivolto alle Partite IVA che offre la possibilità di stabilizzare il carico fiscale per un biennio favorendo la compliance.
Permette di assolvere agli obblighi tributari e rafforzala collaborazione fra i contribuenti a la Pubblica Amministrazione”.
Quali sono le annualità di riferimento?
“La determinazione dei redditi prospettici per il 2024 e il 2025 si basa sul reddito del singolo contribuente relativo al 2023”.
Chi sono i soggetti ISA?
“Gli Indicatori sintetici di affidabilità fiscale (ISA) permettono di misurare il grado di compliance di imprese e professionisti e si applicano, in generale, a tutte le attività imprenditoriali e di lavoro autonomo con volumi d’affari sino a 5.164.569 euro”.
Chi sono gli esonerati dall’applicazione ISA?
“In generale sono escludi dagli ISA coloro che applicano il regime forfettario. Anche i soggetti forfetari sono ammessi al concordato che, però, è sperimentale e interessa solo l’annualità 2024”.
Come funziona il concordato preventivo biennale?
“L’Agenzia delle Entrate elabora la proposta per i soggetti ISA e forfetari: nella proposta è definito il reddito per gli anni concordabili.
Se il contribuente decide, entro il 31 ottobre 2024, di accettare il reddito proposto e guadagna di più, tutto l’extra reddito non sarà tassato.
Viceversa, se guadagnerà meno, si è impegnato ad un determinato livello di tassazione e pertanto dovrà corrispondere le imposte sul reddito definito”.
Concordato biennale non per tutti…
“Esatto. Per tanti ma non per tutti.
Per i soggetti forfettari, la proposta avrà valenza, come già ricordato, soltanto un anno.
Anche per tali soggetti viene proposto un quid in più rispetto al reddito che dichiarato nel 2023.
La differenza di reddito fra quello dichiarato nel 2023 e il 2024/ 2025 proposto dall’agenzia”.
Si può quindi intendere come un’opportunità?
“Credo rappresenti un’opportunità in quanto il concordato preventivo biennale è strumento in grado di aumentare la compliance fiscale permettendo alle imprese di definire, in via anticipata, il carico tributario.
Il concordato rappresenta un cambio di paradigma in materia di contrasto all’evasione.
Con il nuovo istituto del concordato preventivo biennale, infatti, viene favorita una interlocuzione preventiva con l’Amministrazione finanziaria finalizzata a ridurre, o addirittura annullare, i successivi controlli.
In pratica appare evidente la scelta di voler limitare i controlli ex post favorendo, nel caso di piccole imprese o professionisti, definizioni anticipate del tributo.
Definizioni che oggi sono possibili attraverso l’elaborazione della mole di informazioni in possesso dell’Amministrazione finanziaria ma ancor di più valorizzando i dati degli Indicatori sintetici di affidabilità fiscale (ISA) che rappresentano un potente strumento per individuare i soggetti fiscalmente più corretti.
Proprio la valorizzazione degli ISA ha permesso di realizzare uno strumento quello del concordato preventivo in grado di cogliere il grado di fedeltà fiscale e quindi di proporre i redditi a cui possono aderire le imprese per il 2024 e 2025”.
Proprio a tal proposito. Come si concilia la pressione fiscale con spesa pubblica e servizi? Ed in particolare il concetto di solidarietà e progressività fiscale.
“Nel nostro Paese la spesa pubblica ammonta a circa a mille miliardi all’anno.
Il Pil dell’Italia è di circa 2.100 miliardi di euro, quindi significa che più della metà del Pil che viene prodotto diventa spesa pubblica.
La spesa pubblica è necessaria per garantire un livello di servizi adeguato a tutti i cittadini. Specialmente a quei cittadini in situazioni di particolare disagio economico”.
E declinando il concetto di progressività fiscale…
“Faccio un esempio: un benestante può ricorrere alla sanità privata o a forme pensionistiche integrative, un soggetto con meno possibilità, deve necessariamente affidarsi al Servizio sanitario nazionale e alle prestazioni pensionistiche dell’INPS.
La solidarietà si tramuta sostanzialmente nella progressività del nostro sistema tributario, per cui, chi più ha proporzionalmente deve pagare di più.
Le aliquote sono progressive, proprio per garantire solidarietà e redistribuzione a favore dei meno abbienti.
Questo significa anche dare la possibilità ai cittadini che hanno dei redditi inferiori di avere adeguate cure e di avere una pensione in grado di garantire livelli dignitosi di vita.”.
Anche questo si può chiamare democrazia?
“Questo è parte fondante dei sistemi democratici.
Un sistema di governo in cui la tassazione non ha soltanto la funzione di “espropriare” quote di reddito, ma quella nobile di garantire solidarietà verso i più deboli”.
Direttore, direi tutto chiaro, ma facciamo una cosa…
“Tipo?”
Chi avesse necessità si rivolga a Confartigianato…
Sorride.
Bene
Grazie Direttore, buon lavoro, a presto
L’intervista non contiene tracce di intelligenza artificiale
Foto copertina: Andrea Trevisani Direttore Politiche Fiscali Confartigianato