Una tragedia offuscata dal dramma della guerra. Una storia che, in occasione dell’80° anniversario, merita ancor più di essere ricordata per tenere vivo il ricordo di centinaia di donne e uomini, stremati dalla guerra, che nei paesi di montagna lucani speravano di poter acquistare derrate alimentari e andarono invece incontro ad una tragica morte.
Ottanta anni fa
Era il 3 marzo 1944, sul finire della Seconda Guerra Mondiale, quando un treno merci colmo di passeggeri, partito da Napoli, si fermò nella galleria “Delle Armi”, nei pressi della stazione di Balvano-Ricigliano, in provincia di Potenza, in quanto troppo pesante per la pendenza in quel tratto della linea. I tentativi falliti di smuovere il mezzo, messi in atto dalle due locomotive, produssero elevate quantità di gas tossici di scarico.
Il veleno invisibile
In quella fredda notte, mentre la nebbia avvolgeva la campagna lucana, i passeggeri si ritrovarono costretti a rimanere a bordo del treno. Tuttavia, il motore a vapore del treno continuava a funzionare, riempiendo i vagoni di monossido di carbonio, un gas letale e inodore. Mentre la notte trascorreva e i passeggeri erano oppressi dal “veleno invisibile”, l’allarme fu dato diverse ore dopo gli eventi. I soccorsi arrivarono ancor più tardi e la situazione apparve subito molto grave, al punto da non poter rimuovere il convoglio a causa dei corpi riversi anche sotto le ruote: più di 500 persone avevano perso la vita a causa dell’avvelenamento da monossido di carbonio.
Centinaia di vittime
La maggior parte delle vittime proveniva dalla Campania. La più colpita fu Resina (oggi Ercolano) con 80 vittime, ma tanti furono anche i passeggeri provenienti da ogni parte della Regione, con numeri ancora oggi discordanti rispetto al dato definitivo delle persone che hanno perso la vita in quella notte drammatica e infinita.
Il peggior disastro ferroviario della storia d’Italia
La tragedia di Balvano fu il peggior disastro ferroviario nella storia italiana, ma quella storia è stata in gran parte dimenticata e accantonata, mentre l’Italia era oppressa dal secondo conflitto mondiale. Una storia che nel tempo è stata tramandata attraverso le immagini dei volti straziati dalla paura e dal dolore e attraverso i racconti dei familiari.
Il valore della memoria
La memoria e il ricordo sono pilastri fondamentali della nostra esistenza, in quanto ci permettono di preservare le esperienze che hanno plasmato il nostro passato e che continuano a influenzare il nostro presente e il nostro futuro. A Balvano oggi un ricco programma di iniziative è stato strutturato per commemorare le vittime di quella tragedia, in occasione dell’80° anniversario, con la partecipazione di delegazioni dei familiari delle vittime e delle istituzioni, in arrivo dai Comuni da cui provenivano i passeggeri che hanno perso la vita.
Il ricordo da tramandare
Il ricordo delle vite spezzate e delle famiglie devastate da questo evento tragico merita di essere preservato e tramandato alle nuove generazioni, per mantenere viva la consapevolezza di quanto accaduto e onorare la memoria di persone, tra cui molte donne e alcuni ragazzi, che speravano di trovare provviste per risollevarsi dal dramma della guerra, ma finirono per imbattersi nella notte più buia.