Il bar della resistenza, la bicicletta della staffetta, le trecce per nascondere messaggi ma soprattutto la passione per la scrittura è il fil rouge che lega nonna e nipote in questo racconto della memoria.
Cora, la protagonista, è una ragazzina
Con una madre che passa troppo tempo a letto e prende troppe pastiglie e un padre lontano. Preferisce stare sola, isolarsi ma un’estate cambia tutto. La madre è costretta a tornare al paesino d’origine e porta la figlia con sè.
Qui Cora trova tutto quello che la mamma aveva tristemente lasciato: un’amica dal legame quasi fraterno, un gruppo di amici attenti e sinceri, il bar del paese che raccoglie la storia di quei luoghi.
Siamo in un paesino della Romagna
Ne respiriamo il passato nel bar fra le carte, un bicchiere di vino rosso e la gara di ballo. Cora troverà il diario dell’anziana nonna che le farà ripercorrere la storia della nostra Resistenza e le farà scoprire un segreto della sua famiglia.
Il romanzo è semplice e molto emozionante
La scrittrice ci accompagna a riflettere su un passato da non dimenticare.
Laura Pezzino,
l’autrice, è giornalista e scrittrice. Dopo molti anni nella redazione di Vanity Fair occupandosi di cultura, oggi è curatrice editoriale della fiera delle librerie indipendenti: un luogo dove scoprire letteratura di un buon livello non appartenente ai maggiori gruppi editoriali.
Ho l’onore di fare qualche domanda a Laura Pezzino:
“ Il giorno in cui cambiò ogni cosa” è un romanzo emozionante che racconta di donne e di scelte che cambiano la vita. Lei è Romagnola, una terra di Resistenza: è stata ispirata anche da qualche persona in particolare per il personaggio di Irma?
Non proprio. Nessuno dei miei nonni, né materni né paterni, hanno avuto un ruolo attivo nella Resistenza (tanto più che, dalla parte di mio padre, in quegli anni abitavano ancora tutti in Sicilia). In realtà mi sono ispirata alle coraggiosissime personagge di molte storie che ho letto – una su tutte è stata “L’Agnese va a morire”, lo splendido romanzo di Renata Viganò – e alle testimonianze di donne che avevano preso parte alla lotta partigiana raccolte in documentari fondamentali come “La Resistenza e le donne” di Liliana Cavani e “Con i messaggi tra i capelli” di Chiara Andrich, oltre che a interviste che ho trovato nell’archivio della Rai e sul sito dell’Anpi. Per quanto riguarda, invece, la parte “caratteriale” di nonna Irma quella l’ho costruita mettendo insieme caratteristiche di donne che ammiro – scrittrici, attiviste, amiche – e fondendole in un’unica, bellissima e argentea, persona.
Le donne sono protagoniste assolute del Suo romanzo: i personaggi sono molto diversi fra loro e Lei sembra non criticare nessuno ma soprattutto dire che insieme si vince. L’ho trovato molto ispirante( soprattutto se letto da una ragazzina)
Sono convinta che la “critica” fine a sé stessa non serva poi a tanto. Criticare è lecito e dà sempre molta soddisfazione, ma all’interno dei miei libri preferisco esplorare i contesti e le situazioni che portano determinati personaggi a comportarsi in un certo modo. Un esempio è il sindaco di Brisca: le sue tendenze “turbocapitalistiche”, chiamiamole così, hanno una motivazione più profonda che risale fino alla sua infanzia e al modo in cui il padre lo aveva educato. Le cose quasi mai sono come appaiono, e nemmeno le persone. Per quanto riguarda il fatto che “insieme si vince” beh, penso che sia sotto gli occhi di tutti. E aggiungerei, anche, che “nessuno si salva da solo”: se non porto in salvo anche chi sta vicino a me, allora quella non è salvezza per nessuno.
Ci sono dei riferimenti personali, o meglio, io credo siano tali: la mamma che canta “ il cielo in una stanza”, le amiche che guardano “ Stranger things”: quanto ha raccontato di se’ ?
Ci sono dei riferimenti personali, ma non sono questi! Di sicuro, il riferimento più evidente è la grandissima passione che Cora e Bea Pina hanno per i libri e la lettura. Io, come Cora, svaligiavo settimanalmente la biblioteca della mia città e non avevo mai abbastanza libri da leggere. Questa “malattia” si è poi cronicizzata tanto che nella vita ho finito per fare il mestiere che faccio, ovvero leggere e commentare libri di professione. Oltre che scriverne. Un altro riferimento è la casa sopra al bar di nonna Irma: la mia migliore amica di quando ero una ragazzina abitava in una casa fatta proprio così, e per me era sempre una festa e una stranezza ogni volta che andavo da lei e pranzavo e cenavo assieme ai loro clienti. Ricordo che, d’estate, c’erano dei momenti in cui eravamo io e lei (io come aiutante) a gestire i caffè e i panini, un’esperienza molto divertente e formativa.
È stata da poco intervistata da Chiara Valerio per “ L’isola deserta” e lì ha portato “ Diario di una scrittrice” di Virginia Woolf ( la Valerio sarà stata contenta): quale altri romanzi sono stati fondamentali per Lei o vuole invitarci a leggere ?
Woolf è stata la prima che, attraverso le pagine dei suoi diari, mi ha fatto intuire che cosa fosse una “scrittrice”: le paure, le esaltazioni, la fatica, le speranze. Avevo 16 anni e da quella lettura non sono più tornata indietro. Alcune delle letture che sono state per me fondamentali le ho indicate alla fine del libro, proprio perché le lettrici e i lettori potessero attingere a una lista pensata. Ma la cosa straordinaria dei libri è che, quasi sempre, uno rimanda a un altro, e poi a un altro, e non si finisce mai di scoprire cose nuove che ci appassionano.
Per esempio, questa mattina ho letto un racconto della scrittrice inglese A.S. Byatt contenuto nella raccolta “La Cosa nella foresta” che mi ha talmente colpito che sono subito andata a ordinare altri due suoi libri. E chissà dove mi porteranno, a loro volta, quelle letture. Un altro titolo letto recentemente, e che è già entrato nella mia libreria dei preferiti, è “La collina delle farfalle” di Barbara Kingsolver, uno straordinario esempio di climate fiction scritto in maniera sublime.
Qual è il Suo “Giorno in cui cambiò ogni cosa”?
Sono più di uno, come in quasi tutte le vite. Uno su tutti: il giorno in cui decisi di trasferirmi a Milano a studiare giornalismo. Ai tempi, per avere più chance, avevo provato a entrare in due scuole, una a Bologna e una a Milano. Superai entrambi test e, a quel punto, dovevo decidere. Bologna era la città nella quale avevo fatto l’università e distava appena 50 minuti di treno dal posto in cui ero nata. Milano era molto più lontana e, ai tempi, conoscevo solo tre persone che vivevano lì e che avevo conosciuto durante l’Erasmus in Francia. La mia scelta fu Milano, e ringrazio ancora la mia io ventiquattrenne per quel guizzo di coraggio.
Alla fine del libro, ha scritto la “ nota dell’autrice “ dove cita diversi libri ( alcuni che ho adorato): senza dirlo esplicitamente, invita il giovane pubblico ad entrare nel mondo magico della lettura. È un bel regalo che fa ai più giovani. Lei si occupa da sempre di consigliare libri. È sempre stato il Suo sogno? Progetti per il futuro?
Sì, è sempre stato il mio sogno fin da bambina. Anche oggi, se potessi, passerei tutto il mio tempo a leggere, semplicemente leggere, segnarmi le frasi più belle, sottolineare, riflettere sulle parole, gustarmele proprio. E sono molto fiera del fatto che, almeno in parte, il mio lavoro è fatto di lettura. Nel mio futuro c’è già un libro biografico dedicato a una scrittrice del nord Europa che uscirà la prossima primavera – un’autrice ancora troppo poco conosciuta in Italia e che conto, in questo modo, di fare scoprire a più persone. Poi, ma ancora soltanto nella mia testa, c’è un’altra storia sempre per ragazze e ragazzi. Questa volta ho intenzione di raccontare una storia molto più nera, e addentrarmi in zone che tuttora, se ci penso, mi spaventano pure un po’. Ma che cos’è la letteratura se non quel posto in cui possiamo esplorare quello che non osiamo esplorare nella realtà?
Grazie per la disponibilità
Leggere questo romanzo per
non dimenticare. A poche pagine dall’inizio del romanzo, Laura Pezzino ci ricorda chi sono i partigiani e cos’è la Resistenza: concetti che non vanno dati per scontati rivolgendosi a un pubblico giovane.
Neo
esser stato classificato come romanzo per ragazzi