Il 24 maggio 1915 segna una data cruciale nella storia d’Italia, il giorno in cui il Paese entrò ufficialmente nella Prima Guerra Mondiale contro l’Impero Austro-Ungarico. Questo evento non fu solo un atto militare, ma anche un passo decisivo nel lungo cammino dell’Italia verso l’unità e l’indipendenza nazionale, un processo iniziato con il Risorgimento.
Il contesto storico
All’inizio del XX secolo, l’Italia era ancora una nazione giovane, unificata solo da pochi decenni. Il sentimento nazionale era forte, ma il Paese era diviso su molte questioni, inclusa la politica estera. Quando scoppiò la Grande Guerra nel 1914, l’Italia scelse inizialmente la neutralità, nonostante fosse alleata con le Potenze Centrali (Germania e Austria-Ungheria) attraverso la Triplice Alleanza.
Il patto di Londra e la svolta
La svolta avvenne con la firma segreta del Patto di Londra il 26 aprile 1915, in cui l’Italia si impegnava a entrare in guerra a fianco dell’Intesa (Inghilterra, Francia e Russia) in cambio di promesse territoriali significative. Queste includevano il Trentino, l’Alto Adige fino al Brennero, la Venezia Giulia, l’Istria (esclusa la città di Fiume) e parti della Dalmazia.
La dichiarazione di guerra
Il 23 maggio, il governo italiano, guidato dal primo ministro Antonio Salandra e sostenuto dal re Vittorio Emanuele III, dichiarò guerra all’Austria-Ungheria. Il giorno seguente, le truppe italiane iniziarono le operazioni militari, segnando l’inizio di una delle pagine più sanguinose della storia italiana.
Le forze in campo
Quasi mezzo milione di soldati italiani marciò verso il confine austro-ungarico, pronti a combattere per la liberazione dei territori irredenti e per l’affermazione dell’Italia come potenza europea. Tuttavia, la popolazione era divisa: molti erano contrari alla guerra, tra cui i cattolici, i liberali giolittiani e i socialisti. Nonostante ciò, la fazione interventista, sebbene minoritaria, riuscì a prevalere grazie al suo forte spirito nazionalista e alla capacità di mobilitare l’opinione pubblica.
Il fronte italiano
L’entrata in guerra dell’Italia aprì un lungo fronte sulle Alpi Orientali, esteso dal confine con la Svizzera fino alle rive del mare Adriatico. Le forze del Regio Esercito si trovarono a combattere in condizioni estreme, su terreni montuosi e in trincee dove la vita quotidiana era logorante.
Conseguenze e riflessioni
La guerra si rivelò più lunga e devastante di quanto molti avessero previsto. Il costo umano fu enorme, con centinaia di migliaia di soldati italiani che persero la vita. La vittoria finale dell’Italia nel 1918 fu amara, con un Paese profondamente segnato dalle ferite del conflitto.
Il 24 maggio 1915 non fu solo l’inizio di una guerra, ma anche il culmine di un percorso di emancipazione nazionale che aveva radici profonde nel Risorgimento. Fu un momento di grande fervore patriottico, ma anche di divisione e sofferenza, che ancora oggi rimane impresso nella memoria collettiva italiana.