Il Lunedì in Albis, noto anche come Lunedì dell’Angelo, ha profonde radici nella tradizione cristiana e rappresenta un’importante continuazione delle celebrazioni pasquali, simbolo di gioia e rinascita. Storicamente, il nome “in albis” deriva dall’antica usanza dei neofiti battezzati durante la Veglia Pasquale di indossare abiti bianchi (albis) per tutta l’Ottava di Pasqua, come simbolo della loro nuova purezza trovata in Cristo. Il lunedì successivo, questi vestiti venivano deposti, segnando la fine del loro periodo formale di introduzione alla fede cristiana.
Le tradizioni
Nel corso dei secoli, il Lunedì in Albis ha assunto varie tradizioni e significati locali in diverse parti del mondo cristiano. In molti luoghi, è diventato un’occasione per gite fuori porta o pic-nic, un modo per continuare la condivisione e la celebrazione con famiglia e amici in un contesto di natura e ristoro. Questa usanza rispecchia il desiderio di mantenere viva la gioia della Resurrezione, estendendo la sensazione di festa e comunità oltre la domenica di Pasqua.
Il messaggio di pace e di speranza
Dal punto di vista spirituale, il Lunedì in Albis invita i fedeli a riflettere sul significato duraturo della Pasqua nella loro vita quotidiana. La luce della Resurrezione non si estingue con la fine delle celebrazioni liturgiche, ma continua a brillare come una guida per i credenti, ricordando loro di vivere secondo i valori di speranza, rinnovamento e amore che la Pasqua rappresenta. Oggi, pur mantenendo le sue radici religiose, il Lunedì in Albis si presenta anche come un’opportunità per le comunità di raccogliersi e celebrare l’arrivo della primavera, la fine del periodo quaresimale e l’inizio di un tempo nuovo. È un momento in cui la spiritualità si intreccia con la cultura popolare, dando vita a una giornata che, pur variegata nelle sue espressioni, mantiene un nucleo comune di gioia e speranza. Un’occasione dunque per ricordare che il messaggio di rinascita e di luce della Resurrezione ci accompagna nei giorni che seguono, invitandoci a portare nel mondo la pace e l’amore che abbiamo celebrato.