Parte prima
Il mio super eroe sarà così gentile da cedere qualcuno dei suoi poteri a noi poveri umani?
Un animaletto con poteri incredibili, capace di resistere praticamente a tutte le avversità possibili. Sarà lui a fornirci la chiave per l’immortalità?
Da bambino, avevo i miei eroi, i miei supereroi.
Erano figure straordinarie, capaci di tutto: vincere ogni battaglia, risolvere ogni problema, dominare ogni sfida.
Erano un affascinante miscuglio di Superman, Batman, Tex e persino Diabolik.
Nel dormiveglia, al calduccio del mio lettino, li immaginavo mentre sfoderavano poteri incredibili, quasi al limite dell’immaginazione, persino per me che ne ero il creatore.
Compagnia insostituibile
Eppure, non erano solo fantasticherie: erano una compagnia insostituibile.
Nei miei sogni a volte si ergevano a miei paladini, punendo l’arrogante compagno di scuola; altre, conquistavano l’attenzione della ragazzina più carina, facendomi brillare ai suoi occhi.
Capitava che spaventassero a morte la maestra, convincendola a riservarmi qualche particolare benevolenza. E poi, c’erano i giochi con gli amici, le sfide.
Quei momenti in cui, grazie al loro aiuto, riuscivo a trasformarmi in un piccolo vincitore, lasciandomi alle spalle un senso infantile di inadeguatezza e godendomi, anche solo per un attimo, una vera grande gioia.
Una gioia adulta, piena di compiacimento.
Sono passati molti anni e la mia storia personale si è dipanata nel tempo portandomi sino a qui.
Oggi, guardandomi indietro, mi rendo conto di quanto fossero importanti i miei supereroi. Erano il simbolo della mia capacità di sognare e di affrontare la realtà con un pizzico di magia.
Forse non sono più un bambino, ma quei supereroi vivono ancora in me, nascosti nei miei pensieri, pronti a riemergere nei momenti di bisogno.
Tardigrado
E infatti, eccolo di nuovo un supereroe, insospettabile ma per questo non meno potente. Se volesse potrebbe aiutarci tutti, intervenire per spezzare il giogo del male che ci stringe al collo.
Lo chiamano Tardigrado e certo il nome potrebbe offenderlo.
Cosa che non vogliamo proprio, anzi desideriamo che con noi sia ben disposto. Tante infatti sono le cortesie che questo signorino potrebbe fare al genere umano.
Cammina lento
Che cammini molto lentamente è un fatto ma forse gli scienziati potevano trovare un nome più simpatico, che non enfatizzasse insomma questa sua caratteristica, questo suo procedere lemme lemme.
Cosa che peraltro potrebbe essere da molti assai apprezzata se è vero che da tempo si è diffusa la cultura del lento, del meditativo.
Slow food per fare un esempio per tutti.
In verità i biologi hanno cercato di rimediare alla bruttezza del nome scientifico e quelli anglosassoni l’hanno soprannominato “orsetto d’acqua”, gli altri hanno fatto finta di nulla. Meglio? Orsetto d’acqua.
Sento già dire: “…che teenerooo, lo adooroo”
Mah… Perdonate lo scetticismo.