Nelle profondità delle foreste inesplorabili, dove la luce del giorno penetra a fatica e l’aria assai umida è carica di antichi segreti, si nasconde un mondo che pochi osano violare: il mondo dello sciamanismo. Questa pratica antica, certo più di mille anni, è avvolta dal velo impalpabile del mistero e del potere e solidifica una soglia tra il visibile e l’invisibile, tra la vita e la morte.
Gli sciamani, oscuri depositari di saperi ancestrali, sono coloro capaci di osmosi tra i mondi, traghettatori tra il regno dei vivi e quello degli spiriti. Nelle culture tribali, lo sciamano possiede il dono, o la maledizione, di comunicare con entità sovrannaturali, muovendosi in territori occultati all’occhio umano, dove tempo e spazio si dissolvono in una caligine eterea.
Lo sciamano non sceglie il suo destino; è il destino che sceglie lo sciamano
Alle volte, la chiamata si presenta con esperienze traumatiche, visioni o malattie inspiegabili, tutte manifestazioni che segnalano l’inizio di un percorso tenebroso e periglioso. Molte sono le culture arcaiche nelle quali il “Chiamato” deve superare una morte simbolica, spesso attraverso un rito, così da rinascere Sciamano. È un trapasso, un’esperienza catartica che porta con sé una conoscenza proibita, un sapere che può trasformare un uomo in pazzo o in un saggio oltremodo.
È vera iniziazione, una sorta di consacrazione al nuovo mondo, vivendo il quale lo sciamano entra in contatto con spiriti assai energici e pericolosi, inquilini di un mondo evanescente collocato tra la vita e la morte. Queste entità, che gli uomini spesso hanno raffigurato in forma di animali o mostruosi antropomorfismi, possono essere fidi alleati come acerrimi nemici, guide affidabili o sconsiderati conducenti nel viaggio tra i mondi alterati. L’incontro con essi non è privo di rischi; facile è perdere la propria anima qualora ciò avvenga senza il dovuto rispetto, facile rimanere prigionieri del nulla se ci si accosta impreparati.
Le liturgie sciamaniche
Le liturgie sciamaniche, che trovano spesso il loro palcoscenico nelle tenebre notturne, sono teatro di eventi che sfidano l’umana comprensione. Il tamburo rimbomba ossessionante con un ritmo primordiale, lo sentite vero? Lasciatevi andare. Ascoltate, dapprima lontano ora sempre più vicino…il corpo vibra ed è scosso da tremori, la mente dello sciamano è rapita ed entra in trance lasciando il proprio corpo per viaggiare nell’invisibile. Il suono ipnotico delle voci, le danze convulse e i fumi delle erbe sacre plasmano un’atmosfera surreale e spalancano porte sull’ignoto.
Il viaggio ha le sue necessità, di strumenti che divengano i suoi facilitatori. Il tamburo, ad esempio, perde la sua natura di strumento musicale e diviene strumento sciamanico. Ogni colpo è un passo verso l’altro mondo, un suono che scuote l’anima nel profondo. Alla ripetizione ossessiva al quale il battito cardiaco si adegua si aggiungono strumenti simbolici come sonagli fatti di ossa spesso umane o denti di animali, oggetti che già appartengono all’Oltremondo.
Lo specchio e il potere
Anche uno specchio diventa strumento rituale sciamanico, un ausilio per squarciare il velo della realtà e per comunicare con gli spiriti. Molte tradizioni vedono lo sciamano portare con sé un bastone sacro o una maschera, l’uno e l’altra rappresentano il potere il potere di entità spirituali che aiutano lo sciamano a trasformarsi al loro pari, in creatura spirituale.
Lo sciamano possiede, forse ha sempre posseduto, il potere delle erbe e sa come aumentare il loro effetto con miscugli e pozioni. Si allena a giocare con erbe, radici e funghi allucinogeni componendo preparati che avranno il compito di essere chiavi per aprire le porte della percezione, alterare gli stati della coscienza, per consentire il contatto con il mondo degli spiriti.
L’Ayahuasca
Una pozione di grande potere è l’Ayahuasca, un infuso ottenuto dall’unione di diverse piante della foresta amazzonica. Questo potente allucinogeno scuote la nostra mente, crea visioni intense e vivide, che sono descritte come incontri con antenati o entità ultraterrene. Gli sciamani usano l’ayahuasca per indurre guarigioni spirituali, per risolvere conflitti interiori o per accompagnare l’iniziato nel suo percorso.
Altrettanto famoso per gli effetti potenti è il Peyote, un cactus utilizzato dalle tribù native del Nord America. Il suo principio attivo è la mescalina, che provoca una notevole esperienza allucinogena. Coloro che lo assumono entrano, si dice, in una connessione profonda con la natura e le sue forze spirituali. Anche il San Pedro, un cactus sacro delle Ande, ha effetti prossimi ed è utilizzato per celebrare riti di guarigione e indurre visioni coloratissime.
Gli sciamani di diverse culture, dal Messico alla Siberia, utilizzano anche funghi allucinogeni per creare le condizioni favorevoli per contattare gli spiriti, in particolare quelli che contengono psilocibina. Con essi si accede a dimensioni spirituali, si ottengono visioni profetiche, si comunica con entità inconsistenti e…Ci si brucia il cervello. Nelle pratiche moderne, si avete capito bene, moderne anzi contemporanee, il loro uso è spesso accompagnato da canti che divengono mantra, simboli tracciati sulla terra, pratiche sessuali di gruppo e balli rituali che convogliano l’energia e difendono il praticante dalle forze del Male.
Anche in questo mondo alcuni hanno conquistato grande notorietà, altri sono addirittura divenuti leggenda e riferimenti per le generazioni a venire come Tatanka Yotanka dei Sioux (Toro Seduto); Maria Sabina, una “curandera” mazateca del Messico; Chingis Khan (Gengis Khan) e il suo sciamano Teb Tengri; e altri ancora.
Lo sciamano porta con sé timore, rispetto e inquietudine; è nel medesimo tempo venerato e temuto
Chi ci crede ritiene che lo sciamano possa cambiare il tuo destino con uno sguardo, uno sguardo che scava nell’anima e vede cose che nessuno vorrebbe vedere.
Tanto potere può sfuggire al controllo. Storie tramandate raccontano di sciamani che perseguitati dagli spiriti da loro stessi evocati sono stati sconfitti dalla follia, oramai incapaci di discerne realtà da visione. Alcuni poi si trasformano in pericolosi stregoni, divenendo minaccia anziché protezione.
Il pericolo, intenso e immanente, non allontana anzi per alcuni aumenta il fascino dello sciamanismo e lo rende irresistibile. Negli ultimi secoli non pochi tra antropologi, ricercatori, scienziati o semplici studiosi si sono impegnati per svelarne i segreti alle volte rimanendone vittime. Non hanno compreso per tempo che lo sciamanismo non è solo tradizione culturale; con esso si spalancano porte che danno su altri mondi, regni di poteri antichi e misteriosi che sfidano la razionalità moderna.
Tramonta il sole, il crepuscolo vive la sua breve vita rendendo lunghe le ombre intorno a noi.
Lo sciamano si prepara, il tamburo batte e la nebbia tra i mondi si dirada, improvvisamente rivelando sentieri che pochi osano imboccare. Se non temete il rischio lo sciamanismo potrebbe offrivi una visione dell’universo che va oltre la logica e la ragione e si affaccia nell’impensabile. Sappiate però che il mistero potrebbe improvvisamente trasformarsi in terrore.
E dunque chi di noi ha questo coraggio, chi tra noi vuole seguire lo sciamano nell’oscurità? Qualcuno desidera veramente scoprire cosa si cela nell’ombra dell’ignoto? Forse solo chi tra noi sa che la conoscenza più profonda richiede il prezzo più alto.