L’Italia è un paese con una lunga tradizione agroalimentare, che si fonda su un patrimonio di conoscenze, competenze e tradizioni che sono state tramandate di generazione in generazione. Questo patrimonio ha dato vita a un’ampia gamma di prodotti di eccellenza, che sono riconosciuti in tutto il mondo per la loro qualità, il gusto e la genuinità.
Uno dei settori più importanti dell’agroalimentare italiano è sicuramente quello vitivinicolo. L’Italia è il primo produttore al mondo di vino, con oltre 250.000 aziende vitivinicole e un fatturato di oltre 31 miliardi di euro. Il vino italiano è apprezzato per la sua varietà, che spazia dai grandi vini rossi del Piemonte e della Toscana ai vini bianchi freschi del Veneto e dell’Emilia-Romagna.
L’eccellenza dell’agroalimentare italiano è stata riconosciuta anche dall’Unione Europea, che ha riconosciuto 581 prodotti DOP (Denominazione di Origine Protetta) e 257 prodotti IGP (Indicazione Geografica Protetta). Questi prodotti devono rispettare rigorosi standard di produzione e qualità, che garantiscono al consumatore la genuinità e la tracciabilità del prodotto.
Tuttavia, come ha spiegato l’avvocato Venghi in uno dei suoi interventi al Caffè di Radio 1, l’eccellenza agroalimentare italiana è minacciata da un nuovo sistema di etichettatura alimentare proposto dalla Commissione Europea: il Nutri-Score. Il Nutri-Score è un algoritmo che attribuisce a ciascun prodotto un punteggio da A a E, in base al suo contenuto di nutrienti considerati dannosi per la salute, come grassi saturi, zuccheri e sale.
Il Governo italiano ha espresso la sua piena contrarietà al Nutri-Score per diversi motivi. Innanzitutto, il Nutri-Score è un sistema troppo semplicistico, che non tiene conto della complessità della dieta umana e nemmeno delle differenze che ci sono tra i diversi prodotti. Il Nutri-Score attribuisce infatti lo stesso punteggio anche a prodotti con caratteristiche nutrizionali molto diverse, come ad esempio il vino e il cioccolato.
Inoltre, il Nutri-Score potrebbe anche danneggiare l’economia italiana, perché potrebbe portare a una riduzione del consumo di prodotti italiani, che sono spesso caratterizzati da un alto contenuto di grassi, zuccheri o sale.
Per questo motivo, il Governo italiano è assolutamente determinato a contrastare l’adozione del Nutri-Score a livello europeo.