Intervista esclusiva
Far bene i cardiologi oggi, permetterà di affrontare bene il crescente numero di anziani, domani. I device sono una soluzione e Regione Lombardia in questo è all’avanguardia.
È consuetudine affermare che, “chi ben comincia è a metà dell’opera”, e qui le aspettative non vanno certo deluse. Infatti, quando al mattino inizia la 9° edizione di Aggiornamenti e Controversie in Cardiologia 2022 presso i Padri Oblati Rho, la sala è prestigiosa, i partecipanti attenti e numerosi e alla sera, in conclusione dei lavori, si può tranquillamente affermare che i relatori erano qualificati e competenti. Ma non solo, gli oratori hanno saputo rispondere alle domande del pubblico, reggere il dibattito e “resistere alle controversie”, proprio come il titolo del congresso auspicava. Il Responsabile Scientifico del Congresso è il Prof. Giuseppe De Angelis, Direttore U.O.C. Cardiologia e UTIC – ASST Rhodense – Ospedale di Rho (Mi), Professore Università degli Studi Milano e Università Vita e Salute HSR Milano e con lui a fine giornata proponiamo una sintesi dei lavori.
Giornata lunga Professore… Quali considerazioni e indicazioni si possono trarre dal Congresso? Obiettivi raggiunti?
Direi di sì. Obiettivi raggiunti. Ci eravamo prefissati di fornire informazioni precise sugli argomenti oggettivamente più dibattuti con la presenza di medici, infermieri e collaboratori sanitari.
Approfondimenti e informazioni rilevanti non solo per i medici…
Sì, infatti. Si è parlato, fra gli altri, dei problemi complessi delle patologie cardiovascolari, della prevenzione, della corretta assistenza sanitaria, dell’ipertensione, dell’organizzazione sanitaria nel periodo post Covid, della cardio-oncologia. Temi profondi, basilari. Tutti argomenti indispensabili per i medici e di riflesso importanti per essere divulgati con competenza ai cittadini.
Dove va la cardiologia oggi? Quali sfide ci aspettano?
Due sono gli obiettivi sfidanti per il futuro. Il primo è tecnologico e riguarda l’accesso alle strutture: soprattutto i device (sono Dispositivi Medici, strumenti impiegati sull’uomo per svolgere azioni mediche specifiche N.d.R.). Strumenti che allungano e migliorano la qualità della vita e necessitano di strutture, personale, impegno e risorse economiche particolari considerando che, trattare bene una patologia e soprattutto effettuare bene la prevenzione, permette alla lunga sia di far star bene la gente (che è l’obiettivo principale) e sia di consentire una riduzione dei costi. Che magari all’inizio può non apparire tale per l’investimento necessario, ma nel lungo periodo i device permettono una riduzione degli eventi e quindi diminuiscono i costi aggiuntivi di partenza. Questo corrisponde ad investire oggi per un guadagno complessivo domani di quattrini ed un ricavo oggettivo per tutta la comunità. La seconda sfida della cardiologia riguarda l’assistenza di pazienti sempre più compromessi: gli anziani.
Infatti emerge come il Giappone sia il Paese con la più alta percentuale di anziani al mondo con oltre il 28% della popolazione e noi invece siamo i primi in Europa e ci contendiamo il secondo posto al mondo con i tedeschi. Una bella sfida.
In realtà se facciamo bene i cardiologi oggi ci troveremo in futuro con più pazienti viventi anziani e certo, con più problematiche e patologie. E allora la sfida sarà di trattarli al meglio in considerazione della necessità di disporre di più fondi da destinare a questa realtà. Occorreranno quindi più personale e strutture da destinare al futuro del nostro Paese. Questa oggi è una realtà con la quale, nel tempo che verrà, ci troveremo sempre più a fare i conti.
Quali progressi in cardiologia, nell’ASST Rhodense, in Regione Lombardia e in buona sostanza in Italia?
La Regione Lombardia, come ci dicono i dati, è una delle Regioni più avanzate in Italia, sia per la tecnologia strumentale e sia per assistenza. È quella più completa sul suolo nazionale. Perché ci sono più risorse economiche, ci sono più persone che lavorano nel sistema sanitario nel senso più lato del termine, nel pubblico e nel privato, e usufruiamo di investimenti derivanti da diverse strutture che credono in questa innovazione lombarda.
E a livello internazionale?
Abbiamo partnership sia a livello europeo che internazionale con strutture e società mediche e scientifiche capaci di cooperare in maniera interdisciplinare. È indispensabile collaborare. Il rapporto, il flusso è bipartisan. Oggi, quello che possiamo fare noi lo possono fare loro e viceversa. È quindi importante la condivisione nella ricerca e nelle risorse scientifiche.
E quindi il confronto per crescere insieme e ottenere dei miglioramenti reciproci….
Se prima, circa trenta/quaranta anni fa, a livello internazionale il divario fra la nostra assistenza sanitarie e la ricerca era molto elevato, adesso non è più così. Negli anni il divario si è sempre più ridotto, facilitato anche dalla complicità dei social. La tecnologia digitale ha permesso di omogenizzare un po’ tutto portando le realtà nazionali e internazionali più o meno allo stesso livello.
Professore, allora l’anno prossimo su temi così rilevanti troverà il modo far partecipi, per quanto possibile, anche noi cittadini/pazienti, interessati e osservatori attenti del vostro lavoro? Magari coinvolgendo quelli che si fidano più dei professionisti e un po’ meno dei tuttologi di internet.
È tardi, sorride, intravedo un cenno del capo e lo interpreto come segno di buon auspicio
Chissà? Arrivederci al 2023.