Fondazione Montanelli: un gioiello a pochi km da Firenze
Montanelli non aveva figli naturali ma con la sua fondazione ne “ha adottati“ tanti. Nel 1987, per suo volere, nasce la Fondazione che raccoglie quasi tutta la sua eredità.
Letizia Moizzi
Oggi, la nipote Letizia Moizzi, che si è sempre impegnata per rispettare le volontà dello zio, ne è presidente.
La Fondazione
La Fondazione, in primis, raccoglie tutti i suoi scritti, i suoi libri (quelli scritti da lui ma anche tantissimi altri a cui teneva e/o ricevuti in regalo con tanto di dedica), i documenti che Indro Montanelli stesso aveva conservato durante la sua vita e che aveva deciso di rendere disponibili a tutti.
Ricordiamo i numerosi anni al Corriere della Sera, al Giornale, alla Voce ma anche le numerose pubblicazioni fra le quali la famosissima “Storia d’Italia”.
La Fondazione offre l’opportunità a chiunque lo voglia, di respirare il profumo che respirava Montanelli stesso e di accedere, senza limitazioni come da suo volere, al suo enorme archivio.
Scopo principale di questo Istituto è conservare e valorizzare il materiale a disposizione (davvero tutto quello che Montanelli ha lasciato, salvo qualcosa che purtroppo è andato perso), promuovere studi e pubblicazioni, istituire borse di studio, promuovere mostre e incontri.
L’infanzia
Indro Montanelli nasce a Fucecchio in provincia di Firenze.
Nasce in casa, come era solito in quel periodo, in una palazzina di una via centrale di proprietà della famiglia della mamma (ricchi commercianti di cotone) che aveva sposato un insegnante di scuole medie non di nobile origine ma che aveva elevato il suo rango grazie alle sue qualità.
Indro, Indra e Schizogene
Sarà il padre a scegliere il nome per il suo bambino e, nel nome, un futuro: Indro, maschile di Indra, divinità induista che ha come arma il fulmine, come voce il tuono.
Curiosità: la nipote, Letizia Moizzi, in un articolo sul Corsera ricorda che il terzo nome dello zio è Schizogene che significa “generatore di separazione” che nell’intento paterno era generatore di polemiche.
Dopo un’infanzia felice nel suo paese, Montanelli inizierà la sua avventura da giornalista.
Da giovane viaggia molto, durante tutta la vita incontra personalità importanti (ricordiamo il contestato incontro con Papa Giovanni XXIII), nella maturità si dedicherà anche ad insegnare il suo mestiere tanto amato; lui stesso dichiara di essere un “condannato al giornalismo perché non avrei saputo fare altro “questo scrive ne“ In questo secolo” nel 1982.
Le sue donne
Tre le donne importanti nella sua vita: la giovanissima e tanto contestata Fatima; Margarethe Colins de Tarsienne con la quale vivrà anche gli anni del carcere.
Poi, l’amore della maturità con la quale condivide anche la passione per la scrittura, Colette Rosselli, affermata giornalista e scrittrice dalla quale solo la morte di lei, li separerà.
Montanelli non è mai rimasto solo: tanti gli amici, i nemici, gli incontri importanti; è sempre stato aperto ad un confronto, a un dibattito.
I suoi uffici
Nella sede della Fondazione si è voluto ricreare questo percorso di vita di Montanelli.
Tantissime le foto, i ritratti e le caricature spesso simpatiche appese alle pareti.
Fiore all’occhiello della fondazione è stata la capacità di ricostruire i due uffici di Montanelli: quello di Milano e quello di Roma. Due stanze dedicate nelle quali i rispettivi uffici sono stati smontati dal luogo d’origine e rimontati fedelmente grazie al lavoro dei volontari della Fondazione.
Si trattiene il respiro entrando nei due uffici tanto diversi ma tanto emozionanti: quello di Milano sicuramente più intimo perché così lo voleva Montanelli stesso ritenendolo un luogo di ritrovo e di chiacchiera anche con gli amici più intimi; quello di Roma, più di rappresentanza, nel quale ci sono stati soprattutto incontri con persone importanti.
Le stanze conservano tutti gli arredi nella disposizione originale; I volumi conservati negli studi non sono ammessi al prestito, ma possono essere consultati.
Il palazzo della Fondazione
Dal 1993 la Fondazione ha sede nell’antico Palazzo Della Volta: un palazzo storico di una famiglia importante del paese, caduta poi in disgrazia. Il palazzo, per anni, è rimasto inagibile: solo un’ingente donazione di Montanelli ne ha permesso la ristrutturazione riportandolo agli antichi splendori.
Da ricordare che Montanelli ha pagato tutti i materiali ma i lavori sono stati fatti dai cittadini stessi che, entusiasti del progetto, hanno lavorato attivamente, ognuno offrendo le proprie capacità.
Breve excursus
Oggi, il piano terra del palazzo è la sede di una contrada storica di Fucecchio: Sant’Andrea che può vantarsi di avere davvero una sede magnifica nella quale può conservare i materiali e i vestiti per il palio, le coppe delle vittorie e ha un’ampia cantina per festeggiare le vittorie ma soprattutto trascorrere dei momenti sereni insieme, cosa principale per lo spirito della contrada.
Consiglio
Se vi trovate vicino a Firenze, andate a Fucecchio a visitare la Fondazione: sarete accolti dalla gentilissima responsabile che vi accompagnerà in una visita indimenticabile e ricca di curiosità.