L’adozione sempre più diffusa dell’Intelligenza Artificiale (IA) nei contesti produttivi sta rapidamente trasformando le dinamiche del mondo del lavoro. Contrariamente agli scenari catastrofistici che prevedevano una drastica riduzione dei posti di lavoro, emerge una visione più ottimistica: le nuove tecnologie rappresentano una grande opportunità per l’occupazione.
Le competenze digitali e specifiche conoscenze nel settore dell’IA stanno già aprendo nuove strade nel mercato del lavoro, e il trend è destinato a crescere. Tuttavia, un rapporto del World Economic Forum sottolinea un crescente disallineamento tra le competenze richieste dalle aziende e quelle possedute dai lavoratori. Questo fenomeno rischia di limitare l’espansione del mercato del lavoro non tanto per l’automazione, ma per l’incapacità del sistema formativo di colmare questa lacuna.
Investire in percorsi di upskilling e reskilling diventa quindi cruciale. La formazione e la professionalizzazione nel campo dell’IA sono fondamentali per riqualificare e aggiornare i lavoratori, favorendo il loro reinserimento nei nuovi posti di lavoro creati dalle tecnologie dell’IA. Particolare attenzione va riservata ai lavoratori dei settori in cui l’IA ha raggiunto un elevato grado di maturità, offrendo prospettive di maggiore impatto. È essenziale accompagnare, valorizzando gli aspetti motivazionali, coloro che potrebbero incontrare maggiori difficoltà, come ad esempio i lavoratori più anziani.
Nella strutturazione dei percorsi formativi, è indispensabile articolare i piani di azione in base ai diversi ruoli e funzioni dei lavoratori. Le azioni dovrebbero essere rivolte in primo luogo agli utilizzatori delle tecnologie, per creare ambienti ricettivi al cambiamento e pronti a valorizzare le competenze esistenti e il supporto offerto dall’IA. La condivisione di esperienze di successo in ambito pubblico e privato sarà utile per questo scopo. Un esempio è l’iniziativa “Elementi di AI”, promossa dal Dipartimento di Transizione Digitale, che ha reso disponibile un corso video sull’IA per tutte le realtà economiche del Paese tramite lo sportello digitale dell’imprenditore, sviluppato da InfoCamere.
I percorsi di reskilling e upskilling devono essere rivolti anche ai quadri dirigenziali. Le nuove tecnologie impattano profondamente sugli aspetti organizzativi e sulla gestione dei processi interni. Innovare significa non solo adottare nuove tecnologie per rispondere a esigenze specifiche di efficientamento, ma soprattutto rivedere complessivamente l’organizzazione interna per creare ambienti più stimolanti e a misura delle esigenze dei lavoratori.
Infine, è necessario dedicare percorsi di reskilling e upskilling ai tecnici, sia delle imprese sia della Pubblica Amministrazione, per aggiornare il loro bagaglio di competenze con le nuove tecnologie dell’IA. Oltre all’attivazione di master dedicati e percorsi professionalizzanti, un esempio di best practice è quello delle Academy di filiera, implementate da alcune regioni con fondi FSC. Queste iniziative prevedono la creazione di consorzi che includono enti di formazione, associazioni di categoria e imprese medio-grandi, in grado di erogare corsi di reskilling e upskilling sia per i propri lavoratori sia per quelli delle PMI coinvolte nella propria filiera.
Questi consorzi saranno responsabili della progettazione e dell’erogazione dei percorsi formativi, coinvolgendo le proprie strutture e risorse umane per la formazione dei discenti, i laboratori didattici e la pubblicizzazione degli specifici percorsi formativi, con l’obiettivo di attrarre giovani talenti.
L’IA rappresenta quindi non solo una sfida, ma una straordinaria opportunità per il mercato del lavoro. Investire nella formazione continua e nell’aggiornamento delle competenze è la chiave per affrontare con successo le trasformazioni in atto e garantire un futuro lavorativo prospero e inclusivo.