Storia di un successo italiano
È il secondo anno di Josè Mourinho in casa Inter, dopo l’arrivo dal Chelsea nel 2008, chiamato alla corte di Massimo Moratti, con un unico e solo scopo: riportare la tanto attesa Coppa dei Campioni (Champions League) a Milano, sponda neroazzurra. Quella coppa che in corso Vittorio Emanuele manca dal lontanissimo 1965. Il portoghese ha la fama di essere lo specialista in questo e i tifosi questa volta ci credono davvero.
Il primo anno, stagione 2008/2009, non andò come sperato e la stagione risultò quasi fallimentare, nonostante avesse vinto il campionato italiano. L’anno seguente invece il tecnico diede il meglio di sè, stagione che infatti viene ricordata ancora da tutti come la stagione dell’Inter. Grazie anche agli acquisti di determinati giocatori, come l’olandese Wesley Sneijder nel ruolo di centrocampista direttamente dal Real Madrid, del brasiliano naturalizzato italiano Thiago Motta nel ruolo di regista, di Samuel Eto’o, straordinario attaccante scuola Barcellona e dell’argentino, all’epoca sconosciuto ma con una storia ancora tutta da scrivere (e che storia aggiungerei) Diego Milito detto “il principe”.
Grazie a quegli innesti e soprattutto all’impegno e al coraggio che il suo condottiero ha saputo impartire alla squadra, creando prima di tutto un gruppo di uomini veri e poi di calciatori, la società Inter riuscì a vincere tutto ciò che si potesse vincere in un’unica stagione, arrivando così a completare il triplete, ossia: la conquista del campionato italiano, della Coppa Nazionale e della Champion League.
L’Inter è stata la prima squadra in Italia a raggiungere questo ambito traguardo e lo tiene stretto tra le mani ancora tutt’oggi. L’Inter sul tetto d’Europa.
Ma come è arrivata fin qui la squadra?
Non possiamo parlare di un cammino facile: ha dovuto sfidare per ben quattro volte, nei gironi e nella semifinale, la squadra più in forma del torneo e quella più temuta da tutti per la sua rosa, formata da alcuni giocatori che venivano soprannominati “alieni”, come Messi e Iniesta, e per il maestro che dirigeva questa fantastica orchestra: Pep Guardiola.
Non si può tralasciare l’incontro con il Chelsea di Carlo Ancelotti, un altro specialista di questa competizione da sempre. Anche questa dura prova fu superata con successo dai neroazzurri, i quali, a mano a mano, si dimostravano sempre di più un gruppo inflessibile e consapevole della propria forza.
Ci piacerebbe rivivere insieme il momento più atteso dal popolo interista. È il 22 maggio 2010, al “Santiago Bernabeu” di Madrid, si gioca la finale tra il Bayern Monaco di Louis van Gaal, di Thomas Muller e di Arjen Robben contro l’Internazionale Milano. Tutti sono pronti, non vedono l’ora di iniziare. Piazza Duomo è gremita di gente: tutti con lo sguardo rivolto al maxi-schermo, l’arbitro Howard Webb fischia l’inizio della partita.
E allora tutti insieme lasciamoci trasportare dall’emozione di questa finale….
È il 34° minuto di gioco, il portiere con un lancio di 60 metri trova il suo numero 10, Wesley Snejider che controlla un buon pallone che poi affida a Milito.
Milito, in area, Militoooooo, sempre Milito, porta in vantaggio l’Inter e fa piangere di gioia tutta la curva neroazzurra, in piedi per festeggiare un gol che può valer tanto.
Al 70° minuto di gioco, i due attaccanti dell’Inter si lanciano in avanti: Samuel Eto’o porta palla, la passa a Diego Milito, va Milito, una finta, Milito in area, ancora, ancora il principe. La firma lui probabilmente questa finale, questa coppa, è 2-0. Il principe diventa Re nella notte di Madrid!
Al 93° minuto di gioco, dopo 3 minuti di recupero, l’arbitro fischia la fine della partita. Sono 45 anni che l’Inter sta aspettando questo momento: ha vinto la 55° edizione della Champions League.
Tanti giocatori neroazzurri vanno sotto la curva dei propri tifosi, sono tanti, tantissimi. Immagino la festa a Milano, la festa ovunque nel Mondo, perché l’Inter di tifosi ne ha ovunque.
Ed eccola qui nella notte di Madrid, la coppa che il capitano Javier Zanetti alza nel cielo spagnolo. E’ fatta, l’Inter è campione d’Europa!
Il presidente Massimo Moratti ce l’ha fatta, è riuscito a conquistare il trofeo che aveva sempre desiderato, quello che il padre Angelo conquistò per ben due volte.
Foto by: Passione Calcio – Barcalcio
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