Carmine Pacente, cilentano di nascita, da un quarto di secolo vive e lavora a Milano dove ha concluso, brillantemente, prima gli studi presso l’università Bocconi poi, ha intrapreso la carriera lavorativa nell’ex provincia meneghina, oggi città metropolitana, occupandosi sempre di questioni legate all’Europa e alla gestione dei Fondi Strutturali. l’Europa è una costante della vita di Carmine Pacente che ha portato la sua alta professionalità in ambito continentale, anche in Consiglio Comunale al fianco di Giuseppe Sala sia nella scorsa legislatura che in quella in corso. Tanto che il sindaco Sala fin da subito lo ha nominato Presidente della Commissione Fondi Europei e PNRR. Dal 2019 è presidente del Dipartimento Europa di Anci Lombardia e dal 2020 membro del Comitato europeo delle Regioni a Bruxelles. Oggi è il candidato di punta della lista Azione di Carlo Calenda a sostegno di Letizia Moratti presidente, per le regionali del 12 e 13 febbraio prossimo. Lo abbiamo incontrato in uno dei suoi eventi elettorali a Milano.
Carmine Pacente qual è a situazione per Regione Lombardia in relazione ai fondi europei del nuovo ciclo di programmazione?
Regione Lombardia attraverso l’indice di competitività regionale che la Commissione Europea pubblica periodicamente, nell’ultimo decennio è progressivamente peggiorata. Questa regione con il nuovo ciclo di programmazione e quindi con la nuova Giunta regionale, gestirà quasi il doppio dei fondi che adesso si chiamano di “coesione”, passando da 2 miliardi a tre miliardi e mezzo, ma sapete che non è una buona notizia perché raddoppiando i fondi, vuol dire che le cose vanno peggio, e la Commissione europea ti da più risorse quando le cose vanno peggio, perché devi aggiustare i parametri. L’indice aggregato di questi parametri ci dice che la Regione Lombardia nell’ultimo decennio, continua ad arretrare rispetto ai suoi competitor europei. Ed è per questo che ho scelto di parlare di questi temi mettendoli al centro di tutta la mia campagna elettorale.
Ma con i fondi cosiddetti pubblici o ancora più specificatamente, con i fondi strutturali, si sentono voci sempre più insistenti da parte di attuali amministratori pubblici o candidati di questa tornata elettorale che si intende finanziare il traporto pubblico e addirittura l’abbonamento…
È evidente che è una cosa che non si può fare e se ne accorgeranno quando la Commissione Europea gli dirà di no, perché è evidente che con questi fondi non si finanzia la cosiddetta spesa corrente ma ormai tutti dicono tutto e siamo, per cosi dire, alle varie ed eventuali. È necessario avere consapevolezza e competenza di quello che si va in giro a raccontare altrimenti, poi, i cittadini, per usare un eufemismo, resteranno delusi…
Gli abbiamo rivolto, poi, una domanda sulle transizioni digitale, ambientale, le smart city e la rigenerazione urbana e lui ci ha rimandato a quanto detto in una precedente intervista rilasciata su www.netcoop.it.
Transizione digitale ed ambientale smart city e rigenerazione urbana, sono tutti temi sempre più all’attenzione dell’opinione pubblica, destinati ad incidere sulla qualità della vita dei cittadini. Quali dovrebbero essere le azioni, gli strumenti da mettere in campo per accompagnare le imprese a sostenere l’evoluzione dei processi produttivi che sono alla base delle transizioni in atto?
Lo sviluppo socioeconomico del nostro paese passa attraverso un’inderogabile “rivoluzione digitale” caratterizzata da un cambio di paradigma, innanzitutto culturale, che investe tutti i settori nevralgici e strategici del sistema: le infrastrutture, le imprese, i servizi pubblici, l’istruzione e la formazione professionale. Come potremo pensare di implementare il modello di industria 4.0 in una azienda se gli operai non sono in grado di utilizzare gli strumenti digitali per l’esecuzione delle commesse messi a disposizione dalle macchine operatrici? gli amministrativi inserire in rete i piani di lavoro? i dirigenti ed i professionisti utilizzare gli strumenti di pianificazione e controllo messi a disposizione dalla rete aziendale? La rotta ancora una volta ci è fornita dall’Europa che ha definito gli obiettivi degli stati membri per il 2030 (Digital Kompass 2030) ovvero infrastrutture di rete adeguate a garantire un accesso ad alta velocità a tutti; amministrazione digitale più efficace, efficiente ma soprattutto più semplice e più incisiva; sviluppo di conoscenza e competenze digitali; innovazione tecnologica delle imprese per rinnovare modelli e procedure e riguadagnare i livelli di competitività perduta. Il mezzo per il raggiungimento di tali obbiettivi è fornito dal pacchetto di investimenti e riforme che tutti conosciamo con il nome di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Per l’intervista completa su www.netcoop.it: https://www.netcoop.it/News/Netcoop-informa/regionali-2023-lombardia-intervista-a-carmine-pacente-azione