A mani nude: il karate
Il Karate è un’arte marziale di origine giapponese che si pratica a mani nude; fra i suoi principali scopi non vi è solo il combattimento, bensì anche forgiare corpo e spirito.
Il nome antico era “to de”, ove de significa mano, to Cina.
L’ideogramma to si pronuncia anche kara, dal ventesimo secolo si inizio a chiamare questa arte marziale Karate, in giapponese kara mano, pertanto karate, mano vuota.
In tutti i dojo (palestre) di Karate troviamo appesa la foto del Maestro Gichin Funakoshi, il primo a diffondere questa arte marziale in Giappone e poi in tutto il mondo.
Chi era Gichin Funakoshi?
Egli nacque ad Okinawa nel 1868, all’inizio dell’era Meiji- quando il Giappone passò dal feudalesimo all’era moderna-e all’età di 12 anni inizio lo studio del Karate sotto la guida del Maestro Asato.
L’allenamento notturno
All’epoca l’allenamento avveniva di notte e all’aperto e consisteva nella continua ripetizione dello stesso kata (forma).
Spesso lo stesso kata poteva essere studiato per mesi, a volte per anni.
Ancora oggi gli allenamenti prevedono la continua ripetizione (non così prolungata come avveniva per Funakoshi) di un kata o di una tecnica, finché il corpo non ha compreso perfettamente la dinamica, a quel punto sarà la mente ad intervenire nella pratica.
Okinawa
Al passaggio del Principe imperiale ad Okinawa (1921) Funakoshi viene incaricato di condurre una dimostrazione di Karate al cospetto del Principe stesso; fu la prima volta che questa arte marziale venne presentata in pubblico.
Nel 1922 a Kyoto viene organizzata l’Esposizione nazionale di educazione fisica ove il maestro ha il compito di presentare il Karate. In questa occasione Jigoro Kano, fondatore del judo, chiede a Funakoshi di tenere una dimostrazione di karate nel suo dojo, il Kodokan di Tokyo.
A questo punto Funakoshi non rientra ad Okinawa, ma decide di fermarsi a Tokyo per cercare di diffondere l’arte della mano vuota. Sempre a Tokyo fonderà il proprio dojo, lo Shotokan.
Il nuovo ideogramma e la Cina
Attorno il 1930 Funakoshi inizia a scrivere kara con l’ideogramma che significa “vuoto” in quanto l’uso dell’ideogramma cinese poteva essere visto come un elemento di disturbo per il budo; dopo aver gli ideogrammi adatti aggiungendo la parola “do”, via.
Tra il 1922 ed il 1924 scrive due importanti testi per il karate, “Il karate pugilato di Ryukyu” e “Tecnica del karate-rafforzamento energetico e autodifesa”.
Dal 1938 il dojo Shotokan diventerà il centro dell’insegnamento del karate del Maestro Funakoshi, verrà distrutto nel 1945 durante un bombardamento.
Perché Shotokan?
Al Maestro Funakoshi piaceva comporre poesie e amava firmarsi “Shoto”, fruscio della pineta e quando sceglie di chiamare il proprio dojo Shotokan, questo stesso nome sarà quello con cui verrà identificata la sua scuola .
Sul finire degli anni 30 Funakoshi stabilisce un sistema di kyu e di dan per designare i gradi degli allievi. Nelle università l’allievo più anziano ha la responsabilità dell’insegnamento, mentre nel dojo Shotokan, tale ruolo verrà ricoperto da Yoshitaka, terzo figlio del Maestro.
Da ricordare che fu proprio Yoshitaka ad introdurre l’insegnamento del combattimento libero, cosa non ben vista dal padre.
La novità
Fu proprio questa novità ad acuire il divario fra padre e figlio nei modi di insegnare e praticare Karate
Il Maestro Funakoshi decide di tornare a Tokyo e i suoi allievi più anziani si riuniscono per riformare la scuola Shotokan. Nel 1949 viene fondata la JKA, Japan Karate Association con a capo il Maestro stesso.
La JKA
La JKA è la corrente dello Shotokan più conosciuta al mondo, JKA World Federation ha sviluppato uno stile unificato ed un sistema di di competizioni, di kata (forma) e kumite (combattimento).
Oggi è l’unica federazione di Karate riconosciuta dal governo Giapponese e da questo proclamata Ente di Pubblica Utilità.
Fu proprio dal quartier generale della JKA che, nel lontano 1965, partirono alla volta dell’occidente quattro grandi Maestro; Taiji Kase, Keinosuke Enoeda e Hirokazu Kanazawa e Hiroshi Shirai. Il loro compito era quello di portare lo Shotokan agli occidentali.
In Italia
Nello specifico il Maestro Hiroshi Shirai arrivò in Italia.
59 anni fa fu l’alba per la storia del Karate in Italia; una storia costellata di innumerevoli successi agonistici, ma anche di grandi divisioni che causarono, purtroppo, la nascita di miriadi di federazioni che continuano a nuocere alla diffusione di questa affascinante arte marziale.
Il Giappone e la Federazione
Da allora molta acqua è passata sotto i ponti e ad oggi, l’unica federazione di Karate riconosciuta dal governo Giapponese e da questo proclamata Ente di Pubblica Utilità, resta la prestigiosa JKA, oggi rinominata JKA WF (World Federation) pilastro del Karate Shotokan tradizionale.
Nel 1977, durante uno dei periodi storici più bui per la storia politico sociale del nostro paese, il Maestro Shirai fa arrivare dal Giappone un altro giovane astro nascente, il Maestro Takeshi Naito, che stabilitosi da allora in Italia, ha continuato e tuttora continua a diffondere il Karate della JKA WF.