Cassino vive uno dei momenti più tragici della seconda guerra mondiale. Sacrificata nella speranza di sferrare un duro colpo al nemico, in realtà vedrà solo numerosi giovani soldati perdere la vita.
Uno dei più antichi d’Italia, fondata nel 529 da san Benedetto da Norcia, è la punta di un iceberg di un massacro durato mesi.
Il monastero, luogo sacro e, in teoria inviolabile, il 15/02/1944 viene bombardato dagli Alleati e raso al suolo quasi interamente uccidendo molti civili che da tempo si erano rifugiati lì con l’aiuto dei monaci con la speranza dì salvarsi.
La città stessa di Cassino viene bombardata
C’è un misero tentativo di avvisare i civili: lo si fa con dei volantini senza pensare che la maggior parte della gente è analfabeta.
Si tenta la fuga e si cerca rifugio nelle montagne ma anche lì non c’è pace per gli sfollati: il freddo e la fame decimano vittime e numerosi sono i militari che uccidono senza motivo.
Quando poi sembra arrivata un po’ di pace
Arrivano le truppe marocchine francesi: senza pietà uccidono e violentano loro piacere. Questo dramma è stato narrato anche dalla meravigliosa penna di Moravia ne “La Ciociara”.
La guerra è guerra
Ma qui è stata una strage. I soldati stessi muoiono a migliaia. Raccogliere i corpi dei compagni dev’esser stato difficile e doloroso ma per alcuni non ci sarà neppure un corpo sul quale piangere perchè numerosi sono i dispersi.
Cinque i cimiteri militari
Ricordano e omaggiano i giovani che qui hanno lasciato le speranze e i sogni: il cimitero polacco con più di 1.000 tombe, quello del Commonwealth (4000 tombe di soldati provenienti dalla Gran Bretagna, dal Canada, dalla Nuova Zelanda, dal Sud Africa e dall’India), quello tedesco, mentre, a pochi km di distanza, il cimitero militare francese e quello italiano.
Il silenzio regna sovrano
In questi luoghi di memoria e di preghiera. Distese di lapidi bianche in un mare d’erba verde. Uno accanto all’altro, come in battaglia. uno uguale all’altro: una divisa, un ordine, un nemico.
Numerosi i polacchi, i tedeschi, gli inglesi che vengono a portare un saluto a un loro caro che qui ha lasciato un giovane corpo combattendo per la patria. “Fu vera gloria”? Sicuramente fu dolore e sacrificio. Riposino in pace.
Una delle peggiori tragedie italiane, sia per mano nemica che amica (per modo di dire) come in questo caso.
La verità è che l’intelligence inglese e francese espressero apertamente il grosso dubbio sulla necessità di un conflitto di così grossa portata a Cassino; si poteva fare lo sbarco ad Anzio e correre verso Roma. Ad Anzio, dopo lo sbarco, il generale Clark fece fermare l’esercito (che aveva preso di sorpresa i pochi tedeschi), di fatto permettendo ai tedeschi di rafforzarsi e decretare uno stallo che, tra Anzio e Cassino, durò mesi e causò migliaia di vittime.
Si scoprì solo quando desecretarono le carte che gli americani volevano di fatto usare l’Italia come specchietto per le allodole per attirare i tedeschi e distoglierli dal fronte in Normandia, dove pochi mesi dopo ci sarebbe stato lo sbarco.
Morale: decisioni folli e incapacità di comando causarono, nella valle del Comino (dove c’è Cassino) e lungo la linea Gustav, 55.000 morti tra gli alleati e 20.000 tra i tedeschi. Morti che potevano essere evitati, senza dimenticare l’abominio dell’inutile distruzione della millenaria abbazia.
Infine, si dice che furono gli americani a finanziare la ricostruzione dell’abbazia, ma gli americani non spesero nulla se non usando le banche come finanziarie, che poi ovviamente pretesero gli interessi.
L’intera ricostruzione si deve a volontari che hanno messo il loro lavoro a disposizione gratuitamente e a fondi italiani. Questi disgraziati, oltre ad averci distrutto un patrimonio, hanno messo in giro la voce che il merito fosse loro.