Che la musica faccia bene all’umore è un dato di fatto. Ma sapevate che la musica classica, in particolare, ha effetti benefici anche sul nostro corpo e sulla nostra mente? E che imparare a suonare uno strumento musicale può migliorare le nostre capacità cognitive e la nostra plasticità cerebrale?
Sono queste alcune delle scoperte che la ricerca scientifica ha fatto negli ultimi anni, dimostrando il potere della musica classica come strumento di prevenzione, terapia ed educazione. La musica classica, infatti, non solo ci fa provare emozioni positive, ma ci aiuta anche a comunicare con noi stessi a livello fisico, emotivo, cognitivo e psicologico.
I benefici della musica classica iniziano prima della nascita. Uno studio ha mostrato che alcuni feti, esposti a diversi tipi di musica tramite cuffie sulla pancia materna, reagivano in modo diverso a seconda del brano. La musica classica era quella che suscitava più spesso espressioni di piacere rilassamento e sonno, mentre gli altri generi provocavano agitazione, cambiamenti di posizione o espressioni di disgusto. Questo perché la musica classica ha un effetto calmante sull’organismo, riducendo la pressione sanguigna, il battito cardiaco, il ritmo respiratorio e la secrezione di cortisolo, l’ormone dello stress.
Questo effetto si protrae anche dopo la nascita, favorendo il benessere psicofisico di anche sulla percezione del gusto, rendendo più gradevole l’esperienza culinaria. Un esperimento ha dimostrato che il vino sembra più buono se accompagnato da musica classica piuttosto che da altri generi.
La musica classica è anche un alleato nella ristorazione, dove viene spesso usata per creare un’atmosfera rilassante e accogliente. Gli studiosi stanno poi indagando i benefici della musica classica sia nel caso di patologie, come lesioni, traumi o danni cerebrali, sia nel caso di sviluppo normale e nei decorsi post-operatori.
Ma non solo ascoltare, anche suonare la musica classica fa bene. Imparare a suonare uno strumento musicale, infatti, apporta vantaggi alla memoria, alle competenze simboliche, alla coordinazione motoria e alla creatività. Suonare uno strumento richiede infatti di attivare diverse aree del cervello, creando nuove connessioni neurali e rafforzando quelle esistenti. Questo processo, chiamato plasticità cerebrale, permette al cervello di adattarsi e modificarsi in base alle esperienze.
Tra i compositori classici, Mozart è forse quello che ha suscitato più interesse e curiosità. La sua musica, infatti, continua a emozionare e affascinare chi l’ascolta. Negli anni Novanta, si diffuse la teoria dell’effetto Mozart, secondo cui ascoltare le sue sinfonie aumenterebbe l’intelligenza spazio-temporale, ovvero la capacità di analizzare le forme, orientarsi nello spazio e posizionare gli oggetti. Questa teoria, però, è stata poi smentita dalla ricerca, che ha dimostrato che l’effetto Mozart era solo temporaneo e non necessariamente legato all’ascolto del genio Salisburghese.
Ciò che invece è stato confermato è che imparare a suonare la musica di Mozart, così come quella di altri compositori classici, produce effetti benefici sullo sviluppo cerebrale e sulla sua plasticità. Suonare la musica di Mozart, infatti, richiede di padroneggiare una complessità armonica, melodica e ritmica che stimola il cervello a livelli superiori.
In conclusione, la musica classica è un dono prezioso per il nostro corpo e la nostra mente, che possiamo apprezzare sia come ascoltatori che come musicisti. La musica classica, infatti, non solo ci fa stare bene, ma ci fa anche crescere e migliorare come persone.