Molti, troppi cittadini rispettosi della legge temono la Giustizia. In verità non temono il principio ma temono gli uomini a cui è affidata. Qualche giorno fa ho partecipato alla presentazione di un libro scritto da Gaia Tortora. Racconta della nota vicenda del padre Enzo. Lo fa con passione, senza indulgere in cronaca giudiziaria ma attivando un punto di vista umano, familiare, intimo. L’autrice nel presentare il libro, ha più volte ripetuto una frase che mi ha colpito, molto. Forse raggelato. Mi sono presentato poi al rito del firma-copia e le ho chiesto la cortesia di scrivermela come dedica.
Non si può avere paura della giustizia!
La paura della giustizia è un’esperienza particolare che può radicarsi profondamente in molte persone. La filosofia del diritto e la sociologia ci dicono che la giustizia dovrebbe rappresentare l’equilibrio e la risoluzione dei conflitti e la paura ad essa collegata può rivenire da molteplici fattori individuali e sociali. Forse una delle ragioni principali della paura della giustizia è l’asimmetria di potere che spesso caratterizza il sistema giudiziario. Il confronto tra un individuo qualsiasi e il sistema giudiziario può essere scoraggiante: il sistema è spesso percepito come imponente e indistinto. Tale percezione genera il convincimento di non avere più il controllo sul proprio destino e alimenta la paura e l’ansia.
L’incertezza che caratterizza spesso le azioni del sistema giudiziario può alimentare la paura. Tempi lunghi e decisioni incomprensibili possono portare a una sensazione di impotenza e di perdita di controllo sulla propria vita. La paura dell’ignoto e l’ansia per le conseguenze di una decisione legale possono influenzare profondamente la percezione della giustizia. Notizie di corruzione o comportamenti scorretti da parte dei magistrati scuotono irrimediabilmente la fiducia nel sistema. Notizie di ingiustizia e discriminazione possono generare il timore che la giustizia non sia accessibile ai semplici cittadini o che sia fortemente influenzata da fattori esterni riconducibili a interessi oscuri.
La paura della giustizia può essere affrontata e vinta.
Come l’educazione finanziaria rende i cittadini meno esposti alle trappole di un certo tipo di finanza, così l’educazione legale può contribuire a collocare in una giusta dimensione il sistema giudiziario, allenando i cittadini a comprendere i propri diritti e a esercitarli. È necessario educarsi sulle leggi, sui diritti fondamentali e sulle procedure giudiziarie. Ciò può fornire alle persone gli strumenti necessari per navigare nel sistema legale in modo più sicuro e consapevole. L’accesso a servizi legali di qualità, compresi consulenti e avvocati competenti, può svolgere un ruolo fondamentale nel garantire che le persone si sentano supportate e rappresentate adeguatamente durante il processo legale.
Risulta poi essenziale promuovere la trasparenza e la responsabilizzazione all’interno del sistema giudiziario. L’adozione di procedure chiare, la comunicazione aperta con le parti coinvolte e la responsabilità delle azioni intraprese sono elementi chiave per ristabilire la fiducia nel sistema. La creazione di meccanismi di revisione e controllo indipendenti può garantire che i casi siano trattati in modo equo e imparziale, riducendo così la paura di un trattamento ingiusto o discriminatorio. Nessuno, infatti, riesce a comprendere perché alcuni magistrati a cui sono stati ascritti errori eclatanti con danni irreparabili alle persone coinvolte possano continuare indisturbati nel loro lavoro, godendo di promozioni automatiche e arrivando a percepire retribuzioni che sono un sogno per la più parte degli italiani.
Nessuno comprende poi perché sia sufficiente vincere un concorso pubblico per entrare improvvisamente in un olimpo i cui abitanti, divenuti semidei, rispondono delle loro azioni solo a loro stessi, senza neanche superare un test psicoattitudinale spesso chiesto invece per lavori di un’importanza infinitamente più semplice. Vedete dunque come sia importante sviluppare una cultura del dialogo e della comprensione. La giustizia non dovrebbe essere vista come un’entità separata e distante dalla società, elargita da semidei ma come un meccanismo attraverso il quale si costruisce una comunità più giusta. La creazione di spazi di discussione e di confronto, in cui le preoccupazioni e i timori possono essere espressi liberamente, può aiutare a superare la paura e a lavorare insieme per migliorare il sistema giudiziario.
In conclusione, la paura della giustizia è un’emozione complessa e radicata in molti individui. Tuttavia, attraverso l’educazione, la trasparenza, la responsabilizzazione e il dialogo, possiamo affrontare questa paura e lavorare per costruire un sistema giudiziario più equo, accessibile e rispettoso dei diritti di tutti i cittadini. Solo attraverso un impegno collettivo possiamo superare la paura e costruire una società basata sulla giustizia e sull’uguaglianza… anche dei magistrati!
Foto di copertina: www.cittdinanzattiva.it.