4 giugno 1944 Le truppe alleate, guidate dal generale Wayne Clark, liberano Roma, uno degli accadimenti più importanti della lunga campagna d’Italia. Domenica 4 e lunedì 5 giugno, le truppe statunitensi riuscirono a superare le ultime linee difensive tedesche entrando in città senza incontrare resistenza, accolte con entusiasmo della popolazione romana, mentre il Feldmaresciallo Albert Kesserling, comandante della Wermacht in Italia, aveva preferito ripiegare verso nord rinunciando a combattere all’interno dell’area urbana. La liberazione della capitale ebbe effetti quasi immediati sul Regno del Sud, essendo già terminata dal febbraio 1944, come in quasi tutto il resto della penisola sotto controllo alleato, la subordinazione dell’AMGOT, Amministrazione militare alleata dei territori occupati. Vittorio Emanuele III nominò Luogotenente Generale del Regno il figlio e si ritirò a vita privata, il governo Badoglio si dimise e Umberto, insediatosi al Quirinale, affidò l’incarico di formare il nuovo governo a Ivanoe Bonomi, anziano leader politico già presidente del consiglio prima dell’avvento del fascismo. L’operazione Diadem (l’offensiva decisiva che sfondò la linea difensiva germanica a Cassino), però non raggiunse risultati decisivi dal punto di vista strategico né per l’annientamento delle forze nemiche. Infatti nonostante l’elevato numero di perdite umane (i tedeschi persero circa 10000 uomini ed ebbero 20000 prigionieri, le forze di Clark e di Alexander 18000 americani, 14000 inglesi e 10000 francesi) gli alleati non riuscirono ad avere la meglio sulle truppe tedesche che, a prezzo di alcune consistenti retroguardie sacrificate in alcuni passaggi strategici come Valmontone, ripiegarono in ordine a nord di Roma, rimanendo molto coese e ben coordinate.
5 giugno 1224 Federico II di Svevia fonda lo Studium di Napoli, eretta dall’imperatore tramite una lettera circolare inviata da Siracusa. Essendo di fondazione imperiale, l’Università di Napoli è considerata la prima università laica europea di tipo statale, cioè non fondata da corporazioni o associazioni di intellettuali. Due furono i motivi principali che portarono l’imperatore all’edificazione dell’ateneo: la formazione esclusiva del personale amministrativo e burocratico della curia regis (in altri termini la classe dirigente del regno) e la preparazione dei giuristi che avrebbero aiutato il sovrano nella definizione dell’ordinamento statale e nella esecuzione delle leggi, oltre al bisogno di agevolare i propri sudditi nella loro formazione culturale, evitandogli inutili e costosi viaggi all’estero. La scelta della sede cadde su Napoli per motivi non solo culturali, la città aveva una lunga tradizione legata alla figura di Virgilio, che viene richiamata esplicitamente in un documento dell’epoca, ma anche economici: i traffici via mare, il clima mite e la posizione strategica all’interno del Regno furono, in un certo modo, elementi determinanti.
6 giugno 1453 Durante una guerra scoppiata nel 1453 tra il Ducato di Savoia ed il Delfinato (uno dei più antichi principati francesi), secondo la tradizione, avvenne il miracolo eucaristico di Torino che di seguito fu ricordato con l’erezione, nello stesso luogo, della basilica del Corpus Domini. Durante la guerra la città di Exilles fu saccheggiata dalle truppe sabaude che fecero irruzione anche in una chiesa del paese, sottraendo vari oggetti di valore tra cui il Santissimo Sacramento. Per rivendere la refurtiva fu scelta Torino, raggiunta dai soldati il giorno del Corpus Domini: mentre cercavano di vendere l’ostensorio con l’Ostia consacrata questo si aprì, ma, secondo vari testimoni, l’ostia non cadde a terra rimanendo a lungo sospesa tra lo stupore e l’ammirazione dei presenti. L’ostia non si conserva più: venerata per circa 40 anni, fu poi consumata per ordine della Santa Sede.
7 giugno 1494 Spagna e Portogallo firmano il Trattato di Tordesillas spartendosi il Nuovo Mondo. Il Trattato firmato nella città castigliana divise il mondo in un duopolio esclusivo tra l’Impero spagnolo e quello portoghese, lungo il meridiano nord–sud, a 370 leghe –corrispondenti a 1770 km– a ovest delle isole di Capo Verde, al largo della costa del Senegal, nell’Africa Occidentale. Le terre poste a est di questa linea sarebbero appartenute al Portogallo e quelle a ovest alla Spagna. Il trattato venne ratificato dalla Spagna il 2 luglio e dal Portogallo il 5 settembre 1494. Gli originali del trattato sono conservati presso l’Archivo General de Indias a Siviglia e presso l’Archivio Nazionale Torre de Tombo a Lisbona.
8 giugno 793 I Vichinghi compiono il loro primo raid documentato, devastando l’Abbazia di Lindisfarne in Inghilterra. Il monaco Aidano, che viveva nel convento di Iona nelle Ebridi Interne, era stato chiamato da re Osvaldo a Northumbria attorno al 635 per l’evangelizzazione dell’Inghilterra Settentrionale, da qui partirono anche missioni dirette in Mercia, l’odierna regione delle Midlands. All’inizio dell’VIII secolo Lindisfarne era un fiorente centro culturale, con la produzione di manoscritti in latino e in lingua anglosassone, forse i razziatori vichinghi –provenienti dalla Danimarca o dalla Norvegia– avevano già avuto contatti con l’abbazia di cui conoscevano le difese pressoché inesistenti e le grandi ricchezze. Le principali fonti che abbiamo sull’attacco sono alcune lettere di Alcuino di York, prelato sassone alla corte di Carlo Magno, e la Cronaca Anglosassone, che raccontano che i monaci tentarono di andarono incontro alle lunghe navi vichinghe, ma i razziatori, brandendo asce e spade, iniziarono un violento saccheggio. Molti monaci e lavoranti dell’abbazia furono passati a fil di spada, alcuni annegati, altri presi in schiavitù e i tesori contenuti nell’edificio furono razziati. Qualcuno scrisse che un’atrocità simile non si era mai vista sino ad allora ed i monaci finirono con lasciare l’isola, portando con sé il corpo di San Cuthbert, ora sepolto nella cattedrale di Durham dove fu trasferita la sede vescovile nell’anno 1000. Il priorato fu ristabilito nel periodo normanno come fondazione benedettina, fino alla soppressione nel 1536 per le leggi di riforma volute da Enrico VIII.
9 giugno 1311 La Maestà del pittore senese Duccio da Buoninsegna dalla casa del pittore, e con la partecipazione delle le massime autorità sia religiose che civili, viene accompagnata in processione lungo le vie di Siena ed installata sull’altare del Duomo. L’opera era il polittico della cattedrale senese, dipinta tra il 1308 ed il 1311 da quello che è universalmente riconosciuto come l’iniziatore della scuola senese, ed è considerato il capolavoro dell’artista oltre che uno dei dipinti più importanti dell’arte prerinascimentale italiana. Oggi la Maestà si trova presso il Museo dell’Opera Metropolitana, dopo vari spostamenti, a partire dal 1878. Il polittico era stato ideato per sostituire un’icona della Vergine molto cara ai senesi, perché legata alla vittoria nella battaglia di Montaperti del 1260, che volevano omaggiare maggiormente con questa nuova, grandiosa pala. Il dipinto in origine era costituito da una grande tavola (425 X 212 cm) a due facce, purtroppo oggi si presenta tagliata lungo lo spessore a causa di un intervento del 1711 che creò notevoli danni. Il lato principale, quello cioè originariamente rivolto ai fedeli, era dipinto con una monumentale Vergine con bambino su un fondo in oro, a simboleggiare la sacralità della composizione, mentre nei riquadri posteriori è rappresentata la luce solare. La scritta posta ai piedi della Vergine segna un’importante novità rispetto al ruolo dell’artista: la prima parte indica la funzione civica ed il voto fatto dalla città nei confronti della Vergine, mentre la seconda parte della scritta segnala il ruolo importante dell’artista nel contesto cittadino.
10 giugno 1914 Viene fondato il Comitato Olimpico Nazionale Italiano, più noto come CONI, l’organismo di governo dello sport in Italia. Nato come organismo privato, allo scopo di organizzare la presenza olimpica degli atleti italiani, in seguito divenne l’organizzazione di raccordo di tutte le federazioni sportive nazionali, ruolo che ricopre tuttora sotto la veste giuridica di ente pubblico non economico, sotto la vigilanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Nonostante la vigilanza governativa, il CONI non risponde in sede politica di questioni sportive in linea con le disposizioni del Comitato Olimpico Internazionale, che obbliga i comitati dei paesi membri all’indipendenza dal potere governativo. Nello Statuto del 1921 fu approvata la proposta di far funzionare in alcuni casi il CONI come Federazione delle Federazioni sportive, innovazione completata nel 1927, quando il Comitato fu riconosciuto a capo di tutta l’attività sportiva italiana. Il fascismo puntava sullo sport per l’elevazione fisica e morale degli italiani, utilizzando lo sport anche per fini propagandistici, tanto che il Segretario del PNF Achille Starace fu contemporaneamente, dal 1933 al 1939, anche Presidente del CONI. Il regime, durante la presidenza di Raffaele Manganiello (dall’8 novembre 1940 al 25 luglio 1943 a cui seguì il commissariamento dell’ente) con la legge 16 febbraio 1942 n. 426 riconobbe il CONI ente di diritto pubblico, con personalità giuridica e organi territoriali, da qui l’istituzione dei comitati provinciali e regionali.