È in corso al Chiostro del Bramante, fino al 15 ottobre, “ INFINITY, l’arte contemporanea senza limiti”, la mostra dedicata ai 90 anni di Michelangelo Pistoletto, a cura di Danilo Eccher. Esempio di arte non consolatoria, né fine a se stessa, ma arte di denuncia sociale e morale, di preveggenza inquietante e di progettualità illuminante, l’opera di Pistoletto, uno dei più grandi maestri dell’arte contemporanea, mette in campo la narrazione di una ricerca senza sconti sui temi e sui materiali.
Non si tratta, appunto, di una mostra tradizionale, ma di un’esperienza che il visitatore compie attraverso le opere relative agli anni 1962 – 2013, e dove può esperire sensorialmente la dichiarazione “Nella diversità io mi sono moltiplicato”. Che è una dichiarazione di poetica in relazione col mondo e rappresentata col simbolo matematico dell’infinito, simbolo che l’artista assume come espressione del suo modo di fare arte, anzi degli infiniti modi di fare arte, un’infinità di modi di vedere la realtà, di cambiare ottica e prospettiva. Ne risulta “ Una mostra collettiva di un unico artista”, come sostiene il curatore Danilo Eccher. Le opere disposte secondo un criterio cronologico, sono tuttavia in compresenza, in simultanea, in quanto partono dall’idea di Infinito che è l’ultimo approdo e si concludono al Terzo Paradiso che contiene l’Infinito.
Il percorso parte da una condizione allucinata e provocatoria e propone subito attraverso i Quadri specchianti, inquietanti esibizioni di specchi illusori e di frammenti e schegge, che inducono a percepire la dimensione del tempo come realmente attiva, con l’inclusione dello spettatore nell’immagine specchiata e con la visione di una duplice prospettiva sia di fronte che di spalle: un meccanismo che connette simultaneamente arte e vita. Di sicuro effetto è la contraddizione enunciata dall’opera “Venere degli stracci”, dove una Venere neoclassica, bellissima, è presentata di spalle perché il protagonista della scena è il cumulo di stracci, indumenti consumati e strappati, nei quali dovremmo vedere i corpi e le vite che hanno vestito, ma che noi non ci fermiamo a guardare con lo stesso interesse con cui guardiamo la statua neoclassica. In realtà La Venere ci interroga sullo svuotamento del valore della bellezza e sull’indifferenza per quella gran parte dell’umanità che vive da stracciona, privata di ogni dignità.
La grande sfera di giornali è una performance riproposta più volte nelle sue molteplici mostre di Pistoletto, a cominciare dalla prima in cui, per le strade di New York, l’artista in persona spingeva e portava a spasso un’enorme emblematica sfera di carta di giornali, a sollecitare la riflessione sulla funzione mistificatoria di certa, forse troppa, stampa.
Mediterraneo, è un grande tavolo specchiante a forma di bacino del Mediterraneo, circondato da sedie provenienti ciascuna da uno dei paesi che si affacciano su questo mare, ed è l’opera di Pistoletto che enuncia il concetto di Love Difference (Amare le differenze). “Uniformità e differenza sono i due termini antagonisti che rappresentano la massima tensione conflittuale nell’attuale realtà planetaria”. (M. Pistoletto, Manifesto Love Difference, 2002, in “Journal 7”, Cittadellarte, Biella 2002, p. 47).
Terzo Paradiso richiude il percorso tornando all’iniziale INFINITY, tema conduttore di tutta la mostra. Il simbolo del Terzo Paradiso, significazione e interpretazione del segno matematico dell’infinito, è composto da tre cerchi consecutivi. I due cerchi esterni rappresentano tutte le diversità e le antinomie, tra cui natura e artificio. Quello centrale è la fusione fra i cerchi opposti e rappresenta il nucleo generativo della nuova umanità. L’arte di Michelangelo Pistoletto è significativa per la sua capacità di interrogare il visitatore sui grandi temi attuali del nostro mondo in pericolo ecologico e devastato dalle guerre.