Una carezza, le ultime coccole prima di partire, e si chiude la porta.
Il tormento
Sei tormentato, sospeso tra le aspettative per la vacanza che hai organizzato con i tuoi amici e il senso di colpa di lasciare il tuo cane da solo per una settimana, perché siete già in troppi e il posto non c’è.
Chiudi la porta lentamente, la serratura sembra più pesante del solito, il roteare delle chiavi ha un rumore sordo e cupo a cui non avevi mai fatto caso.
Lui è dietro la porta
Sai che lui è lì dietro, sogna che si riapra la porta e tornerai ad abbracciarlo, ma dai l’ultimo giro facendoti forza e pensando che il bacile d’acqua e il cibo nelle ciotole saranno più che sufficienti per una settimana.
Vai via, incontri i tuoi amici, ti siedi in auto, una utilitaria, e trovi un alibi perché il cane proprio non poteva starci. La vacanza tecnicamente è già iniziata ma dopo i primi chilometri e la frenesia della della partenza ritorni con la mente a casa.
E se abbaia di continuo?
Sai che è l’animale è abbastanza mansueto ma lo immagini triste, potrebbe sentirsi solo e abbaiare di continuo, pertanto il tuo pensiero corre ai vicini, con i quali hai un rapporto di cortese indifferenza.
Cosa penseranno se il cane iniziasse ad abbaiare di continuo? E se abbaiasse anche di notte?
Il codice penale
Digiti nervosamente suol tuo smartphone parole chiave, “cane”-disturbo”-penale” e la schermata passa dal numero civico dell’hotel di Milano Marittima al 659, l’articolo del codice penale che punisce, tra l’altro, chiunque …”non impedendo strepiti di animali disturba le occupazioni o il riposo delle persone”.
Continui a navigare, quasi rantolante, e trovi conforto una sentenza (Cassazione Penale, Sez. III, 30 settembre 2014 n. 40329) che per integrare il reato ritiene necessario che le fonti sonore debbano, tra l’altro, propagarsi e disturbare un numero indeterminato di persone; in pratica, se si lamenta un solo vicino non si configura il disturbo delle persone.
“Ma quanti vicino ho”?
Le sinapsi che prima si crogiolavano nell’attesa di salsedine adesso sono avvolte in un vortice.
Un tuo amico, quello seduto sul sedile anteriore destro, nota la preoccupazione ormai segnata sul tuo viso e, abbassando il volume dello stereo, quasi a voler rendere più morbido quell’attimo, ti dice:
“Stai tranquillo, non lo hai mica abbandonato il tuo cane”.
Una rassicurazione che suona come un altro dubbio, “e se abbaiando succedesse qualcosa, diranno che l’ho anche abbandonato?”.
La risposta, anche in questo caso, arriva una interessante sentenza della Cassazione, di cui parleremo nel prossimo articolo, dove sveleremo anche se il viaggio è proseguito, oppure il protagonista ha deciso di rientrare con mezzi di fortuna e prenotare una pensione per cani.