La prima pietra dell’Autostrada del Sole fu posata nella primavera del 1956. Il 4 ottobre 1964 ci fu l’inaugurazione dell’intera opera. In soli otto anni fu completata un’infrastruttura essenziale per collegare il paese da Milano a Napoli.
Tra gli anni ’50 e ’70 del ‘900 la rete autostradale italiana passò dai 500 chilometri attivi prima della guerra a quasi 5.000 km. La realizzazione più ambiziosa fu l’Autostrada del Sole che divenne la spina dorsale dell’intero sistema e il simbolo del miracolo economico dell’Italia degli anni ’60.
L’Autostrada del Sole fu un’opera all’avanguardia
L’Autostrada del Sole con un tracciato di 764 km che collega Milano a Napoli fu un’opera d’avanguardia che pose l’Italia all’attenzione del mondo. Si trattò di un’infrastruttura ambiziosa che richiese tra l’altro la realizzazione di 113 ponti e viadotti, 572 cavalcavia, 38 gallerie e 57 raccordi. L’impegno finanziario fu ingente: 270 miliardi di lire (3,3 miliardi di euro attuali). I costi furono altissimi anche in termini di vite umane: morirono 160 operai.
L’idea di una autostrada che percorresse l’Italia da Nord a Sud
L’idea di una autostrada che attraversasse tutta l’Italia fu dell’ing. Puricelli, che aveva realizzato la Milano-Laghi, e di Salvino Sernesi direttore generale dell’IRI. Lo studio di fattibilità fu preparato dalla SISA, società costituita da Fiat, Agip, Pirelli e Italcementi, imprese che avrebbero fortemente beneficiato della realizzazione dell’infrastruttura. Il progetto fu invece osteggiato dai partiti di sinistra che accusarono il governo di sottrarre risorse alle ferrovie e alle strade nazionali, e di essere “al servizio della Fiat“. Fu però fortemente voluto dai governi democristiani in carica, che si adoperarono perché si potesse realizzare.
Il ruolo dell’IRI e le scelte di Cova
L’Iri, l’ente statale incaricato della rinascita del sistema industriale italiano, fondò la Società Autostrade S.p.a., la dotò di un piccolo capitale pubblico e vi pose a capo Fedele Cova. A lui si deve la suddivisione del tracciato in lotti di pochi chilometri per rendere più semplice la gestione dei cantieri e per coinvolgere più imprese possibili. Per evitare che il progetto potesse essere interrotto per la mancanza di fondi Cova decise di cominciare i lavori anche al Sud e nel febbraio del 1959 si inaugurò il tratto Napoli-Capua. Il tratto appenninico tra Bologna e Firenze fu una vera sfida che richiese la costruzione di numerosi viadotti in condizioni proibitive. Nonostante le difficoltà l’Autostrada del Sole fu completata addirittura con un anticipo di tre mesi sulle previsioni.
L’Autostrada del sole e le trasformazioni dei territori
Un altro aspetto da non trascurare è il fatto che l’Autostrada del Sole non fu solo un nastro di asfalto che univa Milano con Napoli. Non attraversò solo spazi vuoti, ma dovette inserirsi in paesaggi che l’opera dell’uomo aveva plasmato nei secoli. Lambì centri abitati e ne modificò l’importanza a seconda della distanza dal casello autostradale. Provocò la trasformazione della rete stradale fatta di strade statali e provinciali che spesso persero importanza. La sua realizzazione si legò a doppio filo con la motorizzazione di massa del paese.
Autostrada del Sole un fenomeno culturale
L’Autostrada del Sole, oltre ai cambiamenti materiali e ambientali che ha generato, è stato un fenomeno culturale, che unì il Nord industriale e freddo al Sud naturalmente visto come luogo “del Sole”. Fu il simbolo del miracolo economico italiano e del sogno di benessere per tanti.