Foto di copertina: Fabio Papa by Linkedin
Il divario di genere nel mondo del lavoro continua a essere una problematica diffusa in molti Paesi del globo, ma anche l’Italia sta compiendo sforzi per promuovere una maggiore parità tra uomini e donne, soprattutto in materia di selezione e assegnazione delle responsabilità imprenditoriali.
Secondo un’indagine condotta dall’Institute of Applied Economic Research (I-Aer) su un campione di 741 piccole e medie imprese italiane, dopo la pandemia globale la leadership femminile avrebbe ricevuto un’accelerazione.
Il settore terziario si conferma sempre più incline alle donne, con una percentuale di quasi il 25% di manager donne, rispetto al 15% dell’industria. In particolare, il terziario privato mostra una presenza significativa di donne manager nel campo sanitario e dell’assistenza sociale (50%), nell’educazione (42%), nel noleggio, nelle agenzie di viaggio, nei servizi di supporto alle imprese (29%) e in altre attività di servizio (27%).
Analizzando le regioni italiane, invece, la Sicilia si posiziona al primo posto con la percentuale più elevata di donne in posizioni dirigenziali (27%), seguita da Lazio (26%), Calabria (25%), Molise (23%) e Lombardia (22%). A livello provinciale, Milano spicca come la provincia con il maggior numero di donne dirigenti, seguita da Roma e Torino.
Tuttavia, nonostante si siano registrati alcuni progressi, ci sono ancora molte sfide da affrontare al fine di garantire una reale parità di genere nel mondo del lavoro. Ad esempio, le donne che diventano madri spesso subiscono una penalizzazione nella loro carriera, con uno stipendio ridotto del 10-35% nei due anni successivi al congedo di maternità. Inoltre, il 57% delle donne che occupa posizioni di potere non ha figli, mentre per gli uomini il dato si ferma al 25%.
Il fondatore di I-Aer , Prof. Fabio Papa, in una recente intervista rilasciata al Corriere della Sera, sottolinea che le famiglie imprenditoriali cercano di offrire opportunità alle giovani donne di affermarsi, ma spesso la responsabilità del ruolo ritarda il matrimonio, la maternità e la compatibilità tra la vita lavorativa e quella privata.
Per promuovere la parità di genere nel mondo del lavoro, possono essere adottate diverse soluzioni.
Ad esempio, la managerializzazione delle imprese, l’apertura a figure esterne che entrino nella dirigenza dell’azienda, potrebbe permettere maggiori deleghe da parte delle imprenditrici. Tuttavia, il 98% delle aziende italiane è costituito da piccole e medie imprese, e l’83% di queste è a conduzione familiare, per cui i vertici aziendali sono spesso i primi a resistere alla managerializzazione, soprattutto per paura di perdere il controllo della società. Anche lo Stato può e deve fare la sua parte, creando condizioni di supporto alla vita di una madre che le permettano di vivere la maternità in modo sereno, ad esempio, attraverso la disponibilità di strutture come asili nido e scuole materne, e con prezzi più accessibili.
Nonostante ci siano ancora molte sfide da affrontare, sembra che il cambiamento verso la parità di genere sia iniziato anche in Italia. Nel prossimo decennio ci saranno probabilmente altri miglioramenti, e si sta guardando sempre di più alle competenze, indipendentemente dal genere.
Per info: https://i-aer.com/