Il Timo: quanti sono i tipi di timo e a cosa servono
Il timo selvatico, ma non solo quello sardo.
Interlocutrice misteriosa: Con la Nobildonna Vica Pinuccia Vergan di Vailati vogliamo parlare di erbe aromatiche.
Cosa ne dice di iniziare a parlare del timo?
“Direi del Signor Timo. Di quale timo vuole sapere?”
Perché quanti tipi di timo ci sono?
“Io ne conosco molti, ma ne coltivo tre. Ci sono oltre 200 tipi di timo, quello più conosciuto è quello volgare e popolare. È quello più diffuso. Ottimo”.
Perché?
“Perché è semplice da coltivare e anche forse il più profumato e gustoso”.
Questione di gusto…
“Si vero, infatti de gustibus non disputandum est, sui gusti non si può discutere. Anche sul timo in particolare e sulle piante aromatiche in generale”.
Lei parla latino?
“Sì. E questa pare sia una frase pare attribuita a Giulio Cesare durante una cena quando gli servirono un piatto immangiabile per i Romani di allora, asparagi con il burro”.
Sarà vero?
“Mah?! Noi non c’eravamo, sarà una delle frequenti leggende metropolitane romane”.
Vabbè il timo…
“Allora… il primo da citare è il timo comune quello popolare selvatico molto simile a quello sardo, che non cresce solo in Sardegna, ma lo si può trovare quasi in tutta Italia. È un piccolo arbusto che si estende nei prati e negli orti a forma di cuscino, ma si può anche coltivare in vaso”.
Quali sono le sue caratteristiche? A cosa serve?
“Innanzitutto a me piace molto perché predilige luoghi soleggiati…e io alla mia età devo scaldare spesso le ossa. Comunque il timo selvatico sardo può avere colore bianco porpora oppure roseo ceruleo.
È un ottimo digestivo, rinforza, è utile contro l’insonnia e pare che in passato fosse usato come erba per sterilizzare e disinfettare.
Si può utilizzare e io lo uso, come infuso contro la tosse, contro le infiammazioni e come digestivo.
2 grammi di timo in 100 ml di acqua, da bere due volte al giorno”.
E poi….
“E poi si può usare come decotto. Con il timo si può anche fare il vino e il formaggio, ma bisogna essere capaci.
E poi è speciale da marinare con la carne e con il pesce. Io aggiungo vino bianco, alloro, sale e pepe nero e a chi piace, anche aglio… a me l’aglio non piace”.
Ma che piacere saperlo…
“Fa la spiritosa?”
No scusi, non volevo. E poi come si usa il timo?
“È buono sull’insalata verde e pomodori…magari con un pizzico di origano, una prelibatezza”.
E poi come si usa ancora?
“E poi basta! Lo metta sulla mozzarella di bufala con un goccio di olio di oliva, sale e poi mi dica…”
Qui in Pianura Padana come lo chiamate?
“Quel tipo di timo qui in Lombardia si chiama peverèl. Ma lei da dove viene?”.
Sono siciliana
“Allora si chiama Tummineddu“.
- Per gentile concessione e autorizzazione alla pubblicazione ricevuta dalla Curatrice degli dagli archivi privati del prezioso Erbolario “l’Aromatico” di Nobildonna Vica Pinuccia Vergan di Vailati. Autorevole quanto riservata e misteriosa figura del secolo scorso proprietaria fondiaria in Pianura Padana, di Lei proporremo in futuro alcuni spunti e Sue riflessioni.