Il 7 settembre 1860 segna una data storica per Napoli e per l’intera Italia. In quel giorno, Giuseppe Garibaldi, al comando dei suoi “Mille”, fece il suo ingresso trionfale nella città partenopea, accolto come un liberatore da una folla festante. Questo evento rappresentò una tappa cruciale nel processo di unificazione italiana, segnando di fatto la fine del dominio borbonico nel Regno delle Due Sicilie e aprendo la strada alla creazione del Regno d’Italia.
Il sostegno popolare
La campagna militare che portò Garibaldi a Napoli, iniziata il 5 maggio 1860 con lo sbarco in Sicilia, fu una delle imprese più audaci della storia italiana. Dopo aver sconfitto l’esercito borbonico in varie battaglie e conquistato rapidamente l’isola, Garibaldi attraversò lo stretto di Messina e avanzò verso la terraferma, trovando lungo il suo cammino un crescente sostegno popolare. La sua avanzata fu inarrestabile, e il re borbonico Francesco II fu costretto a ritirarsi nella fortezza di Gaeta.
Il Regno d’Italia
Il 7 settembre, Garibaldi entrò a Napoli quasi senza opposizione, evitando uno scontro diretto che avrebbe potuto provocare ulteriori spargimenti di sangue. Il suo arrivo segnò la fine del regno borbonico e, poco dopo, proclamò il passaggio del Regno delle Due Sicilie al Regno d’Italia sotto la corona di Vittorio Emanuele II.
L’unità
La presa di Napoli da parte di Garibaldi non fu solo una conquista militare, ma un momento simbolico di grande impatto. La sua figura venne celebrata come quella di un uomo capace di dare impulso decisivo all’unificazione italiana. La città, fino a quel momento sotto il controllo borbonico, si trasformò in uno dei cuori pulsanti del nuovo Stato italiano.