Si parla tanto, nel dibattito internazionale, del ruolo e della storia delle Nazioni Unite, ma occorre fermarci a riflettere sulla loro genesi per comprendere il ruolo che hanno nel presente, e forse domandarci quale potrebbe essere la loro funzione in futuro.
Parlare, oggi, di Nazioni Unite vuol dire iniziare un discorso lungo e complesso, che si snoda attraverso gli ultimi settant’anni di storia delle relazioni internazionali. A parlare di necessità di una sorta di unione sovranazionale era già stato, per certi versi, il filosofo tedesco Georg Hegel, vissuto a cavallo tra XVIII e XIX secolo. Tuttavia, fu solo con la Prima guerra mondiale, che questo progetto venne effettivamente in essere quando il Presidente degli Stati Uniti Thomas Woodrow Wilson vide le devastazioni che il conflitto aveva causato in Europa. Si decise, pertanto, di dare vita (seppur tra mille discordie) a un progetto, quello della Società delle Nazioni il cui obiettivo principale era quello di tutelare gli stati e garantire che non si sarebbe più combattuta un’altra guerra globale. Complici le rimostranze del Senato americano, che impedirono a Washington l’adesione, e i meccanismi farraginosi e complessi che si tentò invano di riformare nel 1925, la Società iniziò, dal 1932 in poi, un lento declino che la portò dapprima a perdere i suoi membri (Giappone, Germania e Italia), e poi ne mise a nudo l’inutilità con l’avvento del Secondo Conflitto Mondiale.
La moderna ONU, che compie oggi 78 anni, nacque proprio dalle ceneri di quel fallimento e, così com’era stato per la sua antesignana, si ripropose l’idea di scongiurare l’avvento di un futuro conflitto globale. In un’epoca in cui erano lampanti gli echi sul lungo periodo di politiche di smilitarizzazione, disarmo e appacificamento, la missione delle Nazioni Unite non poteva che cambiare. Se, infatti, la Società delle Nazioni aveva preferito anteporre la “pace” a tutti gli altri obiettivi, i padri fondatori dell’ONU si resero conto che l’assenza di guerre non era sufficiente. Non si sarebbe potuto, adottando la politica della “pace a tutti i costi”, escludere che gli attori globali assumessero posizioni strategiche, politiche o geografiche atte a combattere nuove guerre in futuro com’era già accaduto col Giappone nel 1932 o con la Germania nel 1936.
Fu con l’idea di “equilibrio”, pertanto, che si assistette alla nascita delle Nazioni Unite il cui obiettivo non era più soltanto quello di evitare lo scoppio di una guerra mondiale oggi ma anche quello di evitare che si creassero le condizioni per combatterne una domani.
Si tratta di una funzione fondamentale e che va salvaguardata nel sistema internazionale, perché nella nostra tormentata contemporaneità, con il Medio Oriente e l’est Europa in fiamme questa capacità di mediazione per assicurare la stabilità tra le superpotenze è, neanche a dirlo, fondamentale.
Foto copertina: Bandiera dell’ONU (fonte: Wikipedia)