L’Ucraina oggi esiste e nel 1917, mentre in Russia lo Zar abdicava e si formava il Governo Provvisorio di Kerensky, nei territori ucraini dell’ex Impero Russo un gruppo di intellettuali socialisti proclamò la Repubblica Popolare Ucraina, pensata come entità autonoma in seno alla nuova Russia rivoluzionaria. Il popolo ucraino avrebbe così potuto autogovernarsi tramite la Rada Centrale, composta dai rappresentanti di contadini, lavoratori, soldati e intellettuali. Nonostante la somiglianza ideologica tra la Repubblica Popolare Ucraina e il movimento bolscevico (anche se i patrioti ucraini avevano un’idea molto più democratica di Socialismo) i Bolscevichi, dopo aver preso il potere in Russia, dichiararono guerra allo Stato Ucraino. Dopo tre anni di caos e violenza (si scontrarono l’esercito ucraino, quello tedesco, quello francese, l’Armata Rossa, l’atamano filo-tedesco Skoropads’kyj, gli anarchici di Makhno, gli zaristi di Denikin e diversi signori della guerra) i Bolscevichi conquistarono l’Ucraina nel 1920.
Durante l’anarchia bellica lo Stato ucraino si disfece e per un breve periodo i Tedeschi, al posto della Repubblica Popolare Ucraina, imposero il governo reazionario di Pavlo Skoropads’kyj. Quando i Tedeschi e Skoropads’kyj furono cacciati e la Repubblica Popolare Ucraina tornò ad esistere, i leader più di sinistra, come Hrushevsky e Vynnychenko (quest’ultimo era Primo Ministro), furono estromessi e al loro posto subentrò un Direttorio guidato da Symon Petliura (Vynnychenko si dimise dalla presidenza del Direttorio il 10 febbraio 1919). Petliura, che fu sempre nominalmente alla guida dell’esercito ucraino (sul quale aveva in realtà scarso controllo) permise che le milizie che componevano la sua armata scatenassero orrendi pogrom contro la popolazione ebraica (le armate bianche zariste di Anton Denikin condividono la responsabilità di questi massacri).
Vynnychenko tentò di trovare un accordo con i Bolscevichi, che garantisse autonomia e socialismo, ma questi non vollero saperne, tanto che Vynnychenko alla fine denunciò che, a suo parere, l’ideologia bolscevica non era altro che nazionalismo russo mascherato da socialismo.

Oggi la Russia vorrebbe riprendersi l’Ucraina e restaurare l’Impero.
La vulgata nazionalista russa si appropria della Rus’ di Kiev, presentandola come il nucleo originario della Russia. In realtà la Rus’ di Kiev fa parte della Storia russa come l’Impero Romano fa parte di quella francese e credo che nessun Francese si sognerebbe mai di far risalire a Roma l’origine della Francia.
Putin sostiene che l’Ucraina storicamente non esisterebbe e che sarebbe solo una creazione di Lenin, che avrebbe ritagliato i suoi confini strappando territori alla Russia. In realtà l’Ucraina, come visto, ha fatto parte dell’Impero Russo solo dal 1721 al 1917.
L’Ucraina indipendente è invece esistita (sommando Rus’ di Kiev, Regno di Galizia-Volinia, Etmanato e Repubblica Popolare Ucraina) per ben 512 anni, contro soli 196 di dominazione russa. Se si volesse considerare (come fa Putin) come dominazione russa anche il periodo sovietico avremmo comunque solo 267 anni di Ucraina russa.
Oltre al nazionalismo e al revisionismo storico, un altro motivo dell’invasione russa dell’Ucraina sono certamente i giacimenti di gas presenti in Donbass, che secondo le stime basterebbero da soli a soddisfare il fabbisogno d’Europa.
Gazprom non possiede le tecnologie per estrarre questo gas, che è gas di scisto (cioè intrappolato nelle rocce): i soldi di Gazprom servono solo per ingrassare Putin e i suoi oligarchi, mentre neanche un rublo viene destinato all’innovazione tecnologica. Tale tecnologia è invece in possesso degli americani. Non a caso vi è coincidenza temporale fra la rivolta filorussa in Donbass del 2014 e l’interessamento USA per il gas ucraino.
L’accerchiamento della Russia da parte della NATO è solo un pretesto: l’ingresso dell’Ucraina nella NATO non è mai stato imminente. Oggi gli USA minacciano di non fornire più aiuti militari all’Ucraina e spetta dunque all’UE proteggere da sola i propri confini orientali, ne va della democrazia e della sicurezza d’Europa. E poi sarebbe un’ottima occasione per l’UE per presentarsi, anche agli occhi degli Ucraini, come alternativa alla NATO. Quanto all’Ucraina, sarebbe bello se si ricordasse delle proprie origini socialiste libertarie e si liberasse, oltre che dei russi, anche dei propri “corrotti” oligarchi.