“Mi preoccupa l’aumento dell’uso dei coltelli” così, ad aprile 2024, l’allora Questore di Milano si era espresso in merito alla riscontrata tendenza all’utilizzo delle armi da taglio nei reati in città.
Una tendenza che probabilmente costituisce il mindset di una generazione più sfrontata, orfana dell’esercizio al confronto con la realtà nel periodo covid, un buco temporale che si trascina fino ai giorni nostri.
Coltello e mannaia
Perché con un coltello si arriva dritti al punto, senza fronzoli, senza necessitare del quid pluris della scaltrezza per aggirare le cautele del malcapitato di turno, si ricorre subito alla minaccia, o peggio alla violenza, senza che il minimo pensiero sfiori la mannaia della comminatoria penale, demolendo anni di filosofia giuridica.
Affitti a Milano
In una città dove gli affitti sono aumentati del 40% negli ultimi 5 anni e il centro città si è allargato fino a mordere le periferie per effetto della gentrificazione, la conseguenza è un neologismo sincratico, i “Maranza”.
I Maranza rappresentano oggi il grido dei sobborghi meneghini che vogliono sentirsi protagonisti in una città che, secondo l’Economist, è la quarta città del mondo come concentrazione di PIL.
Maranza a Milano
Dopo Tokio, San Francisco e New York infatti c’è Milano, una realtà arrivata ad 1,5 milioni di abitanti e dove negli ultimi 10 anni gli immigrati regolari sono passati da 230.000 a 310.000, una città nella città che costruisce patrimonio e nel contempo responsabilità gestionale.
Nuovi figli di Milano che è fondamentale intercettare culturalmente per scongiurare le banlieue ambrosiane, un hinterland che segue il lusso veicolato dai social e si spinge in centro città, abbattendo le linee immaginarie della stratificazione sociale.
Sicurezza in città
E allora non è difficile ritrovarsi con un punteruolo alla gola per il telefono o accerchiati per la collanina d’oro, sorpresi per la localizzazione che appariva sicura, perché non accade a Quarto Oggiaro, ma in Gae Aulenti, City Life o Ripa di Porta Ticinese, dove i residenti sognavano di aver comprato la tranquillità a 10.000 al metro quadro.
Ma il sistema sicurezza in città cosa fa? Direbbe giustamente il lettore.
Quasi 5.000 arresti nel 2023, dato ambivalente che da un lato certifica l’attiva presenza delle divise e dall’altro che i reati si verificano eccome, e non sono solo un costrutto giornalistico.
Aggressioni alle forze dell’ordine
A destare però particolare inquietudine, sono i numeri delle aggressioni subite dalle stesse forze dell’ordine, dati empirici che ci indicano la via del pronto soccorso almeno due volte a settimana, perché c’è un’aggressione alle divise ogni 3 giorni a Milano.
Divise prima aggredite e poi impoverite da un caro vita schizofrenico, che sta costringendo operatori con tanti anni di esperienza a scappare per andare a vivere in altre città, determinando un crollo del know-how professionale con cui bisognerebbe fare i conti.
La soluzione?
In Italia viene trattata un po’ tutto alla stregua della nazionale di calcio, si sentono un po’ tutti conoscitori del settore, pronti a puntare il dito e fornire improvvisate ricette sociali, securitarie o peggio ancora giudiziarie, il “butterei via la chiave” è un po’ come dire “metterei il terzo attaccante” oppure “tutti a casa loro”.
La realtà però resta e va affrontata senza occhiali ideologici, perché tutto ciò accade ora, e mentre ne parliamo si stanno ponendo già le basi per una società futura che cambierà ancora e che faremo sempre più fatica a riconoscere, se non ci sforziamo di interpretarne già oggi gli algoritmi.