Era il 1989 quando a seguito di una grande crisi economica, il territorio di Birmania venne invaso dal governo militare, causando la morte di migliaia di persone e portando insieme alla guerra, anche l’impostazione di un nuovo nome per il paese: La Repubblica dell’Unione di Myanmar.
La giunta militare
L’impostazione di una giunta militare sanguinaria e repressiva – al potere già dal 1962 – porta il paese ad essere identificato con due nomi differenti. Le Nazioni Unite, la Francia e il Giappone riconoscono il territorio in questione con il nome maggiormente formale di “Myanmar”. Una maggioranza identificativa rispetto alla forma più dialettale di “Burma”, utilizzata invece dai residenti del paese.
Manipolazioni e modifiche alla Costituzione
Approvata nel 1974, la Costituzione diventa negli anni soggetta a numerose modifiche sotto mano dei governi civili e nel febbraio del 2021 la giunta militare si impone annunciando delle nuove elezioni.
Nonostante la vincita dei partiti di opposizione, la Lega Nazionale per la Democrazia, guidata dalla leader Aung Suu Kyi, non riuscì ad appropriarsi del suo potere politico. Un risultato elettorale frutto di una politica manipolata, la leader democratica fu condannata agli arresti domiciliari con l’accusa di aver messo in grave pericolo lo Stato, determinando il ritorno al controllo militare.
Una giunta militare forte con a capo Min Aung Hlaing, si mostra sempre più capace di allontanarsi dal periodo coloniale britannico, rinominando anche una delle città più note del paese: da “Rangon” a “Yangoon”.
Reazioni e conseguenze
Il colpo di stato provocò delle proteste di massa e un movimento di disobbedienza civile. Una violenta repressione è la risposta delle forze armate, seguita da centinaia di morti e migliaia di arresti. Le reazioni delle comunità internazionali non sono positive, viene condannato il colpo di stato e subito dopo imposte delle sanzioni economiche, mantenendo però il controllo e promettendo nuove elezioni.
Rottura con il passato coloniale
La distanza dalla colonizzazione britannica ha quindi determinato una forte repressione dei diritti umani, violenza, arresti e detenzioni. Molti leader politici, attivisti, giornalisti e cittadini sono stati condannati senza un giusto processo. L’impatto sulla democrazia e sulle libertà civili è stato limitante come quello economico che ha determinato un’importante instabilità del bilancio. Disoccupazione e povertà insieme a sangue e ingiustizia hanno rappresentato quella che è stata la realtà antecedente al cambiamento del nome originario della città di Birmania alla repubblica di Myanmar.
Conclusioni
Il cambio del nome è quindi un simbolo per determinare le dinamiche di potere e di identità nazionale in Myanmar. Riflette sia un desiderio di rinnovamento e inclusività sia le tensioni e le controversie legate alla legittimità del governo.
Il fatto che il cambio di nome sia stato imposto da un regime militare sottolinea la lunga influenza e il controllo che i militari hanno avuto sul paese, influenzando profondamente la sua politica e società.
Ancora oggi sono molti i giornalisti e i presentatori televisivi in difficoltà nel menzionare la città in questione sui giornali e in diretta televisiva, apportando all’identificazione della stella entrambi i nominativi, nel rispetto sia della tradizione che delle posizioni politiche differenti.