Storie, leggende e vicissitudini di una chiesa napoletana
Si nasconde timida tra le moltissime meraviglie di Napoli.
Pietrasanta e Tribunali
Bisogna proprio voler percorrere via dei Tribunali, poi affacciarsi in piazzetta Pietrasanta e fermarsi al 17 a guardarla, dall’alto in basso così da comprendere i due ordini che la caratterizzano.
L’aspetto esteriore forse non colpisce, non suscita intime e subitanee emozioni come altri complessi architettonici; la sindrome di Stendhal è un pericolo lontano. Bisogna quindi che siano altri i motivi che ci spingono a cercarla, ad evitare altre vicine seduzioni che ci attirano, per spingerci sino a lì.
Normalmente quando l’estetica non soccorre è la storia che rimedia e le leggende compiono poi il miracolo definitivo di soggiogarci. Questa Chiesa ha l’una e le altre, ha quindi tutto per prenderci in un vortice di interesse.
La prima costruzione sacra mariana
A Napoli, Santa Maria Maggiore della Pietra Santa, pare essere la prima costruzione sacra mariana, ossia dedicata alla Madonna. Già questa caratteristica le conferisce un titolo nobiliare e infatti al nome segue il genitivo “della Pietra Santa”, come sempre presente in ogni casata nobiliare che si rispetti.
Della Pietra Santa
Ma della Pietra Santa perché?
Il genitivo si deve ricondurre a una pietra sulla quale pare ci fosse incisa una croce, una pietra assurta a santità in quanto avrebbe avuto il potere di dispensare l’indulgenza totale e assoluta a tutti coloro che la baciavano con animo contrito.
La leggenda vuole che la pietra sia nascosta all’interno della Chiesa ma sino ad ora nessuno l’ha trovata…
La storia della pietra santa è però più complessa e intrigante.
Diana e la Pietra Santa
Essa vuole che nel 553 d.C. il cristianissimo Vescovo Pomponio, avesse un temibile nemico in casa. Proprio nel punto dove ora sorge la nostra Chiesa di Santa Maria Maggiore della Pietra Santa gli artemisi avevano eretto, molto molto tempo prima, un grande tempio dedicato a Diana, detta anche Artemisia nome che deriva dal greco “Άρτεμις“, una splendida dea della caccia, della verginità e della gravidanza.
La venerazione per Artemisia, alias Diana, era estremamente radicata e praticata dal mondo femminile dell’epoca, insomma aveva moltissime follower.
Le donne la invocavano per ottenere fertilità e protezione in particolare durante la gravidanza e la fase in allora assai pericolosa del parto. Molte di loro, superata felicemente la gravidanza, divenivano poi sacerdotesse del culto e prendevano il nome di “dianare”. Un culto quindi pacifico, serafico e improntato all’amore per la vita.
Stregonerie e riti satanici
I cristiani, che a differenza di quanto vuole la narrazione prevalente, non era molto tolleranti con le altre religioni fecero di tutto per scacciare queste donne. Arrivarono ad attribuire loro pratiche di stregoneria e riti satanici con una campagna mediatica fortissima. Le dipinsero come serve del Demonio. Riuscirono infine a fomentare nella popolazione odio nei loro confronti, a organizzare tumulti dove naturalmente ci scappò la morta. La campagna d’odio portò alla distruzione del tempio e all’esilio delle innocenti affezionate a Diana.
Ma al cristianissimo Pomponio, poi addirittura fatto santo, questo non bastò.
Da esperto di comunicazione qual era fece circolare la storia di aver avuto una vivida visione in cui la Vergine Maria, dopo il “casuale” ritrovamento di una pietra sepolta in un panno celeste, gli ordinava di edificare in quel luogo una chiesa.
La pietra, gli disse Maria, avrebbe concesso indulgenza plenaria a coloro che l’avrebbero baciata.
Il Vescovo Santo Pomponio
Maria spiegò anche al pio Pomponio che la Chiesa sarebbe divenuta un baluardo nella lotta al Malefico, all’Angelo caduto dal cielo, che ogni notte in zona piazza Miraglia si presentava sotto forma di schifoso maiale e con i suoi grugniti infernali spaventava i devoti abitanti cercando di rubar loro l’anima.
Il Vescovo Santo Pomponio, diede al popolo la spiegazione che il Demonio agiva in nome e per conto delle donne che adoravano Diana, le quali a riprova della loro ferocia volevano vendicarsi per esser state scacciate dal loro tempio. L’operazione “pulizia” religiosa era compiuta e l’esproprio avvenuto senza spesa alcuna.
A quel punto era però necessario incidere in modo indelebile nella storia la propria versione dei fatti…
Allo scopo c’è forse qualcosa di meglio di un rito compiuto pubblicamente in tempi astrali favorevoli e con un po’ di sangue sparso?
Lucifero
Fu ordinato dunque che l’abate pro tempore di Santa Maria Maggiore della Pietra Santa, a imperitura memoria del prodigio compiuto dalla Madonna che aveva scacciato Lucifero in veste di maiale, ogni mese di maggio sgozzasse un povero maiale inconsapevole e dalla cima del campanile irrorasse la piazza sottostante con il sangue del medesimo per esorcizzare il Maligno.
La cosa durò per oltre mille anni, giusto il tempo perché la memoria cancellasse qualsiasi ricordo e la santità di ciascuno metabolizzasse la versione dei fatti. Il rito fu abolito nel 1625 perché ormai ritenuto ignobile e soprattutto pagano. Pagano capite cari lettori, pagano…
La storia, intrisa di credenze popolari e spregiudicatezza del potere temporale della Chiesa, può forse dare una spiegazione anche ad alcune iscrizioni e simboli ritrovati sul Campanile della Chiesa, ora Basilica, che pare essere uno dei più antichi d’Italia.
Il diavolo suino
Sul Campanile compaiono piccole sculture in marmo, ritrovate con gli scavi effettuati alla ricerca del tempio di Diana. Esse rappresentano chiaramente teste di suino e inequivocabilmente fanno riferimento alla leggenda del diavolo in forma di maiale.
Ma a parte le storie un poco opache, vale certo la pena di visitare Santa Maria Maggiore della Pietra Santa. Attraverso la sua storia potete percorrere oltre mille anni.
Quello che vedete ora è molto diverso da ciò che è stato.
Durante il tempo la costruzione ha subito moltissime modifiche.
Il terremoto del Maligno
Nel 1600 la Chiesa fu abbattuta da un terremoto (ancora il Maligno?) e ricostruita completamente con un’architettura barocca dal celebre Cosimo Fanzago. La sorte ancora riservò alla Chiesa crolli e distruzioni.
Bombardata durante la II Guerra mondiale subì gravi danni strutturali. Il restauro avvenne in più fasi e la Chiesa rimase chiusa per lunghi periodi sino ad una definitiva riapertura nel 2016.
Ma alla fine di tutto una certezza un po’ triste ci rimane.
La storia è sempre scritta dai vincitori!